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domenica 31 gennaio 2016

Recensione: IL SIGNORE DEGLI ANELLI. Le due Torri di J.R.R. Tolkien



Non so se c'è mai stato un altro libro che io abbia letto con tanta lentezza.
Eh sì perchè, nonostante tra le mani avessi un capolavoro della letteratura fantasy, la mia lettura de Le due torri - il seguito di La compagnia dell'anello - è proceduta piuttosto lentamente.
Tortuosa come il viaggio di Frodo verso la propria perigliosa destinazione, in pratica ^_^
E mi aspetta ancora il terzo, con quale completerò l'obiettivo della Reading Challenge "Libro con più di mille pagine".

Come sempre, aspetto i vostri pareri, se avete letto il libro o vi piacerebbe addentrarvi in questa incredibile avventura!

N.B: POSSIBILI SPOILER SUL PRIMO LIBRO!

IL SIGNORE DEGLI ANELLI.
Le due Torri
di J.R.R. Tolkien

Ed. Bompiani
Trad. Q. Principe
540 pp
12.50 euro
2012
Le due Torri si apre presentando al lettore tre scenari, tutti incentrati sugli amici della Compagnia, che ormai sono separati e continuano a lottare per un'unica nobile causa, che ruota attorno alla distruzione dell'Anello.

Boromir è morto dopo aver cercato di sottrarre l'Anello a Frodo, ma prima di andarsene per sempre ha salvato la vita ai due Hobbit Merry e Pipino, che sono stati fatti prigionieri dai malvagi e affamatisismi Orchi; riescono a fuggire e trovano soccorso presso i simpatici Ent, esseri giganteschi, mezzo vegetali e mezzo umani, finendo sotto la protezione di Barbalbero.

Intanto i valorosi Aragorn, Legolas, Gimli ed in seguito Gandalf (che nel frattempo non è affatto morto come tutti credevano, anzi è divenuto Gandlalf il Bianco, quindi più saggio e potente) nel cercare con preoccupazione i due piccoli amici rapiti, avranno modo di lanciarsi in imprese audaci.
Infatti, vanno in soccorso di Re Theoden del Mark di Rohan, pronto alla battaglia con l'esercito di Sauron nel Fosso di Helm. 
Aragorn stringe alleanza con i guerrieri di Rohan, un popolo fiero e luminoso come l’argento di cui si veste, che per secoli ha resistito all’assalto delle tenebre. 

E infine ci sono loro, Frodo e il devoto servo e amico Sam, che s’imbattono in Gollum-Smèagol, l’antico possessore dell’Anello, e lo costringono a condurli verso il Monte Fato. 
Ma il cammino per giungere al luogo desiderato non sarà dei più semplici, e gli ostacoli, le difficoltà, i dubbi saranno sempre tanti...

Recensire questo romanzo potrebbe essere, per me, un'impresa semplice e allo stesso tempo complessa, perchè sono consapevole della ricchezza della trama, dei personaggi coinvolti, delle complicate relazioni tra gli episodi narrati e proprio codesta ricchezza non riesco a "rendervela", a comunicarvela tutta, il che mi spiace; ma mi consola l'idea che sarebbe sciocco e poco utile se tentassi di raccontarvi ogni cosa nei minimi particolari, presa dalla premura e dal timore di non essere esaustiva.
Insomma, per farla breve, vi dovrete accontentare di un semplicissimo parere su questo secondo libro della bellissima trilogia. ^_^

Come non apprezzare la capacità dell'Autore di immergerti in toto nel suo mondo? Un mondo che si svela davanti agli occhi del lettore in tutta la sua interezza ma gradualmente; il lettore, in fondo, non è altro che il decimo membro della Compagnia dell'Anello, e segue le avventure di questi amici molto da vicino, vivendo con loro le emozioni del viaggio, il fascino dell'avventura, la paura dei più disparati pericoli, la speranza di riuscire nella propria missione.

Il modo di narrare di Tolkien fa sì che il lettore cammini accanto ai personaggi su cui via via si sofferma l'attenzione, guardando con i loro occhi l'ambiente che li circonda, che è descritto minuziosamente, dando un'idea vivida di dove ci si trova (e di come sia necessario mettere in allerta tutti e cinque i sensi): dal cielo che si copre di ombre e tenebre minacciose al puzzo di lerciume che si è costretti a odorare, e ogni particolare della descrizione dei luoghi (che sono altrettanto vivi quanto le creature che li abitano) dà al lettore la netta percezione delle sensazioni e dei pensieri dei nostri eroi, di come essi affrontino l'ostilità di un ambiente che rischia di essere sempre più coperto e dominato dal Male.

Quando seguiamo ad es Frodo, Gollum e Sam nel loro percorso per giungere al Monte Fato, non possiamo non sentirci coinvolti e quasi in ansia subodorando i pericoli possibili nascosti dietro ogni albero alto e scuro o all'interno di cunicoli bui dove, da un momento all'altro, può sbucare una creatura mostruosa e decisamente poco amica...
E ne sbucano, eh, statene certi!

I nostri amici dell'Anello non possono non piacerci, non è possibile non simpatizzare con loro, perchè riescono a essere buffi e divertenti - come Pipino e Merry - e dar vita a scene che fanno sorridere, o impavidi e pieni di valore - com'è il caso di Aragorn e Legolas -, o saggi e rassicuranti - Gandalf - e poi ancora fragili e comunque coraggiosi come Frodo e impulsivi ma fedeli come Sam.
E che dire di Gollum?
Confesso che, benchè sia un personaggio schizzato, dalla doppia personalità, isterico, infido, bugiardo, traditore, petulante e lagnoso - oltre che viscido e brutto -, io lo amo..! La parte più vivace e interessante per me è proprio quella relativa al viaggio di Frodo, Sam e Gollum, che è così buffo col suo modo di parlare da sembrare spesse volte un ragazzino capriccioso con cui avere pazienza, fermo restando che è invece un essere da cui guardarsi le spalle.
E Frodo e Sam lo sanno; il primo è consapevole di quanto l'aiuto dell'ex-hobbit sia indispensabile per la loro terribile missione, e che quindi è necessario sopportare le follie e gli sbalzi d'umore del loro poco gradito compagno di viaggio; invece Sam, più impetuoso caratterialmente, non fa che beccarsi con Gollum, al quale mostra aperta antipatia, percependo - forse più di Frodo - quanto la natura malvagia della creatura sia predominante rispetto a quella più buona.

Il romanzo ovviamente si interrompe sul più bello e una mezza tentazione - simile alla forza magnetica e sconosciuta che l'Anello esercita su Frodo e su chiunque lo brami - di iniziare il terzo immediatamente mi stava afferrando.., ma sono stata più forte e per ora rinvio la lettura dell'ultimo capitolo, Il ritorno del Re.



libro con più di mille pagg

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz