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sabato 9 settembre 2017

Recensione: LA MORBIDEZZA DEGLI SPIGOLI di Keith Stuart



Alex è un marito in piena crisi matrimoniale ed è il padre del piccolo Sam, di otto anni. La profonda crisi famigliare, unita ad altri episodi - passati e presenti - che influenzano lo stato emotivo di Alex, faranno sì che egli si avvicini al figlio, che non è un bimbo come gli altri: Sam è un bimbo speciale, è affetto da autismo e con lui suo padre deve cercare di instaurare quel rapporto magico e solidale che finora ha trascurato e che può permettergli di comprendere davvero non solo il suo bambino ma se stesso e cosa davvero sia importante per lui, per cosa valga la pena lottare..



LA MORBIDEZZA DEGLI SPIGOLI
di Keith Stuart





Ed. Corbaccio
423 pp
Alex e Jody stanno insieme da una decina di anni e la loro unione ha dato alla luce un figlio, Sam, che ora ha otto anni.
Sam è autistico, e anche se il livello della sua malattia non è dei più gravi (a detta degli specialisti) rapportarsi con lui è una battaglia quotidiana.
Battaglia che in realtà è stata combattuta principalmente dalla madre; lui, papà Alex, negli ultimi otto anni si è buttato a capofitto nel lavoro (agente immobiliare), trascurando le relazioni in famiglia, non supportando adeguatamente e costantemente Jody (se non nei casi e nei momenti davvero urgenti) nè tanto meno stabilendo un rapporto vero e proprio con il figlio.

Quando la moglie sbatte fuori di casa Alex dichiarando di non volere più tra i piedi un marito semi-assente, che non le è di alcun aiuto nel gestire Sam, l'uomo si ritrova spaesato, confuso e profondamente angosciato.
Sta rischiando seriamente di perdere moglie e figlio? C'è un modo per recuperarli e non perderli entrambi?

Alex è un uomo il cui carattere ha risentito di un episodio del passato che l'ha segnato, tenendolo prigioniero nelle proprie fitte maglie di dolore, sensi di colpa, ansia, paura di essere inadeguato, di combinare solo guai...: la morte del fratello maggiore, George, investito da un'auto quando era solo un ragazzino, sotto gli occhi impotenti e sconvolti del fratellino Alex.

Da quell'esperienza luttuosa e drammatica Alex non si è mai completamente ripreso e anzi, seguendo percorsi tortuosi, essa lo ha influenzato negativamente, rendendolo insicuro, con un velo di inevitabile tristezza sempre addosso, distratto, frenato nei rapporti con gli altri.

Ma adesso qualcosa deve decisamente cambiare perchè Alex non può continuare a nascondersi dietro le proprie insicurezze, dietro traumi irrisolti, dietro un lavoro che finora lo ha risucchiato... e che probabilmente ha fatto da "scusa" per star lontano da casa, da un contesto complesso, delicato, con un figlio difficile da capire e da accontentare a causa della sua malattia.

Non che Sam sia stato un padre assente (come invece lo è stato il proprio genitore per lui e per la sua famiglia), però di certo i tentativi sporadici di intendersi con Sam non hanno sortito grandi risultati e quel bimbo bellissimo e angelico è praticamente un piccolo sconosciuto per il suo papà, che pure lo ama tantissimo.

Alex è costretto a lasciare casa e chiede ospitalità al miglior amico, Dan, felicemente scapolo ed eterno adolescente, che lo prende con sè.

Mentre cerca di raccapezzarsi nella sua nuova vita da single, Alex deve fare il punto della situazione e affrontare tanti piccoli e grandi problemi lasciati irrisolti: il rapporto con la sua pragmatica e forte madre; quello conflittuale e sfuggente con la sorella Emma - all'apparenza superficiale, ma in realtà ha risentito anche lei di tutto il clima strano che regnava in famiglia dopo la tragedia di George; il problema del lavoro, che non è affatto sicuro e solido; la paura che Jody non lo voglia più e che si rifaccia una vita senza di lui...
Ma soprattutto, il rapporto con Sam: Alex deve trovare un modo per arrivare a lui, per entrare in punta di piedi nel suo mondo, che sembra caratterizzato da barriere insormontabili, da pensieri incomprensibili, da ansie, paure... che l'uomo teme di non saper affrontare adeguatamente.
Se restasse solo con Sam per diverse ore di fila, saprebbe gestire un'eventuale crisi di panico del bambino? 
Alex, a pensarci, ha i brividi e sente di essere impreparato.

Ma proprio quando, nel corso dei pomeriggi trascorsi insieme a questo figlio incomprensibile, che piange se lo si contraddice, che urla se vede un cane o se sente troppo chiasso e vede troppa gente attorno a sè, che odia la scuola perchè non si sente a proprio agio con gli altri bambini, che mangia solo ciò che dice lui senza se e senza ma..., insomma, proprio nei momenti in cui è in compagnia di Sam, Alex scopre che al figlio piace giocare a Minecraft (un videogame in cui il giocatore deve raccogliere materiali, costruendo oggetti, edificando rifugi ed evitando l’attacco dei mostri che la notte infestano il mondo del gioco) e questa passione diventerà il canale privilegiato con cui il padre riuscirà ad aprirsi un varco per arrivare a Sam e cercare di entrare davvero in sintonia con lui, imparando a comprenderlo e ad interagire in modo efficace, senza il terrore di dire e fare la cosa sbagliata provocando crisi ingestibili, ma guardando al figlio per quello che è realmente per lui: il suo meraviglioso bambino, che dentro sè ha un mondo speciale, da scoprire, da valorizzare.
Da amare.

Alex è un uomo con tante fragilità; non è una persona superficiale, tutt'altro: egli sente il peso del proprio ruolo di marito e padre, e desidera davvero prendersi le proprie responsabilità in modo serio e maturo, ma non è semplice per lui perchè ci sono dolori mai affrontati, che lo bloccano, lo spingono a fuggire, a giustificarsi, a chinare il capo di fronte a possibili fallimenti personali.

Sua moglie ha sempre avuto bisogno del marito ma questi non è stato presente su tutti i fronti, non sempre almeno, col risultato che "l'universo Sam" l'uomo lo conosce poco, o comunque meno di ciò che dovrebbe, ed è per questo che poi è spaventato all'idea di passare troppo tempo con Sam ed è ossessionato dal terrore di non "saperlo prendere" come invece sa fare Jody.
Ma come fai a rapportarti in modo giusto con qualcuno se non trascorri del tempo con lui, se non provi a stabilire un dialogo?
E se questo è difficile con persone "normali", quanto può esserlo con un bambino affetto da disturbo dello spettro autistico, che ha i propri tempi, il proprio linguaggio, i propri silenzi carichi di significati, di cose che non si sanno esprimere sempre e adeguatamente, di paure apparentemente irrazionali, di manie...?

Per conoscere davvero e intimamente Sam, Alex deve sì passare inevitabilmente "attraverso la sua malattia"...

"E' tutto ok, è solo autismo... (...). Ma le etichette servono solo fino a un certo punto. Non ti aiutano a dormire, non ti risparmiano rabbia e frustrazione".

Questo vuol dire anche che, per quanto utili, potrebbero non bastare testi scientifici sulla malattia per conoscere Sam; piuttosto, Alex deve arrivare ad una conquista importante: capire che...

"...essere un bravo genitore significa saper improvvisare ed essere spontanei; forse consiste nello stare veramente con tuo figlio".
"Sam è un essere umano, separato da me, separato anche da Jody. Non è un problema da risolvere, un contrattempo nei miei programmi (...). E' una persona e, da qualche parte, nella sua testa, ha le sue idee, le sue priorità, le sue ambizioni per il futuro, (...) ... vuole delle cose, vuole capire il suo posto nel mondo. E il mio compito dovrebbe essere quello di aiutarlo. Sam non è soltanto una cosa che mi è successa".

Trovare il percorso ideale per arrivare a Sam non è semplice, è irto di spine ed ostacoli, di tanti e frequenti errori e di qualche piccolo, graduale ma fondamentale successo.

E Minecraft si trasforma inaspettatamente in un ponte che permette a padre e figlio di rivelarsi l'uno all'altro, divenendo in un certo senso anche metafora di ciò che deve prefiggersi di fare Alex nella propria vita: costruire!

Sono troppi anni che gli scheletri e i fantasmi del passato lo turbano, lo rendono pauroso, ansioso...: è arrivato il momento di scegliere i materiali giusti per costruire mattone dopo mattone, le relazioni trascurate, le sole che danno senso alla sua esistenza, prima che sia troppo tardi.


"LA VITA E' UN'AVVENTURA, NON UNA PASSEGGIATA.
PER QUESTO E' DIFFICILE".


«La morbidezza degli spigoli», basato sull’esperienza vera dell’autore, è un romanzo che commuove, fa sorridere e fa riflettere, con leggerezza e profondità insieme, sulla forza e la ricchezza della differenza e sul fatto di ritrovarsi genitori di un figlio molto, molto speciale.
Il viaggio che conduce Alex verso Sam, verso Jody, verso gli altri famigliari, e ancor più verso se stesso, coinvolge emotivamente il lettore, perchè si percepisce tutta la difficoltà delle piccole conquiste di questo padre, che si scoraggia facilmente ma che non fa marcia indietro, anzi, tenacemente decide di non perdere i propri affetti, mettendosi in discussione e rendendosi conto che quel bimbo fragile nasconde tanta bellezza dentro di sè che può rivelarsi sorprendente.
Molto bello, è una storia che tocca il cuore; uno stile semplice e fluido, immediato e spontaneo che ti lascia entrare nella quotidianità di Alex e della sua famiglia e nelle loro complesse emozioni.
Assolutamente consigliato!!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz