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sabato 22 aprile 2017

Recensione: "ECONOMIA DECENTE. Come crescere senza umiliare le persone" di Francesco Maggio



Un breve trattato che pone al centro l'esortazione (oltre che la necessità urgente) a realizzare un'economia decente che, prima ancora di tendere (ossessivamente?) allo sviluppo, punti all'equilibro e alla crescita di una società anch'essa decente, che non preveda (come già purtroppo accade, abbondantemente e quotidianamente) l'umiliazione delle singole persone ma il loro rispetto e la loro crescita.


ECONOMIA DECENTE.
Come crescere senza umiliare le persone
di Francesco Maggio

Ed. GruppoAbele
155 pp
14 euro
2016
"Quanto vorrei vedere tutti con un lavoro decente! è una cosa essenziale per la dignità umana": a scrivere queste parole, semplici e significative insieme, è papa Francesco, su Twitter, nel 2014.
Ebbene, al centro di questo piccolo libro c'è proprio l'argomento di un'economia e di una società decenti.

Cosa vuol dire decente
Decente vuol dire "conforme al decoro, alla dignità, al pudore". 

Oggi più che mai c'è urgente bisogno di un'economia che abbia questa grande connotazione, che sia cioè 

"rispettosa della dignità umana (e per questo capace di contrastare la disoccupazione e il precariato), conforme al pudore (e, dunque, in grado di evitare le retribuzioni "spudorate" di alcuni top manager e l'arricchimento vertiginoso di una minoranza), decorosa nel suo funzionamento (cioè ancorata alla produzione industriale più che alla finanza speculativa)."

E' possibile realizzarla o resta solo un'utopia sognata da qualche idealista un po' ingenuo?
E di cosa e di chi c'è bisogno perchè essa possa assumere i tratti della concretezza e non dell'illusione?

Se ci guardiamo attorno, dobbiamo ammettere che le cose vanno di male in peggio: i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, e la crisi mondiale che ci sta attanagliando da anni non ha fatto che rendere questo dato di fatto ancora più evidente.

Ne consegue un regime di disuguaglianza spaventoso, e nella pars destruens di questo trattato l'Autore ci fa soffermare proprio sui diversi errori in cui incorrono economisti (che hanno perso il contatto con la realtà finendo per fare solo tanta vuota teoria), industriali (poco concentrati sulla risoluzione concreta di problemi dovuti, ad es., all'evasione fiscale, alla disoccupazione, al lavoro nero, alle delocalizzazioni selvagge...), sistema finanziario/bancario (fragile, poco trasparente) e Terzo Settore ("sporcato" da retorica, banalizzazioni, buonismo sterile, mera autoreferenzialità, col rischio oltretutto di diventare miope ed incapace di scovare le mele marce al suo interno).

L'attuale economia è al collasso: è divenuta inadatta ad eliminare le disuguaglianze, anzi le accentua ingannando le persone e diffondendo la menzogna secondo cui le cose non sono poi così drammatiche e, in fin dei conti, la distinzione tra ricchi e poveri c'è sempre stata; non solo, ma essa - e la relativa diseguaglianza - sono fisiologiche alla crescita economica.
Come dire: c'è poco da lamentarsi ma solo da accettare questo status quo come immutabile.

Siamo di fronte ad una brutta copia dell'economia, che potrebbe essere bella se solo pensasse davvero alle persone piuttosto che ai numeri, se solo gli economisti si decidessero a svestire l'economia degli ingombranti caratteri di "scienza": essa è piuttosto una disciplina che deve trovare nell'interazione con altre discipline "sorelle" la sua forza, il suo arricchimento (storia, etica, psicologia, filosofia....)  per rimettere al centro di tutto l'Uomo e la sua dignità.

L'abbaglio principale di cui bisogna liberarsi è racchiuso nell'espressione homo oeconomicus, che parte dall'assunto che l'uomo sia un essere razionale che agisce solo per tornaconti ed interessi personali, ma questo non è esatto: l'uomo è capace di slanci di solidarietà e giustizia e nella pars construens di questo libro lo stesso Maggio ce lo dimostrerà.

In questo libro l'autore mette dunque a nudo l'inadeguatezza del modello economico dominante, troppo lontano dai reali problemi sociali; ma non si limita a demolire e a mostrarci le falle: in questo "mare nero, poco trasparente", confuso..., esiste una porzione di umanità coraggiosa che merita di essere menzionata.

Sono gli eroi per caso, uomini e donne che tra loro non si conoscono ma che con le loro azioni - straordinarie nella loro semplicità e spontaneità - contribuiscono a salvare il mondo e ci rammentano che c'è speranza e ciascuno di noi deve continuare a sperare e ad agire nella convinzione che è possibile cambiare le cose in meglio.
L'Autore ci ricorda alcune persone che si sono distinte negli ultimi anni per aver agito sulla base di principi etici - in nome della giustizia, del Bene, dell'uguaglianza... - e lo hanno fatto senza secondi fini.

Attraverso uno stile immediato, fluido, un linguaggio chiaro, preciso, tecnico senza scadere nel tecnicismo, ma anzi fruibile al lettore medio (a colui che magari generalmente non mastica argomenti di natura economica), Francesco Maggio ci porta a riflettere sull'urgenza da parte degli esperti di Economia affinchè si impegnino per recuperare l'aspetto umano di questa disciplina, così che la nostra società sia più decente, decorosa, rispettosa davvero per tutti.

È una strada percorribile, ma solo - come precisa la dedica - per "chi sa ravvedersi".

Un libro davvero molto illuminante e interessante; io personalmente ne sono venuta a conoscenza perchè ho assistito ad un incontro con l'Autore in una libreria del mio paese, e devo dire che Francesco Maggio è stato così chiaro e disponibile nel presentare il libro e nel dialogare con i presenti, da invogliare a saperne di più e quindi alla lettura. 
Spero di aver incuriosito anche voi!



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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz