Cari lettori, tempo fa vi parlai, qui sul blog, di un racconto breve, semplice ma scritto bene, "Vita da sfollati" di Silvestra Sorbera (post).
La stessa Autrice mi ha segnalato un altro suo scritto, che desidero sottoporre alla vostra attenzione.
SICILIA
di Silvestra Sorbera
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SINOSSI
Sicilia sogna e vuole fortemente emanciparsi dalla famiglia e dalla comunità in cui vive.
Attorno a lei, la sua amica Anna, le sorelle, i primi moti studenteschi.
Riuscirà a conquistare il ragazzo di cui si è innamorata, a portare i pantaloni e diventare un medico?
O dovrà imparare che la vita è fatta di compromessi?
La protagonista racconta la sua storia di emancipazione femminile a Pachino, un piccolo paese a sud della Sicilia ma, allo stesso tempo racconta la storia di tutte le ragazze siciliane, e un po' di tutto il Sud Italia che sono state giovani a cavallo tra gli anni '60 e '70.
L'autrice.
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Sicilia è la sua quinta opera letteraria.
OPERE
- Commissario Livia (2009)
- Simone e la rana (2013)
- La forma dell'acqua. Camilleri tra letteratura e fiction (2013)
- Vita da sfollati (2014)
- Sicilia (2015)
A narrarci la storia di questo personaggio femminile forte e bello è una donna, Cristina, figlia della protagonista.
Cristina ama passare del tempo con la figlioletta Elisa e raccontarle
in particolare, soffermandosi sulla nonna Sicilia e su come sia stata un esempio di donna libera e sicura di sè.
"le storie che sua madre raccontava a lei. Un modo per legare le generazioni, per tessere dialoghi tra donne, storie di vita che voleva imprimere a fuoco nella memoria di Elisa",
in particolare, soffermandosi sulla nonna Sicilia e su come sia stata un esempio di donna libera e sicura di sè.
Siamo in questa nella regione del Sud, negli anni Sessata/Settanta.
Sicilia vive con i genitori, circondata da tante sorelle; ma a differenza delle donne che la circondano, la nostra ragazza è allegra, intelligente, ha una personalità definita ed un carattere forte; sa quel che vuole e, soprattutto, sa chi è e sa cosa proprio non vuol essere.
Sicilia desidera essere una donna libera, non soggetta a convenzioni e modi di fare vecchi e desueti, che danno valore ed importanza ai maschi e vedono la donna come una persona che deve sempre essere sottomessa alle volontà altrui (padre, madre, marito.., ma anche ai pregiudizi e alle chiacchiere di paese), cui basta un niente per essere additata e giudicata male; non vuol ridursi come la madre e le sorelle maggiori, che sono vecchie dentro, senza sogni ed ambizioni che esulino dal mettere su famiglia, relegandole nel ruolo di moglie e madre zitta e sottomessa.
Sicilia non sarà così, ma cercherà di seguire i propri desideri, i propri sentimenti, le proprie passioni, di studiare ciò che vuole per sentirsi realizzata perchè lei è come
"una margherita di campo, di quelle gialle che trovi ai bordi delle strade di campagna.», le dice suo padre, spiegandole con affetto:
«Perché ti serve poco, perché vai sempre avanti e resisti a tutto, alle malelingue, alla cattiveria, come le margherite; crescono così, selvagge, con poca acqua, in un terreno non facile eppure sono lì, bellissime, a portare allegria in chi passa, speranza che qualcosa possa ancora cambiare, che in fin dei conti qualcosa di bello c’è..»
L'Autrice ci racconta, attraverso la narrazione commossa di una giovane madre alla propria figlia piccola, una storia semplice, in cui rivediamo i modi di pensare di un tempo, tipici dei paesi del Sud, in cui non così tanto tempo fa, si dava eccessiva importanza alla forma, a quello che gli altri pensavano, e da questo ci si faceva condizionare.
Ma Sicilia è un'anticonformista, non ama le convenzioni e, anche se con qualche piccola rinuncia, cercherà di non deludere se stessa e il proprio diritto ad essere felice.
Un racconto breve ma, anche in questo caso, scritto bene, interessante proprio per la semplicità del contesto e per la forza della protagonista.