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domenica 21 febbraio 2016

Recensione film: "CREED. Nato per combattere" di Ryan Coogler



E' attualmente in programmazione nelle sale cinematografiche italiane un film che è uno spin-off della celebre serie con protagonista il pugile italo-americano più famoso della storia del cinema a stelle e strisce: Rocky Balboa.
Ed infatti Rocky c'è e avrà l'arduo compito di formare un giovanotto il cui cognome è stato molto legato al suo, in passato: Creed.


CREED. Nato per combattere


Regia: Ryan Coogler
Cast: Sylvester StalloneGraham McTavishMichael B. JordanTessa ThompsonPhylicia RashadMark Rhino Smith.


Adonis "Donnie" Johnson (Michael B. Jordan), quando lo incontriamo la prima volta, è un ragazzino problematico, che vive in riformatorio dopo la morte prematura della madre, e spesso e volentieri si fa beccare nelle risse.
A dare una svolta alla sua vita è una donna, Mary Anne Creed (Phylicia Rashad*), la moglie del grande e indimenticabile boxeur Apollo Creed, prima avversario e poi grande amico di Balboa.

Donnie è il figlio illegittimo di Apollo (che non l'ha mai conosciuto) e Mary Anne decide di prendersene cura, di portarlo a casa con sè dandogli la possibilità di vivere in una bella casa, amato da una donna che gli farà da madre e che gli darà l'opportunità di studiare.

Ma Donnie è figlio a suo padre: è un Creed nel sangue e la voglia di combattere, di menare pugni, è intrinseca nella sua natura, quasi come un marchio indelebile.

Andando contro le aspettative della donna che l'ha cresciuto, Donnie decide di inseguire il proprio sogno: diventare un pugile affermato, apprezzato, e tenta di intraprendere questa strada senza sfruttare il cognome di quel padre mai conosciuto.

Adonis va a Philadelphia, luogo del leggendario incontro tra Apollo Creed e lo sfidante Rocky Balboa, e una volta arrivato in città, rintraccia Rocky e gli chiede di essere il suo allenatore. 

Rocky, ormai in là con gli anni, tranquillo proprietario del ristorantino che porta il nome dell'amata Adriana, pur essendo colpito da Donnie, dalla sua determinazione, pur riconoscendone il carattere e il temperamento del padre, inizialmente è molto reticente all'idea di allenarlo, perchè sa di essere fuori dal giro.

Ma le insistenze del giovanotto, che non molla, e l'amore per uno sport che non gli è mai uscito dal cuore, indurranno lo Stallone Italiano a dire sì e a prendere sotto la propria ala Donnie, che del resto da subito lo chiama affettuosamente "zio".

Che dire...?
E' un film "alla Rocky", in cui fa da leitmotiv la voglia di sfondare nel mondo della boxe; il protagonista è un ragazzo dal caratterino burrascoso - salvo poi addolcirsi al cospetto di una bella e dolce ragazza, come Bianca (T. Thompson) -, fumantino, ma anche molto caparbio e con le idee chiare.
Donnie sa dove vuole arrivare e chi vuol essere e sa che vuol riuscirci con le sue forze, crescendo con i consigli dell'amico di suo padre.
Chi meglio di Rocky Balboa può insegnargli i trucchi e le mosse giuste per non andare al tappeto (o rialzarsi se capita di andarci..)?
E Donnie è sincero quando dice di volerlo fare non all'ombra di un cognome pesante come quello del genitore: lui non vuole favoritismi e sconti, perchè sa di avere le carte giuste per sfondare.

A far da sottofondo alle sue gesta, agli allenamenti intensivi, c'è una contemporanea musica rap, ma tranquilli: un accenno della mitica e adrenalinica Gonne fly now c'è (poteva mancare??), al momento giusto, e riviviamo tutta  l'energia e la tensione di un incontro di boxe finale che si prospetta infinito, con tanto di sangue e occhi semichiusi (sempre "alla Rocky"), in cui il nostro Adonis dovrà far uscire la tigre che è in lui, ricordando - come gli ripete lo zio - che il primo avversario da affrontare e abbattere è "se stesso", con le sue paure.
I consigli umani, di vita, di zio Rocky vanno sempre a segno, colpiscono più forte e dritto di un gancio ben assestato, e Donnie sa di doverne fare tesoro se vuol farsi strada nella vita, prima come uomo e poi come pugile.
E il giovane pugile sarà a sua volta motivo di incoraggiamento per Rocky, alle prese con una difficile prova personale...

Fa tenerezza (e pure un po' impressione, dai) l'eroe del ring degli anni Ottanta, il cui viso provato un altro po' pare smontarsi se sorride, ma non fa niente: io a Sylvester perdono pure il botulino in disfacimento, perchè la sua serie è una di quelle che rivedo tutte le volte che la danno, fosse pure dieci volte all'anno, con la stessa ansia della prima volta ^_^

Se avete amato, come me, Balboa e avete tifato come invasati per lui tutte le volte che saliva sul ring (pur sapendo come finiva ogni volta), allora riassaporate la stessa adrenalina con Creed, che è sicuramente un bel film, fatto bene, che trasmette forza voglia di vincere, insieme a una tenera nostalgia.

* Claire de I Robinson!! *_*

Per leggere le recensioni altri film, cliccare sull'etichetta Cinema.

2 commenti:

  1. Ciao Angela - grazie della tua visita - ultimamente sono sempre stra impegnata - passata un ringraziarti e per augurarti buona domenica
    Chicchi di pensieri lo seguivo già ma ora seguo anche i tuoi altri due blog - spero che anche tu voglia rendermi il follow per i miei tre blog - li trovi qui http://ilrifugiodeglielfi.blogspot.it/p/i-miei-blog.html
    a presto e Buon pomeriggio

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  2. ciao arwen!
    grazie, passerò quanto prima a visitare i tuoi blog! :)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz