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giovedì 15 settembre 2016

Recensione film: PERICLE IL NERO (Stefano Mordini)



Un uomo dall'anima nera, come nera è la linea che divide in due non solo la sua schiena ma soprattutto il suo essere ambiguo, amorale, immaturo.
Un "peccatore dall'anima innocente" in cerca della propria identità.

PERICLE IL NERO



TRAILER
Liberamente ispirato all'omonimo romanzo di Giuseppe Ferrandino.

Presentato al Festival di Cannes 2016 nella sezione Un certain regard.

Italia, Francia 2016
Genere: Drammatico
durata 105'

Regia di Stefano Mordini
Con Riccardo Scamarcio, Marina Foïs, Valentina Acca, Gigio Morra, Maria Luisa Santella.


Pericle Scalzone (R. Scamarcio) è un giovane uomo che lavora per un boss della camorra emigrato in Belgio, tale don Luigino (G. Morra); quando non lavora per don Luigi, recita in film porno.
Per mestiere "fa il c*** alla gente", e la cosa va intesa in tutti i sensi, letterale in primis.

Ed infatti, la scena iniziale del film ci mostra subito un Pericle impegnato nella propria "missione" e la prima impressione che ne ricaviamo è quella di un giovanotto bruto, animalesco, che vive e agisce come un automa, anzi come una bestia, senza farsi domande o cercare risposte.

Pericle è stato adottato e cresciuto da questa famiglia di camorristi, non ha ricordi dei genitori (conserva un'unica foto della madre), è praticamente solo, senza amici, preso anche un po' per i fondelli da chi gli è attorno per il suo modo di essere un po' tonto, dall'aria a volte ottusa, distratta.

Un giorno gli viene affidato un servizietto ai danni di un parroco, che s'è preso delle libertà che non doveva; ma quando si reca dal prete per la spedizione punitiva, commette un grave errore: colpisce con violenza Signorinella, la sorella di don Gualtiero, un altro boss, e da quel momento iniziano i guai per Pericle, che dovrà scappare per evitare di farsi ammazzare.  

E' lo stesso don Luigi a dirgli di andarsene, perchè per Pericle c'è poco da fare.
L'uomo che l'ha praticamente cresciuto non fa granchè per aiutarlo.


"Don Luigi, ma io che dovevo fare?"   "Tu non dovevi proprio nascere"

Dopo aver cercato ospitalità qua e là, si reca in Francia e incontra una donna, Anastasia, con la quale subito "ci prova", seppur con i suoi approcci maldestri e, per certi versi, infantili.
Capendo che l'uomo non ha un posto dove andare, Anastasia lo ospita a casa propria, dove vive con i suoi due figlioletti; tra Pericle e la donna nasce a poco a poco una relazione, che dà a lui, per la prima volta, la piacevole sensazione di vivere in una "famiglia normale," con cui condividere la quotidianità dei rapporti.

Proprio lui che finora è stato "uno che le persone se le deve inventare" per sentirsi meno solo, per dare a se stesso, almeno con l'immaginazione, l'illusione di un'esistenza "normale".

L'incontro e il rapporto con Anastasia, che nonostante l'intimità fisica e la condivisione in termini di spazi (Pericle va a stare da lei) mantiene sempre un atteggiamento di diffidenza e distanza, daranno a Pericle il coraggio di prendere delle decisioni, di acquisire finalmente consapevolezza della propria identità e di rifiutare le regole del suo mondo di appartenenza.
Certo, Pericle non può sfuggire a un passato ingombrante e pieno di interrogativi, e solo affrontandolo a muso duro - come del resto è stato "educato" a fare - potrà provare a liberarsi, a riscattarsi.

CONSIDERAZIONI

"Pericle il Nero" è in fondo la storia di riscatto di un uomo che deve fare i conti con se stesso, con l'ambiente in cui è cresciuto, scoprirne i lati oscuri (che poi sono anche un po' i suoi), conoscere la verità su coloro che lo hanno tirato su, cancellare il passato e provare a costruirsi un futuro.

Il film ha un ritmo piuttosto lento e delle atmosfere sempre un po' buie (che del resto rispecchiano l'esistenza e l'animo del protagonista), è un noir poco movimentato, che nonostante parta da un contesto di camorra, non si sofferma su di esso, sui rapporti all'interno della malavita (genere che spopola già di suo e non c'è bisogno di fare nomi ^_^), bensì ha sfumature più "esistenzialistiche", quasi intime, se vogliamo, perchè al centro vi è non tanto il racconto di fatti, quanto l'evoluzione del protagonista, che si ritroverà a decidere a quale parte della sua anima vuol dare definitivamente spazio.

Il Pericle ben interpretato (nelle movenze come nelle espressioni facciali o nel modo di parlare) da Scamarcio non ha nulla di attraente, con i capelli sempre legati in un codino, l'aspetto poco curato, l'espressione tesa, lo sguardo ora inespressivo e assente ora incattivito dal tipo di vita condotta.

E' un uomo dalla personalità "semplice" e insieme difficile da capire, perchè se da una parte non può piacere proprio per il suo modo di essere cinico, amorale, un cane che obbedisce al padrone senza se e senza ma, dall'altra mi sembra evidente come l'intento del film sia quello di farci soffermare su quella parte infantile, quasi innocente, di questo antieroe: come dire, Pericle non è cattivo di suo, ma finora ha vissuto da cattivo perchè così gli è stato insegnato da sempre, e quello è l'unico modo di stare al mondo che conosce. 

Come anticipato all'inizio, c'è qualche scena non proprio edificante (più che altro all'inizio e sono meno di quante me ne aspettassi leggendo certi commenti qua e là...), si procede con una certa lentezza, ma io non sono d'accordo con quanti hanno parlato di questo film di Mordini in termini quasi totalmente negativi, anzi, secondo me, e come anticipavo qualche rigo su, ha il pregio di aver provato a guardare al mondo della camorra (in senso generale, della criminalità organizzata) da un punto di vista diverso da quello oggigiorno più impiegato; qui c'è una prospettiva più individualistica, che sorvola sulla vita criminale e i suoi loschi affari per soffermarsi sulla personalità di uno di essi, di quest'uomo "peccatore non cosciente delle proprie colpe" (e qui per qualcuno potrebbe scattare la legittima domanda: quanto e come un delinquente può essere considerato vittima del contesto in cui nasce e quanto invece decisamente colpevole perché sceglie volontariamente di farne parte?).

Il film è recitato in francese e in napoletano (i sottotitoli ci sono solo per la prima lingua, perchè il dialetto non è strettissimo tipo Gomorra), è accompagnato da un malinconico sottofondo musicale, è ambientato in Belgio (un elemento originale e diverso dal solito per questo genere di film) e non tra Pescara e Napoli come nel libro, col quale condivide uno sviluppo della storia di per sè non complesso, una certa semplicità nei personaggi che ruotano attorno al principale, così sfuggente ed enigmatico.

Personalmente ritengo che il film abbia colto il senso del romanzo, concentrandosi, come l'Autore, su Pericle, sulla sua personalità torbida, dalle tante sfaccettature: un cane addestrato a mordere a comando, dall'esistenza grigia, senza affetti, circondato da gente che non lo stima ed è pronta a liberarsene alla prima occasione, ma allo stesso tempo un uomo capace di intenerirsi davanti a dei bambini e di osare immaginare e sperare un futuro diverso da quello che ha vissuto fino a quel momento.

A  mio avviso, è un film che merita di essere apprezzato perchè "Percle il Nero" è un noir che contiene qualcosa di diverso e di originale rispetto alla stragrande maggioranza di film di questo genere, che invece rischiano di avere un po' tutti la stessa "impronta", di sottolineare tutti gli stessi aspetti in merito alla vita e alle attività dei criminali, cosa che Mordini nel suo film decide volutamente di ignorare.

4 commenti:

  1. Un rigorosissimo noir, che ha un solo difetto: è arrivato al cinema in un periodo in cui, tra la nuova gioventù dei film italiani e Gomorra su Sky, l'asticella si è alzata.
    Scamarcio bravissimo, regia senza sbavature, ma l'avrei gradito più sporco, più estremo. Nonostante le violenze e le umiliazioni, Pericle mi è sembrato un brav uomo, cresciuto nel malaffare.
    E Scamarcio, che parla un ottimo francese, avrebbe avuto bisogno di due ripetizioni di napoletano, uè uè!

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    1. Condivido tutto, comprese le ripetizioni di napoletano, jamm bell :-D

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  2. Che dire, bravissima Angela! Il film mi attira molto ma penso di leggere prima il romanzo a cui si ispira. Secondo te faccio bene o mi guardo direttamente il film? Un saluto :)

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    1. ciao Aquila, guarda io di solito leggo prima il libro, ma per carità, non ne farei una regola.
      Se ti va di vedere prima il libro, togliti la voglia, poi magari quando recuperi il romanzo lo leggi e potrai fare confronti ;)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz