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martedì 26 gennaio 2016

Recensione: "ALLY NELLA TEMPESTA. Le sette sorelle" di Lucinda Riley



E dopo aver viaggiato dalla Svizzera in Brasile con la storia della sorella maggiore, Maia (RECENSIONE), in questo secondo capitolo della saga “Le Sette Sorelle”, Lucinda Riley si sofferma sulla seconda sorella, Alcyone D’Aplièse, chiamata in famiglia Ally, accompagnandoci in un affascinante viaggio nella esotica, bella e suggestiva Norvegia.


ALLY NELLA TEMPESTA
di Lucinda Riley

Ed. Giunti
Trad. S. Reggiani
L. Taiuti
672 pp
12,90 euro
Gennaio 2016

Il romanzo prende avvio dalla medesima situazione iniziale del primo: la morte improvvisa di Pa’ Salt, l’uomo che ha adottato sei bambine, prendendole da diversi posti nel mondo, portandole con sé nel fiabesco palazzo di Atlantis, nella Svizzera francese.

La notizia della morte di quest’uomo intelligente, colto, sensibile, da sempre un punto di riferimento per le sue ragazze, le lascia sconvolte, addolorate e sbigottite; ma l’uomo, anche da defunto, non smette di sorprenderle, e per ciascuna di loro sono disponibili le coordinate e le indicazioni per ricercare e scoprire le origini della propria nascita.

Ally ha 30 anni e ha una vita realizzata e appagante; è una velista professionista, affermata, spesso vincitrice nella gare di vela; proprio nel corso del suo lavoro conosce “il re del mare”, l’espero velista Theo Falys-Kings.

La vita in mare le si addice, perché Ally ha un carattere forte, determinato, ama l’avventura, il vento nei capelli, l’odore forte del mare sulla pelle e, in una certa misura, anche il pericolo, il mettersi in gioco totalmente.

Tutte caratteristiche che ritrova nello skipper Theo, col quale, pian piano, dopo diverse reticenze da parte di entrambi – unite al fatto che lui è un uomo timido e riservato, – nasce un sentimento, che andrà via via rafforzandosi, sbocciando in un amore tenero e sincero.

Ma sarà proprio il mare, con le sue tempeste e i suoi rischi imprevedibili, a portare dolore su dolore ad Ally, e a toglierle la possibilità di un futuro sereno proprio in un momento in cui sembrava non ci fossero nuvole nere all’orizzonte.
Le prove non sono finite, quindi, e la donna si ritroverà a dover gestire anche un’altra perdita, oltre a quella di Pa’ Salt, ma esattamente quando ogni prospettiva di felicità sembra naufragare, ecco che l’idea di tornare indietro nel proprio passato diventa l’unica e concreta via per riappropriarsi del proprio presente e, chissà, anche del futuro, diventato nero e confuso da un giorno all’altro. 

Gli indizi circa la propria origine partono da un libro, una biografia, scritta da un certo Jen Halvorsen, vissuto a cavallo tra Otto e Novecento.

Ed è così che dal presente la Riley ci fa fare un salto nel passato di più di cento anni, e ci fa entrare nel mondo di Anna Landvik, una giovinetta di campagna che vive tranquilla con la propria famiglia nella contea di Telemark, in Norvegia.


rachelle lefevre

Anna ha un dono speciale: canta come un usignolo e questo non passa inosservato alle orecchie di chi l’ascolta, tanto da smuovere un certo signor Bayer, professore di musica, che le farà da tutore e la introdurrà nel mondo della musica, portandola con sé a Christania (l’attuale Oslo).
Seguiamo dunque le vicissitudini di questa contadinella semplice, dalla fede inossidabile, che avrà l’opportunità di migliorare le proprie abilità canore, fino a cantare addirittura per le composizioni del grande maestro Edvard Grieg.

Ma il suo brillante futuro di cantante rischia di oscurarsi a causa dell’amore per il bel musicista Jen Halvorsen, con il quale la ragazza lascerà Christania per recarsi a Lipsia e inseguire il comune sogno di diventare delle stelle nell’universo della musica classica.

Jen è sì innamorato sì della ragazza ma, ahilei, è troppo volubile, immaturo, inaffidabile e troppo concentrato su di sé e sul proprio desiderio di far successo come musicista , ed infatti metterà da parte ogni forma di lealtà verso la propria amata, che si ritroverà nella città tedesca sola e costretta ad umiliazioni e sofferenze.
Ma quando tutto sembra perduto, ecco giungere un angelo custode a risollevarla dal fango della povertà e della solitudine, e chissà, forse la ragazza avrà la sua chance per diventare l’astro nascente della musica.

Mi fermo qui con il racconto delle vicende perché sono davvero ricche di avvenimenti, che inevitabilmente avranno le loro ripercussioni sul presente in cui vive Ally.

La donna, recatasi in Norvegia per scoprire chi erano i propri genitori e come il padre adottivo l’ha trovata e adottata, farà man mano diverse e importanti scoperte sul proprio passato, che le riserveranno sorprese e cambiamenti notevoli…

La storia di Ally, come quella di Maia, intreccia fantasia e realtà, tant’è che si va a legare a personaggi e opere artistiche realmente esistite, come è il caso del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen e del suo Peer Gynt, musicato dal celebre compositore Grieg.

La musica fa da sfondo alla nostra storia – che si svolge lungo i due filoni temporali e narrativi, 2007 e dal 1875 in poi - creando un’atmosfera molto suggestiva, affascinante, incantevole, e diviene quasi essa stessa un personaggio, con un ruolo e una funzione davvero preponderanti.

Se le vicende che riguardano Ally sono coinvolgenti, quelle che vedono protagonista Anna per me lo sono state ancora di più, forse perché con quest’ultima sono entrata maggiormente in empatia, in quanto Anna è più giovane, inesperta, in balìa degli uomini che incontra, quindi più bisognosa di protezione, mentre Ally ci appare comunque come una donna più responsabile, matura, coriacea, meglio attrezzata per gestire perdite e dolori, e forse anche un po’ più “fredda”.

L’articolata storia narrata, partendo dal 1875, attraversa anche la prima metà del Novecento, soffermandosi sul periodo della seconda guerra mondiale, con particolare riferimento alle difficili condizioni degli ebrei in Europa a causa della politica nazista.

Cosa ha a che fare la nostra velista, cresciuta nell’amore di Pà Salt e mamma Marina, circondata dalle cinque sorelle, con la bella e talentuosa signorina Anna, dalla voce d’usignolo, vissuta circa centotrent’anni prima ?

Il tornare indietro alle proprie origini darà modo ad Ally di comprendere meglio tante cose di sé, dei propri doni e talenti, dandole anche una diversa prospettiva di guardare ed affrontare l’esistenza: aprirsi al nuovo, alle sorprese che la vita le riserva, cercando di non programmare sempre tutto, anche perché proprio quando pensava che tutto stesse andando secondo i piani, ecco che una tempesta improvvisa e dolorosa glieli ha scombinati, lasciandola nello smarrimento più totale.

Ma nel dolore Ally potrà ritrovare se stessa e riaprirsi alla vita, e il viaggio in Norvegia glielo insegnerà.

Anche questo romanzo della Riley risulta molto piacevole, coinvolgente; come dicevo, mi son fatta prendere maggiormente dalla storia parallela ambientata nel passato, con Anna quale protagonista, perché trovo emerga meglio la sua personalità; ciò non toglie che il presente di Ally abbia i suoi punti di forza, anche se forse è il personaggio ad essere poco empatico e coinvolgente dal punto di vista emotivo, almeno nella prima parte.

Scorrevole nel linguaggio, articolato nell’intreccio delle diverse storie e dei personaggi, collocati in contesti spazio-temporali sempre ben delineati e realistici, con un sapiente mix di storia e fiction, ricco di diversi colpi di scena (non difficili da intuire nel corso della lettura, prima che vengano svelati), “Ally nella tempesta” è un romanzo che si lascia leggere con molto piacere, che cattura l’interesse del lettore per i diversi personaggi e le loro traversie, grazie anche al fattore musica, molto importante nello sviluppo degli eventi.

Non posso che consigliare anche questo secondo capitolo ed attendere con ansia il terzo, che credo avrà come protagonista Star (Asterope) D’Aplièse.


10.Un libro il cui contenuto riguardi la musica

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz