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lunedì 24 ottobre 2016

Recensione: SICILIA TERRA BRUCIATA di Vincenzo Maimone



Una cittadina siciliana la cui placida vita viene sconvolta da una serie di efferati e truculenti omicidi che costituiranno un grosso grattacapo per il commissario Costante e un insospettabile pericolo per il suo amico, il professor Tancredi Serravalle.


SICILIA TERRA BRUCIATA
di Vincenzo Maimone


Frilli Editore
272 pp
12.90 euro
2016
Il romanzo si apre mostrandoci Serravalle in una situazione davvero drammatica: qualcuno deve averlo rapito e nascosto in un posto sconosciuto; l'uomo è solo e disperato, chiama aiuto ma nessuno lo sente...

La scena torna indietro di qualche tempo e assistiamo ad un altro dramma personale: l'ex-preside Orlando Roncisvalle, mentre cerca di tenersi in forma facendo un po' di corsa, viene ucciso da un pirata della strada, che dopo aver investito l'anziano ex docente, fugge senza nè chiamare aiuto nè tantomeno soccorrerlo di persona.

L'omicidio stradale di Roncisvalle, uomo non particolarmente amato dagli ex-colleghi, è solo il primo dei tanti problemi che il commissario di polizia Gacomo Costante è chiamato a risolvere.
Giacomo è appena ritornato in servizio dopo una vacanza forzata, e immediatamente gli si presentano svariati casi complicati, tra cui minacce di tipo mafioso ad alcuni personaggi di spicco.
Ma queste intimidazioni passano in secondo piano quando avviene il primo efferato omicidio.

La vittima è una professoressa, la signorina Santonocito, una 50enne nubile che vive da sola; viene ritrovata in casa propria, in un lago di sangue... senza lingua, che il killer le ha tranciato, portandosela via.

E' un assassinio talmente cruento da sconvolgere la cittadinanza; non solo, ma Costante nota, con grande disappunto, che oltre allo sgomento, c'è anche un evidente imbarazzo e una fastidiosa omertà tra coloro che conoscevano la vittima...

Chi era davvero la Santonocito? Che genere di vita conduceva?

Avendo l'assassino fatto "un buon lavoro" (non ha lasciato alcun indizio e nessun vicino ha visto nulla di strano), alla polizia non resta che interrogare i colleghi di lavoro, che però mostrano un atteggiamento scarsamente collaborativo.

"...l'animo di Costante ribolliva. Il miscuglio di reticenza e pavidità che ammorbava l'aria del liceo lo aveva disgustato profondamente, ma in fondo in fondo non lo aveva stupito. Nel corso degli anni, infatti, il commissario aveva elaborato una sorta di principio, di legge comportamentale che rappresentava, molto spesso, un ostacolo insormontabile nell'attività investigativa. (...) tutte le volte che un cadavere viene ritrovato in circostanza imbarazzanti, attorno ad esso si solleva una impenetrabile cortina di silenzio e omertoso pudore. Un fuggi fuggi generale da parte di chiunque sia a conoscenza di particolari o dati biografici in grado di agevolare in qualche modo l'analisi dei fatti o l'eventuale individuazione dei responsabili.".

Ma dopo di lei ci scappa una seconda vittima, un uomo anziano, un certo Barbagallo, anch'egli ex-professore e anch'egli (concidenza?) una persona abbastanza sola, dall'esistenza rigida e abitudinaria.
E anche dal suo corpo barbaramente ucciso, il killer porta via un macabro souvenir...

Acireale viene stravolta da una serie di omicidi brutali e sanguinosi e Costante, indagando, comincia a notare gli elementi che accomunano le povere vittime, i cui corpi orribilmente deturpati e mutilati rivelano che la mano assassina è sempre la stessa.

Ma chi può avere interesse ad ammazzare, e con tanta ferocia e inquietante precisione chirurgica, queste persone dalla vita tranquilla?
Una cosa è certa, e anche Tancredi Serravalle è costretto a notarla: i morti ammazzati sono tutti docenti...
Forse anche la sua vita è in pericolo?

Serravalle a Costante, entrambi legatissimi alla propria famiglia, da cui traggono forza e tranquillità quando le preoccupazioni incombono, sono amici, si parlano francamente e insieme ragionano su questi omicidi, cercando di venirne a capo.

L'Autore ci fa seguire tanto il punto di vista dei "buoni", di coloro che indagano per scovare l'assassino, quanto quello del cattivo, del serial killer, di cui ci fa conoscere il modo di pensare, le manie, la solitudine, i "demoni" del passato che lo ossessionano e lo spingono ad agire per soddisfare la propria perversa sete di vendetta.

Ma vendetta per cosa? Contro chi?

L'assassino, all'apparenza un uomo qualunque, anonimo, si aggira attorno alle proprie vittime come un'ombra silenziosa e imprecettibile che sa come agire, come acchiappare le proprie prede e braccarle senza via di scampo, senza dar loro tregua.

E anche il lettore si trova a seguire questa inarrestabile spirale di violenza che sembra non dare tregua non solo a chi legge ma ancor di più ai personaggi principali, coinvolti in un caso davvero complesso, che rischia di fare terra bruciata soprattutto attorno a uno di loro; quella stessa terra bruciata che caratterizza la desolata esistenza dell'assassino, un folle dalla mente spaventosamente lucida e precisa.

Un noir appassionante, con al centro un'indagine che cattura tutta la nostra attenzione e che verso la fine si carica di un ritmo sempre più concitato e ricco di tensione, anche grazie al fatto che l'Autore si sofferma sulla psicologia di vittime, protagonisti e serial killer.
Non posso che consigliarne la lettura.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz