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giovedì 2 marzo 2017

Recensione: UN BATTITO NEGLI ABISSI di Antonella Tafanelli



Un breve romanzo che, partendo dal triste tema della violenza sulle donne, ci presenta la storia di una donna desiderosa di guardare con speranza al futuro, di non lasciarsi sopraffare dai fantasmi di un passato doloroso, aprendosi a nuove opportunità che la vita ancora le riserva.


UN BATTITO NEGLI ABISSI
di Antonella Tafanelli


Ed. La strada per Babilonia
115 pp
10 euro
2016
“Ho annullato me stessa e ogni livido lo vedevo come una forma di amore”.

Margherita è una donna bella e intelligente, con un lavoro ben avviato, una bella famiglia (purtroppo ha perso sua madre) e tanti cari amici che le rallegrano le giornate, tra cui spiccano Carla e Massimo, con cui si confida e che la conoscono bene.

Ma la vita serena che conduce oggi Margherita, non è stata sempre così: la donna ha alle spalle un matrimonio fallito ma soprattutto una storia di violenza domestica.
Sì, perché Margherita, quand’era giovane e inesperta, si è innamorata di uomo – sposandolo – che però si è rivelato un violento, che nei suoi momenti di ira irrazionale si avventava sulla moglie con calci, pugni, schiaffi, guarniti di insulti, cattiverie ed umiliazioni di ogni tipo.
Insomma, vere e proprie violenze fisiche e psicologiche, e ci son voluti anni prima che lei riuscisse a liberarsi di lui, non solo fisicamente, ma anche mentalmente: anni di analisi per cercare di recuperare se stessa dopo essere uscita da quell’incubo.

Ma si esce mai da certi inferni, che hanno provocato profondi solchi e ferite non solo nel corpo (i lividi dopo un po’ vanno via), ma ancor di più nel cuore e nella mente?

Scacciare paura, diffidenza, bassa autostima, senso di impotenza, solitudine, sfiducia verso gli uomini e l’amore…: tutto questo è difficile da eliminare subito, e anzi a volte è impossibile farlo.

Eppure Margherita è un osso duro, ha una tempra forte e grintosa; non che non abbia insicurezze e debolezze – come potrebbe non averne dopo l’esperienza con l’ex? -, ma col tempo e con l’aiuto di chi le vuol bene, è riuscita a rialzarsi e a riappropriarsi di se stessa e della propria vita, trovando la giusta stabilità emotiva.

Ma l’amore non ha smesso di bussare alla porta del suo cuore, nonostante questo cuore Margherita lo abbia chiuso in una sorta di cassaforte, così da proteggerlo da delusioni e sofferenze inutili; lei stessa si è infatti, trincerata dietro una corazza, dietro un alto muro che non desidera sia scavalcato da nessun uomo, perché il rischio di provare di nuovo paura è, nella sue mente, una spia sempre accesa, che la spinge a stare attenta, “sul chi va là”.

La protagonista (che vive in una città della provincia di Foggia), come dicevo, ha tanti cari amici che, quando possono, si riuniscono per trascorrere insieme serate in allegria, davanti a del buon cibo e a un bicchiere di vino; una sera le viene presentato un ragazzo, Marco, bello e misterioso, con cui scatta un’immediata affinità.
Ma a scattare immediatamente è anche il timore di imbarcarsi in una relazione che non si sa a cosa potrebbe portare, anche perché Margherita, pur essendo molto attratta da Marco, non è affatto convinta di voler iniziare una storia con lui (o con chiunque altro), rinunciando alla propria libertà di “single per scelta” col rischio di mettere in discussione la serenità faticosamente raggiunta.

La paura di soffrire, i fantasmi del passato che non smettono di affacciarsi alla sua mente… saranno più forti del desiderio di Margherita di amare di nuovo?

Più la conoscenza con Marco si approfondisce, più lei lo apprezza e comincia ad andare in crisi, e non sarà facile decidere cosa fare: dovrà combattere con la voglia di tenere tutto in equilibrio e sotto controllo, e capire se desidera che Marco la scuota, liberandola da quella prigione di sicurezza in cui si è arroccata per proteggersi.

È un romanzo breve ma profondo perché Margherita ci lascia entrare tra le pieghe della sua anima e ci racconta tanto di sé, della famiglia, della sua città (che è anche la mia!), del suo modo di essere, di ciò che ha sofferto e di come sia stato duro riemergere dall’abisso di dolore in cui il matrimonio sbagliato e l'amore malato con l'ex-marito l’aveva confinata.

Il tema della violenza sulle donne, lo sappiamo, è purtroppo fin troppo attuale e presente nella nostra società, e l’Autrice, attraverso la protagonista, sa come esprimere il dramma di chi ha condiviso anni con quella brutta categoria di ominicchi che hanno

“schiaffi per il tuo volto, (…) pugni per il tuo stomaco (…), strette così forti per le tue braccia, che il dolore ti fa compagnia. Hanno insulti così ripetuti e urlati che il tuo capo non può far altro che abbassarsi e iniziare a credere che la sbagliata sei tu”.

Ma “Un battito negli abissi” non vuol essere la storia triste di una donna ferita, bensì quella di una donna che anzitutto ha avuto il coraggio di dire basta alla violenza subita, e che poi ha cercato di non perdere se stessa ma di aggrapparsi a tutto ciò che poteva salvarla ed aiutarla a non affondare.

Ho apprezzato questo scritto: la scrittura immediata, fluida e un po’ “cervellotica”, propria di chi pensa e ripensa, rimugina e riflette sulle cose, le sviscera per comprenderle e per farle proprie; è un modo di narrare “intimo”, in cui ci vengono palesati i pensieri, le emozioni, i dubbi e le fragilità della protagonista.
Ho apprezzato anche l’ambientazione – come già precisato, San Severo, la città in cui sono nata e vivo, oltre ad altri paesi vicini menzionati –  perché  inevitabilmente ha reso la storia e i suoi personaggi familiari, vicini al mio mondo.

Consiglio questo libro, si legge velocemente per la sua brevità ma “pesa” per i suoi contenuti importanti e significativi.


Obiettivo n. 37 - Un libro molto breve ma in grado di trasmetterci emozioni, non importa se positive o negative purché ci smuova qualcosa dentro

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz