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lunedì 4 gennaio 2016

Recensione: IO CONFESSO di John Grisham



Buon pomeriggio, cari lettori e amici, con questa mia prima recensione del 2016!

IO CONFESSO
di John Grisham


Ed. Mondadori
trad.N. Lamberti
437 pp
10 euro
2010
E' una fredda mattina d’inverno del 2007 quando uno sconosciuto claudicante, poggiato a un bastone e dall'aspetto non proprio rassicurante, si presenta nella parrocchia del reverendo Keith Schroeder per parlare con lui.
Ad accoglierlo è la lla graziosa moglie del pastore, Dana, cui il tizio non piace per niente, ma un po' di carità cristiana non si rifuta a nessuno, e l'uomo vieni invitato ad un colloquio con Keith.
Travis Boyette, questo il nome dell'uomo, sostiene di custodire da molti anni un terribile segreto che è deciso a confessare.
Perché proprio adesso?
Lui dice di avere dei rimorsi e che, ormai affetto da un tumore incurabile al cervello e dunque probabilmente prossimo alla morte, desidera liberarsi dal peso che grava sulla sua coscienza.
Boyette confessa di aver rapito, violentato per ore, strangolato, ucciso, nel 1998, e sepolto in una zona boschiva del Missouri, una adolescente, Nicole Yarber.

Eppure, secondo la versione ufficiale, l'assassino della giovane - il cui corpo non fu mai ritrovato - è già stato individuato, processato e condannato alla pena di morte, in Texas: si tratta del 27enne di colore Dontè Drumm, che, dopo 9 anni di carcere - in cui si è proclamato innocente - sta per essere giustiziato con un'iniezione letale.

Ma se Travis non è semplicemente un folle in cerca dei fantomatici quindici minuti di pubblicità e sta dicendo quindi la verità, ciò significa che non c'è tempo da perdere e che il vero assassino deve correre immediatamente in Texas, confessarsi quale vero colpevole e fermare l'esecuzione.

Tutto semplice, no?
E beh, l'Autore con questa storia bella corposa e ricca di dettagli giuridici, ci risponde con un bel NO.
E' tutt'altro che semplice fermare un'esecuzione di un condannato nel braccio della morte, soprattutto in Texas (che, detto per inciso, è lo Stato americano dove sono state eseguite più condanne a morte).
Anche quando hai dalla tua parte uno studio legale ligio al proprio mandato, che prende a cuore il tuo caso con tutto il fervore e la devozione possibili, inventandosene di tutti i colori pur di tirarti fuori dal carcere e dal braccio della morte.
Robbie Flak è un avvocato di Sione, in Texas, tutto d'un pezzo, che cerca di fare al meglio il proprio lavoro e da 9 anni sta spendendo tempo e fatica, e forse anche un po' di salute, per dimostrare l'innocenza del proprio giovane assistito, Dontè Drumm.

Grisham ci lascia entrare nel pieno e nel vivo dei tentativi di Flak&co. di dare al povero Dontè - che tutti i suoi legali reputano innocente, e anche la sua confessione, poco dopo l'arresto, non è valida in quanto estorta - un'ultima possibilità di uscire vivo dal carcere, ma il tempo e la burocrazia americana - insieme al fatto che i processi e le condanne ci sono già stati e il caso è stato chiuso, tanto per i giudici e i procuratori, quanto per la famiglia Yarber, quanto per l'opinione pubblica - remano contro di loro.

A dare uno spiraglio di luce c'è lui, lo stupratore seriale, l'uomo meno credibile degli Stati Uniti, che a un certo punto ha deciso di confessarsi con un pastore luterano di Topeka: Travis è l'uomo che potrebbe essere la carta vicnente per Flak e Dontè, colui la cui confessione potrebbe definitivamente scagionare un innocente, prima che sia troppo tardi.

"Io confesso" è un legal thriller che basa tutto su questo: mentre i giorni, le ore, i minuti passano, l'avvocato di Dontè non sa dove sbattere la testa per ottenere quantomeno una sospensione della condanna a morte, e proprio quando tutto sembra perduto, uno sconosciuto uomo di fede, Keith, lo chiama per fargli sapere che lo sta raggiungendo in compagnia di un uomo che dice di essere lui l'assassino di Nicole, e che lo stato del Texas sta per ammazzare l'uomo sbagliato.

A fare da filo conduttore al romanzo è la domanda: ce la faranno l'avvocato Flak e il reverendo Keith a portare la testimonianza di Travis davanti agli organi di competenza, che hanno il potere di rivedere la sentenza di morte e fermarla? E loro saranno pronti a credergli?

Intanto, la popolazione di Sione è in fermento proprio mentre si avvicina il giorno della condanna di Dontè: disordini e risse, incendi e atti criminali stanno mettendo a ferro e fuoco la città, e a portarli avanti è la comunità nera, convinta dell'innocenza del loro amico Dontè, che reputano vittima di un sistema giudiziario corrotto e molto probabilmente razzista.

Grisham  ci fa conoscere tutti i dettagli del caso, dai primi momenti della scomparsa di Nicole a tutto ciò che è stato fatto per far cadere ogni colpa su Dontè Drumm, che si è ritrovato coinvolto drammaticamente in un grave caso di sequestro/violenza e omicidio senza sapere neanche lui come.
L'Autore si sofferma sugli stato d'animo e sugli effetti devastanti che un condannato vive dolorosamente sulla propria pelle quando sa che i suoi giorni sono contati; e se è vero che il carcere non è piacevole per nessuno, colpevoli compresi, quanto può essere brutale e traumatico per un innocente?

Ancora, Grisham ci mostra come il sistema penale negli USA possa essere viziato al punto da portare avanti una sentenza anche quando si affacciano delle possibilità che essa possa essere frutto di un madornale errore.
Chi, a partire dai "piani bassi" - poliziotti, avvocati dell'accusa... - per proseguire con quelli "più alti" - procuratore, governatore, Corte Suprema... - avrà il coraggio di dire: Fermatevi, non andate avanti con questa ingiustizia, abbiamo sbagliato tutto, il colpevole non è quello che avevamo creduto in tutti questi anni?".

E' un romanzo che lascia entrare il lettore nel vasto e complesso mondo della legge americana sulla pena di morte, svelandone le tante lacune e incoerenze; è un romanzo che vuol far riflettere il lettore su come la pena di morte sia uno strumento discutibile; è un "romanzo sicuramente molto americano" (passatemi l'espressione), che - come ne "Il momento di uccidere" - non può fare a meno di porre la questione della discriminazione razziale, di come i media e l'opinione delle masse siano capaci di infangare o scagionare un uomo in base a come va il vento, e di come sia snervante e crudele l'attesa di un condannato nel braccio della morte.

Sembra di essere in un film di quelli che spesso danno in tv su questa controversa tematica; senz'altro scritto bene, molto dettagliato, corposo sì ma a mio avviso non noioso; forse il ritmo in certi momenti è più lento e molti particolari potrebbero essere davvero poco utili allo sviluppo della storia, ma nel complesso è un buon legal-thriller.

Consigliato in particolare a chi è amante del genere e dell'Autore.



thriller


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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz