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martedì 9 maggio 2017

Recensione: VIKTOR di Elena Ticozzi Valerio ("La stirpe di Inanna" - vol.II)



"Viktor" è il secondo appassionante capitolo della saga "La stirpe di Inanna", cominciato con "Palindra", che anche stavolta riserva al lettore personaggi interessanti, avventura e, tra vampiri e sacerdotesse potenti e pericolosi,  numerose prove da affrontare.


VIKTOR
di Elena Ticozzi Valerio

"Credi in ciò che sei e in quello che vuoi, e nessuno ti potrà fermare".

Palindra Stevenson, dopo aver vissuto un'esperienza tutt'altro che lieta, torna a casa, a Edimburgo, in compagnia di Viktor, consapevole che nulla sarà mai più come prima. 
Il suo amore per l'immortale cosacco si rafforza ogni giorno, ma oscure presenze tramano vendetta e il passato è pronto a chiedere il conto.
Il medaglione - oggetto di interesse nel precedente libro - non è più nelle mani di Palindra (nè tantomeno in quelle del museo in cui lei lavora e dove dovrebbe stare, al sicuro) e i problemi non sono finiti, anzi...: rumori di tamburi di guerra, dal sacro tempio di Inanna, già chiamano a raccolta la stirpe della dea per far vendetta di coloro che hanno commesso un'azione sacrilega: c'è stata una cruenta strage nel tempio delle sacerdotesse di Inanna, a causa di Bogdan (alleato dell'ex moglie di Viktor, Coralie), il quale ha sottratto la tavoletta sacra su cui è inciso il nome di Viktor che, se quest'oggetto venisse distrutto, morrebbe. 

Dietro tutto questo c'è dunque Coralie, desiderosa di vendicarsi di Viktor che, insieme al fedelissimo amico Tybaerius, ha ucciso il marito Cornelius; non solo, ma la donna vuol sacrificare l'ex marito per un'altra importante ragione, legata al proprio figlio, Konstantin.

La guerra tra la stirpe di Inanna e quella immortale di Lilith sembra inevitabile e dev'essere Viktor a fermarla, prima che sia troppo tardi e prima che essa possa arrecare conseguenze gravi sull'umanità intera.
Ma per vendicare la dea, l'uomo deve prima di tutto cercare di restare in vita, evitando che le tavolette col suo nome vengano distrutte.

Fortunatamente Viktor non è solo, ci sono più persone che gli vogliono bene e sono pronte ad aiutarlo come possono, come Tybaerius, col quale condividerà ancora momenti molto movimentati, in cui dovranno vedersela con vampiri alleati di Bogdan, aventi intenzioni cattivissime che metteranno in serio pericolo  gli affetti più cari di Tyberius.

In tutto questo, dov'è Palindra? 
La nostra archeologa dovrà intraprendere un viaggio pieno di insidie e di mistero per salvare la vita all'amato Viktor, circa in quale ha avuto delle terribili visioni.
Ricordo, infatti, che Palindra à una donna speciale: è una lector e la sua persona viene spesso travolta da visioni molto forti ed intense che si riferiscono a tempi, luoghi e personaggi del passato, che però hanno dei legami col presente e che le saranno utili per portare a compimento la sua missione.

In questo secondo capitolo, ritroviamo la tecnica di passare dal presente al passato molto frequentemente: i numerosi flashback intervengono nella narrazione per chiarirci determinati fatti e particolari del presente, e ci conducono dritti dritti nella dimensione dell’Oltre (la Söcietas Dräconum), a Ferä Håurï, la terra dei draghi.

Ritroviamo le caratteristiche tipiche del genere: la presenza di poteri sovrannaturali, dall'immortalità alla telepatia alla manipolazione delle menti da parte dei vampiri, sempre agili, scattanti, con il loro vizietto di allungare i canini e affondarli nel collo del malcapitato di turno per succhiargli fino all'ultima goccia di sangue; ci sono streghe, pozioni, riti antichi e misteriosi, e personaggi inventati si mescolano ad altri realmente esistiti (vedi Alice Kyteler).

Trovo che Palindra sia cresciuta un pochino, come personaggio, rispetto al primo libro: è diventata più consapevole del suo destino, non perchè conosca alla perfezione cosa l'aspetta, tutt'altro: è disposta ad andare incontro a pericoli sicuri dall'esito incerto pur di portare a termine il suo compito, che in questo caso è salvare la vita di Viktor.
Tra i due c'è un forte legame, un sentimento d'amore, che però tra le pagine del romanzo non trova molto spazio, in quanto i protagonisti vivono costantemene avventure che li tengono separati; ecco, sebbene non manchino riferimenti alle emozioni e ai pensieri dei protagonisti, non ho però riscontrato un grande coinvolgimento dal punto di vista emotivo ed empatico con essi, non come avrei voluto, almeno.

A parte questo, a me la saga paranormal di Elena Ticozzi Valerio sta piacendo, perchè trovo che le vicende siano appassionanti e ben raccontate; il linguaggio è ricercato e accurato, consono ai contesti, ai tempi e ai mondi antichi, senza essere pesante o "pomposo", anzi la lettura per me è risultata sempre scorrevole e vivace, nonostante i tanti salti temporali e spaziali, cui l'Autrice ci aveva abituato già nel primo volume.
Ringrazio l'Autrice per l'opportunità di leggere "Viktor"  e lo consiglio, in particolare a chi ama il genere paranormal fantasy; il finale è aperto e ci lascia presagire che ci sarà un seguito.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz