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lunedì 29 febbraio 2016

Recensione: IL TEMPLARE di Jan Guilllou



Un genere che mi piace molto, il romanzo storico, e questo di certo rientra alla perfezione nella categoria.


IL TEMPLARE
di Jan Guilllou


in lettura
Ed. Tre60
416 pp
9,90 euro
Siamo in Svezia, nella zona del Vastergotland, e tutto ha inizio nel lontanissimo 1150.

La giovane signora Sigrid, moglie del nobile Magnus Folkesson, è incinta del suo secondogenito e una notte ha una visione sovrannaturale: mentre un giovane cavaliere con le insegne da crociato si staglia davanti a lei, la voce dello Spirito Santo le suggerisce di donare ai monaci cistercensi la propria tenuta di Varnhem.

Il secondogenito, Arn, nasce poco dopo e sul piccolo, ancora ignaro di ogni cosa, già si sa che grava un destino che fa di lui un essere speciale.
Ma qual è questo destino? 
E' difficile saperlo con certezza anzitempo, ma una cosa è certa: è Dio stesso che a tempo debito mostrerà le proprie divine e perfette intenzioni ad Arn e a chi gli è vicino.

Il fatto di essere speciale e "designato da Dio" diventa evidente quando il piccolo ha solo 5 anni: cade tragicamente dalla torre del castello durante un gioco, tutti lo credono morto - anche se la speranza che non tutto sia perduto spinge i genitori a pregare con fervore per la sua salvezza -, quando a un tratto il piccolo si risveglia, come se il regno dei morti lo avesse rispedito nel regno dei viventi.
Non si può non gridare al miracolo, e i suoi genitori (la madre, in particolare, il padre è più restio), nel pregare il Signore, si lasciano scappare delle promesse a Dio, affinché Egli non si prenda il figlioletto.
Sigrid promette all'Onnipotente di consacrarGli interamente il bimbo, mandandolo in convento a studiare la sua Parola, affinché diventi un monaco o qualunque cosa Dio lo chiami a fare per servirLo.

Ma in realtà, quando il piccolo si riprende miracolosamente, Sigrid e Magnus ignorano il voto fatto nell'attimo di disperazione.
Il padre, in special, modo non vorrebbe mai che il figlio si allontanasse da casa per diventare un prete, perchè vede in lui delle buone potenzialità, e vorrebbe che gli succedesse come capo della propria stirpe, visto che il figlio maggiore  Eskil - non sembra portato per queste cose,

Le cose cambiano quando Sigrid viene colpita da una misteriosa malattia, che lei interpreta come un segno del Cielo: Dio non ha approvato la volontaria dimenticanza da parte dei coniugi nell'adempiere ai voi fattiGli, così i due - pentiti - decidono di mandare il ragazzino al convento di Varnhem.

Lì Arn cresce studiando le Sacre Scritture e imparando l’uso delle armi sotto la guida di Padre Henri e di fratello Guilbert - quest'ultimo è un cavaliere ritiratosi a vita monastica.

I frati che lo seguono si rendono da subito conto che il bambino ha un sacco di virtù e doni: ad es. ha una voce bellissima, che spicca all'interno del coro, rendendo soave e celestiale ogni inno, e lasciando a bocca aperta chi lo ascolta.
Non solo, ma Arn mostra di riuscire bene in qualsiasi cosa, tanto nello studio quanto in tutto ciò che è manuale, ad es. tirare l'arco, cavalcare cavalli di razza, maneggiare la spada con grande abilità.

Arn cresce educato e formato nelle cose relative alla fede cattolica, ferrato e dotto nelle Sacre Scritture e nella filosofia, abituato quindi a formulare ragionamenti impeccabili, dalla logica inattaccabile, destando stupore e meraviglia anche nei suoi maestri.
Come è normale per un ragazzino cui sono stati inculcati, sin dalla tenera età, i più rigidi insegnamenti monastici, Arn viene tirato su con un forte senso di ciò che è peccato, con relativi sensi di colpa per ogni minima infrazione; sembra assolutamente impreparato ad affrontare il mondo al di là delle mura monastiche ed infatti, nel momento in cui - adolescente - viene mandato temporaneamente via dal convento per capire qual sia la chiamata di Dio per lui, si ritroverà a vivere una serie di avventure, drammatiche eppure buffe, in cui verrà fuori tutto il candore e l'ingenuità di questo monachello, ma al tempo stesso le sue grandi capacità di giovane guerriero.

Un altro episodio - giudicato da alcuni come "miracoloso" - cambierà ancora una volta il corso della sua vita, facendo sì che molti uomini - che lo consideravano un rammollito, una mezza femminuccia in grado solo di pregare e far penitenza (cosa che anche Magnus ed Eskil pensano) - si rendano invece conto di avere a che fare con un ragazzo che merita il loro rispetto.

E nonostante la formazione monacale, Arn si ritroverà qualche ad assecondare i giovani istinti e gli appetiti del proprio corpo, e a dare ascolto alla voce del cuore quando finalmente troverà l'amore nella bella Cecilia.

Ma il destino ha in serbo per Arn una serie infinita di sorprese...

Lo sfondo di tutto il romanzo è il conflitto tra la Svezia e la Danimarca, e sovente le vicende personali di Arn sono intervallate da momenti in cui tutto ruota attorno alla presa di potere da parte delle varie famiglie nobili, che si contendono il trono.

Sono anni in cui i nobili si preoccupano praticamente soltanto di organizzare matrimoni dì interesse per i figli, affinchè ne vengano fuori vantaggi per ambo le famiglie, in termini di divisione e acquisizione tanto delle terre quanto di onori e poteri politici.
Tutto è dunque regolato da questa visione materialistica, per cui chi ambisce al trono ricerca l'approvazione di vescovi e cardinali per i propri loschi traffici, e alla diffusa fede cattolica si affianca però un approccio quasi superstizioso da parte dei ricchi, che pretendono di imporre il loro pensiero anche ai propri servi (pagani politeisti), i quali raramente sono trattati con umanità e al primo sgarro vengono puniti pure con la morte.

E' un romanzo storico a tutti gli effetti, pregno di particolari sul contesto storico-geografico, con al centro intrighi politici oltre a quelli familiari e personali (di Arn e delle persone che gli gravitano intorno); chiaramente, essendo la storia medievale della Svezia meno nota a (tanti di...?) noi lettori italiani, forse la parte in cui l'Autore si sofferma dettagliatamente su di essa, può arrivare al lettore con minor coinvolgimento; le vicende avventurose che vedono direttamente Arn come protagonista sono senza dubbio più interessanti, grazie anche al fatto che sono narrate con un pizzico di ironia.

Il ritmo narrativo è quindi un po' altalenante, cioè meno dinamico e veloce nei momenti di ricostruzione storica e più appassionante in quelli in cui ci si sofferma sulle avventure del protagonista, tanto buono e ingenuo come un bambino, quanto coraggioso e insospettabilmente forte, soprattutto con la sua sottile ma benedetta spada al fianco.
E con quella spada - e in seguito a vicissitudini poco liete - Arn vedrà compiersi il proprio solenne ed inevitabile destino, che si paleserà in modo inequivocabile a fine storia e che dà il nome a tutto il romanzo.

Ecco, in merito al titolo, ammetto che io personalmente mi ero fatta sviare, nel senso che mi aspettavo che le vicende narrate vedessero coinvolti i templari..., ma non è proprio così, e leggendo capirete in che modo e in che misura questi "santi cavalieri" hanno a che fare con la storia (futura) di Arn. 
E' pur vero che è solo il primo di una serie di romanzi storici ruotanti attorno a questo templare e ai suoi discendenti.

Sicuramente un romanzo scritto molto bene, con uno stile accattivante, dettagliato, che molto probabilmente piacerà soprattutto agli amanti del genere storico.


26. Un libro di argomento storico/avventuroso

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz