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mercoledì 5 ottobre 2016

Recensione: IL BUIO DENTRO di Antonio Lanzetta



In uscita il 13 ottobre, IL BUIO DENTRO è un thriller coinvolgente che, muovendosi su due diversi piani temporali distanziati da trentuno anni, racconta una storia di amicizia, di tradimenti, di brutti ricordi e incubi che vanno affrontati per giungere alla risoluzione di misteriosi e crudeli omicidi.


IL BUIO DENTRO
di Antonio Lanzetta



La Corte Editore
Pag: 288
ISBN: 978-88-96325-85-8 
Collana: UNDERGROUND
Dal 13 ottobre 2016
in libreri
a
Il romanzo si apre mostrandoci  un'orribile scena del crimine: il corpo di una giovane viene ritrovato appeso ai rami di un vecchio salice bianco; alle caviglie ha i segni di catene, il cadavere è martoriato, decapitato e la testa è stata lasciata a terra.
Quegli occhi vuoti e fissi sembrano guardare Damiano Valente e chiedergli qualcosa.
Quegli occhi muti, per Damiano, parlano, urlano e lo riportano indietro nel tempo e gli ricordano una tragedia che 31 anni prima ha colpito una persona a lui cara.

E dopo 31 anni, Damiano è lo Sciavallo, un giornalista di cronaca nera, nonché scrittore affermato; lui è esperto in omicidi efferati e serial killer, ed è per questo che la polizia non può fare a meno di chiedere i suoi pareri sui casi più intricati.

E questo caso ricorda troppo ciò che è accaduto nell'estate del 1985, quando lo Sciacallo Damiano era un adolescente: anche allora una ragazza di nome Claudia, 15enne, fu ritrovata morta ammazzata col corpo deturpato per mano di un feroce assassino che non fu mai preso.

E quella Claudia non era una ragazza qualsiasi per Damiano: era sua amica, una sua carissima amica, compagna di giochi e avventure.

Dov'era lui quando la sua amica veniva rapita e uccisa?

Damiano è oggi un uomo provato nel corpo e nell'anima: è accaduto qualcosa di grave anni prima che l'ha reso mostruoso nell'aspetto; il suo viso è coperto di cicatrici, zoppica vistosamente, ha fitte lancinanti a una gamba e per fermare il dolore assume morfina.
E la morfina potrà attenuare il dolore fisico ma purtroppo poco può fare con quello che tormenta la sua anima, che negli anni è diventata un pozzo nero, buio, popolato da demoni e incubi per i quali sembra non esserci soluzione.

La narrazione delle indagini in cui Damiano è coinvolto (l'OGGI) si alterna con il 1985, anno fatidico che ha cambiato la vita non solo di Damiano ma anche di altre persone a lui vicine a quei tempi.

E così veniamo catapultati in quell'anno e conosciamo Flavio, un sedicenne che, una volta rimasto orfano della madre (il padre non l'ha mai conosciuto), deve lasciare Torino e andare a vivere in un piccolo paese di montagna, a Castellaccio, in casa del nonno materno, che non hai mai visto prima.
Il nonno, don Mimì, che è praticamente un estraneo per il nipote, è un uomo ombroso, di poche parole, ma non cattivo; in paese tutti lo rispettano e vanno da lui se hanno bisogno d'aiuto.
Flavio è triste e si sente solo, e teme che lo sarà sempre in quel luogo solitario con un nonno che non conosce, ma grazie a lui incontra un coetaneo, Stefano, il quale a sua volta lo inserirà nella piccola cerchia dei suoi amici.
Flavio fa amicizia con Damiano (proprio lui, il futuro "sciacallo") e Claudia (proprio lei, la futura vittima...).

Tra i quattro si instaura un bel rapporto di amcizia, anche se pian piano emergeranno i rapporti veri e quelli contrassegnati da invidia e frustrazione.
Flavio si sente attratto da Claudia, così carina e allegra, e riesce a entrare in sintonia anche con Damiano, caratterialmente più riservato e impegnato ad allenarsi per la corsa campestre alla quale parteciperà a breve.

In quell'estate del 1985 il rapporto tra i quattro adolescenti si rafforzerà, ma qualcosa di inaspettato e tragico rovinerà tutto per sempre.
Un mostro nascosto tra loro reciderà la vita di una povera ragazza innocente, cambiando per sempre, e in peggio, anche le esistenze di chi le vuole bene, tra cui i tre amici, Flavio, Damiano e Stefano.

I capitoli si alternano facendoci seguire i due fili della narrazione, cosicchè il filone delle indagini odierne, volte a scoprire chi ha ucciso la povera Elina (trovata sotto il salice, circondata da sinistre bambole appese agli alberi intorno, inquietanti spettatrici di una morte cruenta) si intreccia con vicende del passato: la mano che ha ucciso Elina è la stessa che ha colpito la povera Claudia?

Non solo, ma se il killer è in giro in libertà, vuol dire che altre giovani donne rischiano di fare la stessa orribile fine.

Il mostro va fermato e la polizia è convinta che per farlo sono necessari l'esperienza e l'intuito dello Sciacallo, che, ai piedi di quel maledetto salice bianco, è forse davvero l'unico in grado di dare una risposta a questo angosciante enigma.

Ma per affrontare il mostro, Damiano dovrà ritornare non solo in quei luoghi del passato ma anche tornare con la mente a quell'estate che da bella si è trasformata nella più brutta della sua vita, facendo riemergere dal pozzo nero della sua anima quegli amici che non vede da tempo.
Solo rivivendo l'incubo che sta da trent'anni avvelenando la sua esistenza, potrà guardare negli occhi lui:

"L’Uomo del salice. Damiano lo aveva guardato negli occhi. Aveva colto la follia che strisciava in quelle pupille dilatate dall’odio. Se le persone che davano la caccia al killer avessero potuto vedere ciò che aveva visto lui, si sarebbero rassegnati all’idea che il male esisteva, e non riusciva a smettere di reclamare vite."
L'Autore immerge il lettore in un presente in cui segue Damiano - sofferente e solo, guardato con cinica comprensione da chi gli è accanto eppure ritenuto indispensabile per la ricerca della verità - nelle indagini con la polizia, conoscendo tutti i particolari e gli indizi utili ad avvicinarsi sempre più al profilo del serial killer, cercando di cogliere segnali ed eventuali errori che possano far capire chi è; e viene immerso anche nel 1985, conoscendo Flavio, Damiano, Claudia e Stefano, il loro legame, e tra le righe, è possibile cogliere nella narrazione particolari che si riveleranno fondamentali nella soluzione del caso de "l'Uomo del Salice".

"Il buio dentro" è un thriller che tiene sempre desti l'attenzione e l'interesse del lettore,  è accurato e fluido nello stile e nel linguaggio, con personaggi di cui ci vien tratteggiato lo spessore psicologico; veniamo fagocitati dal buio e dai tormenti di un Damiano ormai uomo, la cui vita sembra però essersi fermata a quel 1985, quando non solo la giovane vita di Claudia è stata spezzata ma anche la sua (e non solo moralmente); viviamo la prima cotta di Flavio, l'ambiguità dei comportamenti di Stefano; conosciamo da vicino anche l'anonimo e crudele assassino che sta (nuovamente?) mietendo le sue vittime...

Un romanzo scritto bene, con colpi di scena e diversi momenti in cui aumenta la tensione narrativa, insomma un libro che una volta iniziato si ha voglia di continuare a leggere per arrivare alla fine, dove presente e passato convergono e dove l'anima, per troppo tempo rinchiusa in un oscura cantina soffocante, deve trovare la forza per liberarsi e risalire alla luce.

Una lettura avvincente che consiglio, soprattutto agli appassionati del genere.

4 commenti:

  1. Come se già non lo volessi, eh eh :)

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    1. se lo leggerai, mi auguro costituisca anche per te una bella lettura! :=)

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  2. Ciao Angela! Se c'è qualcosa che mi piace del tuo blog è il fatto che proponi sempre generi diversi e, all'interno di essi, scovi sempre qualche prodotto valido! Non sono per niente un'amante del thriller, ma nella tua recensione questo romanzo è presentato molto bene :-)

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    1. ciao cara, grazie. a me i thriller piacciono molto e sono sempre alla ricerca di qualcosa che mi colpisca!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz