PAGINE

lunedì 13 marzo 2017

Recensione: L'EMOZIONE IN OGNI PASSO di Fioly Bocca




Alma e Frida sono due donne che hanno, seppur in modo differente, perduto l'amore e smarrito ciò che dava senso della propria esistenza; per ritrovarlo decidono di partire per un viaggio speciale; il Cammino di Santiago, che diventa non solo un viaggio reale, ma ancor più metaforico, “spirituale”, di rinascita.


L'EMOZIONE IN OGNI PASSO
di Fioly Bocca


Sullo sfondo di questa storia narrata da Fioly Bocca vi è il Cammino di Santiago, intrapreso - ormai fin dal Medioevo - da tantissimi pellegrini per tante e diverse ragioni: un desiderio, una speranza, un dolore da lasciare andare.

Alma ha una ragione profonda che la induce a chiudere per qualche settimana la sua libreria nel cuore di Bologna e a partire: sta cercando di dimenticare Bruno, ma in realtà sono proprio i suoi appunti su un foglio spiegazzato a guidarla passo passo lungo il Cammino
La storia tra lei e il suo innamorato purtroppo si è interrotta a causa della lontananza.
Lui, infatti, vive nel Monferrato e fa il contadino: ama lavorare la terra, vivere immerso nella natura, allevare gli amati animali ed è consapevole che, per quanto ami la sua Alma, se dovesse lasciare la propria vita per amore, non sarebbe più l’uomo che è e in città si sentirebbe un pesce fuor d'acqua; e neanche se la sente di chiedere a lei di lasciare la libreria – aperta con sacrifici e fatica – per andare a vivere in campagna, perché spezzerebbe i suoi sogni e sarebbe una richiesta egoistica.

I due innamorati sono destinati a lasciarsi, coscienti che una storia a distanza è improponibile e logorante?

Per ora, pare di sì, ed allora, zaino in spalla, in compagnia di un quadernetto su cui scrivere sensazioni, pensieri, speranze, riflessioni, Alma intraprende questo cammino, sperando di ritrovare se stessa, di capirsi meglio ma anche di ritrovare lui, il suo amore perduto… Chissà, magari, un giorno si ritroveranno per non lasciarsi più, oppure capiranno che dovranno rassegnarsi a vivere lontani.

Frida invece è una psichiatra che vive a Torino e che ha di recente vissuto il dolore e il lutto per la perdita del proprio marito (morto mentre svolgeva il proprio lavoro di medico in Siria); dopo questo fatto terribile non si sente più in grado di occuparsi degli altri. 
Il dolore per aver perduto il suo compagno, il suo unico amore, è forte, e Frida non sa se riuscirà mai a sopportarlo, a rassegnarsi, così decide di intraprendere un doppio viaggio per riappropriarsi di sé e del suo Manuel. Anzitutto, va in Portogallo, decisa ad incontrare le persone che hanno contato per Manuel, prima che loro due si conoscessero, per parlare con loro e conoscerlo ancora più in profondità.
In seguito, decide di percorrere il Camino...

Alma e Frida si incontrano al termine di una lunga giornata di marcia a Puente de la Reina. Sono due donne totalmente diverse, ma tra loro nasce una bella amicizia, che sarà motivo di consolazione e forza.
Insieme scopriranno che la condivisione della fatica, dei momenti di solitudine e del dolore spesso anticipa un miracolo, perché scandisce il proprio tempo e influenza il destino di chi lo compie in modi che nessuno può prevedere.


Perché il Camino è così: è solitudine e condivisione; è simbiosi con la natura aspra e selvaggia, con il proprio corpo affaticato per il cammino e per la sete, è entrare in rapporto con la parte più interna di sé, fatta di dubbi, incertezze, paure, per cercare di farle emergere ed esorcizzarle.
Il cammino è fatto di tappe attraversate come viandanti solitari, alle prese con se stessi, ed altre in cui ci si incrocia con altri pellegrini, e con loro si condivide un pezzo di sé o anche solo semplicemente una pacca sulla spalla, un pezzo di pane, e questo basta a incoraggiare a riprendere il cammino nonostante i polpacci doloranti, in vista della sospirata meta.

Alma e Frida, ognuna a modo suo, mettono alla prova se stesse e il loro amore, e Frida in particolare dovrà far pace con le proprie emozioni di rabbia e frustrazione per questo marito così amato che non le sarà più accanto.
Lei, che è così granitica e pragmatica, da sempre pronta a far ricorso alla scienza per rispondere alle esigenze e ai traumi dei propri pazienti, saprà trovare le risposte per se stessa, ritornando a vivere pienamente la propria vita nonostante l’assenza di Manuel?

“Scrive Eluard: <<T’amo per tutte le stagioni che non ho vissuto>>. Io ti amo nonostante tutte quelle che ho vissuto lontano da te.”

Bruno ed Alma si amano davvero e una parte di loro vorrebbe vivere questo sentimento senza intoppi, totalmente, ma sono allo stesso tempo consapevoli di come l’amore abbia bisogno di libertà e non di gabbie ed imposizioni, di rinunce che tarpano ali e sogni individuali.
Entrambi, quindi, dovranno intraprendere un cammino che li aiuti a capire cosa vogliono davvero, e questo sarà possibile se lo faranno da soli per conto proprio, lasciando che sia il Caso, o il Destino, o Dio, a fare la propria parte, e se l’uno è davvero l’anima gemella dell’altra, di certo prima o poi le loro strade si incroceranno.

Considerazioni

Quella narrata da Fioly Bocca è una storia di rinascita dalle ceneri in cui di sovente la vita ci getta e dalle quali bisogna risorgere con determinazione.

“L’emozione in ogni passo” è un romanzo dalle atmosfere intime, che scava nei sentimenti, negli stati d’animo, nelle speranze, nelle paure, nei sogni delle sue protagoniste (e del lettore sensibile), ed è denso di passaggi molto belli, che fanno riflettere sulla vita, l’amore, le perdite, le coincidenze che spesso creano incontri, situazioni e dinamiche inaspettate, alcune volte dolorose altre confortanti.

Succede che nel corso dell’esistenza ci si perda a causa di un dolore, di una separazione, ma Alma e Frida ci dicono che non serve abbattersi e restare ancorati al passato, piuttosto bisogna avere il coraggio di alzare il capo e guardare avanti a sé, perché di certo un nuovo cammino ci aspetta: però dobbiamo muoverci e partire, il resto verrà passo dopo passo.


Mi è piaciuto questo romanzo perché l’Autrice riesce ad essere piacevole e scorrevole nello stile pur essendo anche molto profonda; ho apprezzato questa doppia valenza del viaggio, che non è solo un percorso fisico fatto di tappe, ma soprattutto un cammino dentro se stessi, per raggiungere consapevolezze importanti, perché “la distanza non è quella dei chilometri messi sotto le scarpe, ma quella da percorrere per avvicinarsi a sé.”





Obiettivo n.25
 
Un libro che parli di viaggi 



4 commenti:

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz