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martedì 12 gennaio 2016

Recensione film: QUO VADO? di Gennaro Nunziante, con Checco Zalone



Anch'io e mio marito abbiamo contribuito ai 50 milioni di euro di incasso per il film "QUO VADO?" con protagonista il divertente Luca Medici, meglio conosciuto come Checco Zalone.


QUO VADO?


Gennaio 2016
Regia: Gennaro Nunziante
Sceneggitura: G. Nunziante, C. Zalone
Cast: Checco Zalone - Eleonora Giovanardi - Sonia Bergamasco - Maurizio Micheli - Ludovica Modugno -Ninni Bruschetta - Lino Banfi


Trama raccontata da Checco: 
"Il tema è un uomo, che sono sempre io, Checco, l'ultimo fortunato che ha il posto pubblico fisso, inamovibile, finché arriva la riforma e viene messo in mobilità. Racconto l'odissea di quest'uomo che pur di non lasciare il suo posto fisso è disposto ad andare sino in Norvegia. Da un ufficio a tre metri da casa affronta un cambio radicale di vita che lo porterà in una cultura totalmente diversa da quella italiana, fatta di gente virtuosa, civile, efficiente, dove il welfare è molto forte. Però sono tutti depressi. E si uccidono. Perché?" (fonte: Trovacinema)

E' proprio così: Checco è stato baciato da una buona stella dalla nascita!
Posto fisso assicurato grazie al politico di turno - l'angelo custode/nonno Libero (L. Banfi) - che ha raccomandato presso il Comune e la Regione sia il padre che uno zio di Checco, cresciuto e tirato su con l'idea che ciò che conta nella vita è avere il posto fisso, sinonimo di stabilità, di tredicesima assicurata, di pacchia assoluta nell'orario di lavoro, di favori da fare ma di altrettanti da riceverne.

Insomma, chi sta meglio di Checco, che a 38 anni vive con mamma e papà, coccolato all'estremo dall'adorante genitrice, fidanzato ad una ragazza che aspetta con ansia di essere impalmata e diventare la moglie di un impiegato alla Provincia? Chi sta meglio di lui che lavora di fronte a casa propria e che in ufficio ha il faticoso compito di mettere timbri per dare permessi nell'ambito della caccia e della pesca?

Ma i problemi non tardano ad arrivare e una legge ostile rischia di far traballare il posto fisso di Checco, facendolo cadere nel vortice della "mobilità professionale".
L'alternativa che gli viene proposta è un bell'assegno di TFR per porre fine al rapporto di lavoro, altrimenti, se vuole continuare a tenersi il posto, dovrà accettare di essere trasferito altrove in Italia, in località sperdute in cui in tanti, prima di lui, hanno rifiutato di andare.

La voce tonante dell'angelo custode gli urla: "Ricorda che il posto fisso è sacro!", quindi mai barattarlo per un assegno di TFR, per quanto allettante.

E da qui comincia l'odissea di Checco, che - nonostante le insistenze della dottoressa Sironi (S. Bergamasco), che vorrebbe liberarsi di lui facendogli firmare il famoso assegno - accetterà con entusiasmo ogni trasferimento, anche nei posti più improbabili, pur di mantenere il posto fisso.
Arriverà addirittura in Norveglia - Paese scelto di proposito per metterlo alle strette e invogliarlo ad andarsene - ma questo segnerà una svolta per la sua vita perchè inaspettatamente, tra krill e orsi polari, perderà la testa per la bella ricercatrice Valeria (E. Giovanardi), una donna dallo spirito libero...

Beh, del "fenomeno Zalone" stanno parlando in tanti in queste settimane: dai tg ai talk-show domenicali, a Striscia la notizia...: 50 milioni di euro di incasso al botteghino e una popolarità che cresce a dismisura tutte le volte che l'attore pugliese finisce al cinema.

Io personalmente seguo molto volentieri Checco, non mi sono persa neanche un suo film al cinema e ogni volta mi son divertita; ho la mia personalissima classifica di gradimento tra Cado dalle nubi, Che bella giornata, Sole a catinelle e Quo vado?, ma in generale devo dire che Checco ha sempre soddisfatto la mia voglia di ridere e trascorrere un paio d'ore di totale spensieratezza.

La sua comicità, le sue battute esilaranti, sono solo apparentemente sciocche e demenziali, ma in realtà un significato - fosse anche minimo - lo si trova nei suoi film; il suo personaggio volutamente "grezzo", ignorante culturalmente, che parla e sparla (qualche espressione colorita c'è sempre, ma insomma, niente di eccessivamente volgare, a mio modesto avviso) rigorosamente in dialetto pugliese, sostenitore convinto della distinzione di ruoli tra maschio e femmina..., riflette in realtà moltissimi tratti, pregiudizi, modi di fare e pensare stereotipati non solo dell'uomo del Sud Italia, ma dell'italiano medio in generale, mettendoli simpaticamente alla berlina, quasi smascherandoli per riderci su senza troppe paranoie.
In questo film Checco, in un momento storico complesso e attraversato dalla ormai onnipresente "crisi socio-economica", in cui il problema del lavoro e della disoccupazione è quanto mai ossessivo, si sofferma proprio sulla chimera del posto fisso, il desiderio segreto (e neanche tanto) di molti (tutti?), e spesso associato a quel tipo di professione che richiede poca fatica, pochi requisiti e molta raccomandazione, dandoti un dignitoso stipendio con privilegi annessi, e senza apparente rischio di restare disoccupato (per la serie: il posto fisso è per sempre).

Ma per esser felici è davvero necessario o sufficiente il posto fisso?

Con la leggerezza che gli appartiene, unita alla sagacia e alla capacità di inquadrare il nostro tempo, con i suoi vecchi e nuovi problemi, offrendone una visione simpatica, divertente, con una soluzione ed uno sguardo sempre ottimisti, Checco fa centro anche stavolta col suo personaggio che pensa positivo, che non si arrende davanti a niente e nessuno, e che alla fine a modo suo riesce sempre a uscire vincente da qualsiasi piccola o grande sfida.

Se già in passato Checco vi ha divertito, forse come me non mancherete a quest'altro appuntamento; se non l'avete mai visto e avete voglia/bisogno di un'iniezione di sane risate, provare non vi farà male ^_-


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2 commenti:

  1. Ho visto anch'io il film, ho riso di cuore per tutta la proiezione del film. Checco Zalone racconta l'Italia e gli italiani senza voler giudicare ma sottolineando e ampliando le caratteristiche di tutti noi :)

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    1. Lieta che ti sia piaciuto! Condivido ciò che dici sul fatto che ci sia un'aderenza alla realtà,da parte di checco ;)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz