Un thriller svedese che mi è piaciuto molto e conto di vederne anche la trasposizione cinematografica.
UOMINI CHE ODIANO LE DONNE
di Stieg Larsson
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Ed. Marsilio
667 pp
trad. C. Giorgetti Cima
2007 |
Il romanzo inizia con un prologo che da solo è bastato a solleticare la mia curiosità: un uomo anziano riceve da tanti anni (via posta), ogni anno e nel giorno del proprio compleanno, un regalo tanto singolare quanto inquietante: un fiore speciale e raro, inviato da un donatore anonimo.
La scena si sposta e conosciamo Mikael Blomkvist, un giornalista alla guida della nota ed apprezzata rivista Millenium.
Mikael è un ultraquarantenne intelligente e moralmente onesto, che cerca di scovare gli imprenditori disonesti e "denunciarli" attraverso la stampa; ma un giorno - in seguito ad una soffiata di un amico, che però desidera restare anonimo - Mikael denuncia Wennestrom, un pezzo grosso dell'economia svedese, viene condannato per diffamazione ed è costretto non solo a lasciare il giornale (per salvare il salvabile) ma anche a pagare un'esosa multa e a farsi qualche mesetto di carcere.
Ma le imprese di Mikael non passano inosservate e c'è qualcuno che lo sta osservando, spiando con molta attenzione raccogliendo dettagliate informazioni su di lui, pronto a farsi vivo alla prima occasione.
Mikael è divorziato, ha una figlia adolescente che non vede spessissimo, e una vita "amorosa" abbastanza attiva, pur non essendo fidanzato con una donna in particolare; o meglio, nel corso degli anni, ha avuto (e ha) un'unica relazione fissa, quella con la collega Erika Berger, che pur essendo sposata continua ad avere una relazione extraconiugale con Mikael.
Non avendo, dunque, grossi impegni (tranne il carcere che l'aspetta), quando un potente uomo d'affari, appartenente ad una grande e nota famiglia di industriali, Henrik Vanger, lo contatta tramite il proprio fedele avvocato Frode per affidargli un compito, seppur stupito, Mikael non si tira indietro e ascolta con curiosità la richiesta di Henrik.
L'uomo, anziano ma lucido e determinato, ha un favore da chiedere a Mikael, di cui apprezza la professionalità e l'onestà: gli propone di trascorrere del tempo in un chalet di sua proprietà a "studiare" la storia della famiglia Vanger in modo obiettivo, da esterno, e scriverne una biografia.
Ma il reale intento di Henrik è che, attraverso la consultazione di foto e documenti, Mikael possa riuscire a risolvere un misterioso caso di scomparsa e che risale a 35 anni prima.
Sono passati tutti questi anni da quando Harriet, nipote prediletta di Henrik Vanger, è scomparsa senza lasciare traccia.
Il pensiero dell'uomo è che la ragazza sia stata assassinata per aver visto o scoperto qualcosa di scomodo all'interno della famiglia Vanger e che il suo assassino si diverta a mandargli il regalo (il fiore) ogni anno per ricordargli, cinicamente, la scomparsa di Harriet.
Ma chi aveva interesse a far tacere la ragazza? E perchè?
Il mistero di Harriet è un'ossessione per Henrik, e ne ha segnato l'esistenza.
L'incarico di cercare la verità è affidato proprio a Mikael Blomkvist, che si butta nella strana missione con molto scetticismo, ma poichè non ha di meglio da fare e il compenso è allettante, accetta.
Scavare nel passato e nei segreti di una famiglia numerosa e potente, composta da membri che non si sopportano e che si "farebbero le scarpe" molto volentieri, farà emergere verità molto scomode, ma tante di esse non potrebbero venire fuori se Mikael non avesse l'aiuto giusto al momento giusto.
A fornirglielo è il personaggio più inquietante e strambo di questo romanzo; la 25enne Lisbeth Salander, abilissima hacker, tanto acuta, intelligente e geniale quanto scontrosa, ribelle e decisamente poco propensa a fidarsi del prossimo, in particolare degli uomini,
E ne ha i suoi ottimi motivi, visto che spesso e volentieri alcuni uomini incontrati sul proprio cammino - e che avrebbero dovuto "pendersi cura di lei" - l'hanno invece trattata come un oggetto, senza rispetto per la sua dignità di persona.
E se Lisbeth non sembra amare molto gli uomini, a far da filo conduttore a tutta la storia narrata è (come ci dice il titolo stesso del libro) è l'odio che certi uomini hanno per le donne.
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Sì perchè quella narrata da Larsson è una
storia di dolore e perversione che certi uomini hanno perpetrato nei confronti di alcune donne, tra cui la giovanissima Harriet.
Scoprire cosa le è successo 35 anni prima, in un pomeriggio caotico e affollato, che l'ha vista sparire senza che nessuno abbia visto e sentito nulla, porterà inevitabilmente Lisbeth e Mikael a scontrarsi col Male, con la perversione che abita nell'animo e nella mente di uomini apparentemente insospettabili.
Di uomini che odiano le donne e ne sono ossessionati, tanto da nascondere una doppia personalità: quella perbene, gentile e cortese - che conoscono i più - e quella malvagia, lucida e folle allo stesso tempo, che diviene protagonista e testimone di atti inqualificabili a danno di povere donne innocenti.
Mikael giungerà alla verità passo dopo passo, facendo caso a dettagli e particolari presenti nelle vecchie foto di famiglia, o nel diario della vittima, facendo collegamenti impensabili tra loro, che sfociano nel religioso, in particolare nell'Antico Testamento e in quei passi che descrivono sanguinosi sacrifici animali.
Il ritmo del romanzo è lento nella prima parte del libro, per poi farsi più serrato via via, in particolare quando Lisbeth e Mikael si introdurranno nel cuore delle ricerche e cominceranno a dar fastidio a qualcuno, cui proprio non conviene che si faccia luce sul mistero di Harriet.
Ci sono passaggi e momenti che di per sè possono sembrare inutili ai fini della storia (tipo le relazioni sessuali del protagonista...), ma io non lI ho trovate fastidiose, e credo che certe "parentesi" allunghino sì il brodo, ma creino anche delle aspettative in vista del finale, in particolare man mano che ci si avvia alla soluzione della scomparsa di Harriet, che poi è il motore della storia.
E se Mikael - benchè protagonista - non mi ha attratto più di tanto, anzi mi è parso un po' noiosetto e troppo banale, "comune", a risaltare è forse la co-protagonista Lisbeth, per la quale ho nutrito sentimenti contrastanti: irritazione per questo suo modo di essere dura, cinica, "a sangue freddo", eccessivamente controllata e anche violenta, ma anche comprensione, perchè in fondo la sua personalità complessa è un po' frutto della società e del contesto (familiare e sociale) in cui è nata e cresciuta, e la sua stessa incapacità di fidarsi e amare è una conseguenza dell'amore mai ricevuto.
Un thriller davvero interessante, con una trama e un intreccio avvincenti soprattutto perchè il lettore segue con interesse le indagini di Mikael e si chiede chi sia il colpevole e cosa sia successo alla vittima; il finale (quantomeno quello relativo al caso Harriet) rientra in una sorta di "happy ending" e può soddisfare le "esigenze di giustizia" del lettore.
So che questo è il primo di una trilogia e, siccome il primo libro mi ha convinta, cercherò anzitutto il film e poi anche gli altri libri!
Voi avete letto UOMINI CHE ODIANO LE DONNE?
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