PAGINE

sabato 6 febbraio 2016

Recensione: IL PROFUMO DELL'ORO di Lorena Bianchi



Appena terminato un romanzo molto bello, con al centro una dolce storia d'amore che ha dovuto affrontare il crogiolo del dolore e della separazione prima di poter essere definitivamente forgiata, con la speranza di durare per sempre.
Come l'oro. O forse anche più e meglio dell'oro.


IL PROFUMO DELL'ORO
di Lorena Bianchi



Ed. Rizzoli
432 pp
19 euro
9,99 euro (book)
dal 28 gennaio 2016
Siamo nel marzo del 1527, a Roma.
Fiamma Giraldini è la figlia 18enne di Messere Vincenzo, uno degli orafi più stimati e apprezzati nella città eterna.
E' un tipetto impulsivo, molto determinato e nei suoi occhi c'è un fuoco, una passione che lei stessa non sa domare ma che riesce a infondere alle sue mani l'abilità di trasformare l'oro in creazioni bellissime.

Del resto, non potrebbe essere diversamente, essendo cresciuta insieme a Menico - l'apprendista 15enne di casa Giraldini -imparando l’arte di suo padre.

Ma sono tempi duri e le commissioni per il morigerato e onesto Vincenzo sembrano diminuire a vista d'occhio.
Come mai? Forse la sua nobile arte ha perso di qualità e non riesce a soddisfare adeguatamente le richieste di nobili e religiosi esigenti?

La spiegazione è presto sotto gli occhi di tutti e ha un solo nome: Benvenuto Cellini, il nuovo maestro orafo fiorentino di cui tanto si parla, che sta ricevendo molti consensi. e richieste.

Quando una sera l'opera eccellente di messer Vincenzo viene rifiutata dal cardinale che ne aveva fatto richiesta, e che al vecchio uomo ha preferito Cellini, Fiamma è fuori di sè, così decide di recarsi, il giorno dopo, da quest'ultimo.
Accompagnata da un titubante ma fedele Menico - pronto a difendere la sua cara padroncina da tutto e tutti -, Fiamma bussa alla porta del fiorentino e all'interno della sua dimora viene a contatto con un mondo che da una parte le è noto (la lavorazione dell'oro), dall'altra le è ancora sconosciuto: ciò che finora è mancato alle sue creazioni non è la bravura o l'abilità manuale, bensì il dare un'anima alle proprie creazioni, far sì che esse abbiano vita, voce, cuore, un vissuto.

E ad insegnarglielo sarà Lorenzo de Luna, un orafo giovane e dalla bellezza conturbante, col quale scatta un'immediata attrazione magnetica.

Lorenzo le insegna un nuovo modo di forgiare i gioielli, incastonando nel metallo non solo le pietre preziose, ma anche i sentimenti e i desideri più nascosti.
Perchè Lorenzo sa bene che Fiamma è in grado di diventare un'orafa eccellente, a dispetto dei pregiudizi che la società e la mentalità maschilista riservano ad una donna intelligente e capace.

Sin dalla prima volta che prende in mano una sua creazione, Lorenzo comprende chi e cosa è Fiamma:

"Una donna con il cuore di un artista e le mani di un artigiano. Una chimera come quelle scolpite sui frontoni delle antiche are romane. Creature metà umane e metà… qualcos’altro. Nel mezzo di due cose senza essere né l’una né l’altra."

Tra i due l'amore e la passione scattano incontenibili, ma Lorenzo fa sul serio: per lei la sua giovanissima orafa non costituisce un divertimento temporaneo, lui la vuol sposare, vuol dividere la vita con lei.
Ad opporsi al loro amore però c'è la testardaggine del padre, che giudica Lorenzo un libertino dai facili costumi, quindi non degno di prendersi la sua bmabina.

I due non si arrendono: il loro amore è così grande che merita una possibilità, ma ci pensa la Storia a portar scompiglio.

A maggio infatti arriva l'invasione da parte dell'esercito imperiale, al cui interno ci sono i crudeli mercenari tedeschi - i lanzichenecchi - che metteranno a ferro e fuoco la città eterna, portando orrore, violenza e distruzione nella vita del cittadini romani.
E anche in quella della giovane signorina Giraldini, che vedrà in un attimo la distruzione di ciò che ha di più caro: il suo amore, gli affetti più cari, la percezione di essere sempre al sicuro nella sua città, in casa propria.

Ma Fiamma è una combattente nell'animo e le sofferenze, per quanto possano lasciare segni e ferite indelebili nel suo povero cuore, non l'abbatteranno, ma la indurranno a fare un patto singolare con un giovane uomo che è ufficialmente dall'altra parte della barricata, è un nemico, ma entrambi avranno bisogno l'una dell'altro per sopravvivere e per affrontare l'inizio di una nuova esistenza, lontana dall'urbe, in una città che è anch'essa culla dell'arte: Firenze.

Ricominciare non sarà semplice, Fiamma dovrà superare ostilità, invidie, pregiudizi, disprezzo, indifferenza, ma la sorte sembrerà sorriderle, finalmente, e sostenuta dalla presenza fedele e silenziosa della sua piccola amica e apprendista Camilla (l'unica persona cara che le resta della sua vita a Roma), protetta da un soldato enigmatico ma fedele e leale, la nostra orafa sente che può portare la sua arte in questa meravigliosa città, lasciando il proprio segno.

Fino a giorno in cui non accade ciò che ha già vissuto: la clientela e le committenze diminuiscono e in città sono apparsi due orafi giudicati da tutti eccellenti, i migliori in campo.

Chi sono?

La scoperta dell'identità di questi due orafi potrebbe cambiare definitivamente il corso della vita di questa donna, il cui cuore ormai si era barricato nel proprio dolore, rassegnato a non vivere più l'amore vero e duraturo se non nei propri sogni e ricordi.

Nei giorni in cui l'amore è stata la vera ragione che l'ha tenuta in vita, dando un senso ai suoi giorni, Fiamma aveva creduto che questo sentimento fosse eterno, come l'oro, anzi di più.
Ma la furia assassina del nemico aveva distrutto con violenza ogni suo sogno, strappando la vita al suo amore, provocando ferite mai rimarginate nella sua anima.
E proprio quando, ormai raggiunta una certa solidità e fama a Firenze, lontana da un passato doloroso, Fiamma crede di poter essere almeno serena - felice no, nulla più può ridarle felicità - grazie al proprio lavoro, ecco che qualcosa causa un terremoto nella sua esistenza, da cui lei aveva attentamente tenuto lontano altri uomini, legata com'era al ricordo di Lorenzo, il suo unico amore, anch'egli appartenente ad un passato felice, che mai più potrebbe ritornare.

Fiamma tornerà a riscoprire cos'è l'amore tra le braccia di un altro uomo, o il destino ha in serbo per lei altre sorprese...?

La scrittura di Lorena Bianchi è molto scorrevole, fluida, e la storia di Fiamma si legge con molto piacere e interesse; le brevi ma pertinenti descrizioni di luoghi e persone si incastrano bene con il racconto degli eventi, arricchendolo.
Si nota da subito come l'Autrice si sia ben informata sull'argomento della lavorazione dell'oro, utilizzandone i termini specifici, nonchè sul complesso contesto storico, mescolando abilmente personaggi fittizi con quelli realmente esistiti, creando così un'atmosfera suggestiva e affascinante, propria del meraviglioso mondo dell'arte (vengono citati artisti come Michelangelo, Donatello..., e le loro relative ed immortali opere).

Fiamma è una protagonista femminile che piace, perchè in se stessa conserva una dolcezza, una fragilità di donna che non le impediscono di essere però forte e caparbia al punto e al momento giusti, di non abbattersi anche quando ne avrebbe motivo, ma obbligandosi a prendere in mano più volte la propria vita per ricostruirla dalle macerie.

A sostenerla c'è la fiamma dell'amore, di un amore che non c'è più, fatto di soli ricordi. Ma potrà questa fiammella sostenerla da sola per sempre?

Seguiamo le vicissitudini questa donna bella e forte con molto coinvolgimento, grazie ad una narrazione ben strutturata e contestualizzata, dettagliata ma molto immediata, che ci fa entrare nel mondo di allora, lasciandoci passeggiare per le strade di Roma, facendocene quasi ascoltare le voci, le grida, i rumori, sentire gli odori, vedere le bellezze ma anche gli orrori, frutto della crudeltà dell'invasore; o ancora lasciandoci ammirare la bellezza, il valore artistico e la vanità di una Firenze affascinante.

Un romanzo molto bello, per il quale ringrazio la Rizzoli per avermi dato l'opportunità di leggerlo e che non posso che consigliare!

Nessun commento:

Posta un commento

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz