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sabato 17 gennaio 2015

Recensione: "Pericle il nero" di Giuseppe Ferrandino



Lettura veloce ma.... di un certo "impatto"!

PERICLE IL NERO
di Giuseppe Ferrandino


 Adelphi
2002, pp. 144
Letteratura italiana, Polizieschi
€ 7,00 
«Il mio padrone è Luigino Pizza, che tutti lo chiamano così a causa delle pizzerie … Io mi chiamo Pericle Scalzone … Di mestiere faccio il culo alla gente».

Se il buongiorno si vede dal mattino, l'ncipit di Pericle il Nero dovrebbe dirla lunga sul protagonista, del quale seguiamo le avventure di "aiutante-boss".

Pericle vive a Napoli ed è al servizio del boss Luigino, per il quale spesso e volentieri fa dei servizietti a persone che hanno in qualche modo offeso il proprio datore di lavoro...

Sin dalle prime battute, ci sembra di vederlo, Pericle, mentre porta avanti le sue "piccole missioni" con un atteggiamento quasi indifferente, come se le sue (cattive) azioni fossero qualcosa di normale, che non gli smuovono la coscienza e non lo fanno sentire in colpa per questo stile di vita delinquenziale.

Ma arriva il giorno in cui le cose non vanno come programmato e Pericle si lascia prendere dalla situazione e "sfora", facendo cose non previste che porteranno brutte conseguenze.

Infatti, un giorno, Luigino ordina a Pericle (che si ostina a chiamare Pasquale perchè il nome vero non gli piace) di dare una lezione al parroco, don Leone, che è stato un po' irriverente nei propri confronti.
Ma quando Pericle giunge in sagrestia, trova il prete con una persona che non dovrebbe essere a Napoli, bensì in Portogallo....: Signorinella, la temibile e potentissima sorella del boss Ermenegildo Coppola, capo delle supplicanti di san Gennaro, che, «quando parlava di uccidere, si metteva le mani sulla faccia perché non le piaceva e diceva che tutti sono figli di mamma».

E cosa fa Pericle?
Agisce d'impulso e massacra di botte la donna e picchia il prete, senza  però volerlo ammazzare.
Convinto che Signorinella sia morta, Pericle sa che deve scappare se non vuole rimetterci le penne...!
E va bene che è abituato alla violenza, ma da qui ad aspettare passivamente che lo facciano fuori... ce ne passa!

Continuavo a pensarci e pensavo che non sapevo neanche che cosa ci stava di mezzo, pensavo solo: mi vogliono ammazzare.I pensieri giravano e finivano sempre là.Poi ho pensato che non ci potevo fare niente e che tanto era meglio se mi facevo ammazzare subito e non ci pensavo più. E pensando questo, anche se non era vero, che io di morire tenevo proprio paura, mi sono addormentato.

E così, da questo momento, cominciano i guai per il nostro eroe (e per i suoi familiari), che cercherà prima di nascondersi e poi fuggirà in auto fino a Pescara, dormendo in macchina e mangiando dove capita.
Finchè una mattina incontra in un bar una donna, poco più grande di lui: Nastasia, una polacca che lavora a Pescara in una fabbrica di copertoni.
La donna lo ospita per qualche giorno a casa sua, dove vive coi tre figli, e tra i due nasce una sorta di relazione..., più fisica che sentimentale.
Ma Pericle deve tornare a Napoli e regolare i conti: non può pensare di vivere da fuggiasco per sempre, e poi ha bisogno di soldi...

Il ritorno nella sua città lo vedrà diverso, più consapevole di se stesso e deciso a non essere più lo schiavo di qualcuno, ma di essere libero, magari con qualche piccolo "progetto" da realizzare..., chissà, forse con quella polacca un po' strana, finalmente libero da una vita che finora è stata contrassegnata da violenza e solitudine, priva di ambizioni personali, asservita ai voleri degli altri.

Come sempre nella mia vita stavo facendo quello che mi dicevano di fare.Volevo dimostrare a me stesso di essere uomo, ma se uno, per considerarsi, fa quello che si aspettano gli altri, è una sega, altro che uomo.
E' una storia scritta con un linguaggio molto realistico, con espressioni dialettali (napoletano), senza peli sulla lingua, con qualche "scena" non proprio edificante e personaggi grotteschi, che sembrano usciti da un film di qualche anno fa.

Leggevo in web che il romanzo uscì per la prima volta nel 1993 e l'autore lo pubblicò con lo pseudonimo Nicola Calata (casa editrice Granata Press); ma il romanzo passò praticamente inosservato agli occhi del pubblico e della critica. 
Nel 1995 i diritti del libro vengono acquistati dall'editore francese Gallimard, che lo pubblica nella collana Série noir, diventando il caso editoriale dell'anno.

Non solo, ma per quanto concerne la trasposizione cinematografica, la produzione  è passata da Abel Ferrara a Riccardo Scamarcio, che avrà anche il ruolo del protagonista, e che ha scelto Stefano Mordini come regista. 

L'intera vicenda verrà spostata da Napoli a Bruxelles.*

Beh, nel libro Pericle è descritto come grasso e bruttarello... per cui mi risulta mooolto difficile accostarlo a Scamarcio (inevitabilmente ho provato a immaginarlo, mentre leggevo), ma mi fido, quindi... curiosa me :))


fonte: wikipedia e web

2 commenti:

  1. Ho letto con vivo interesse la tua recensione. Non conoscevo questo romanzo, sembra un noir duro, violento ma con una nota di speranza. Se cambiare, per Pericle, vuol dire mutar vita e ritornare nella legalità allora ben venga la sua trasformazione. Un saluto :)

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    1. si vero, un noir duro il finale aperto ci lascia un filo di speranza ;=)
      ciao!!!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz