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mercoledì 31 gennaio 2018

Recensione: BREVE STORIA DELLA MIA VITA di Stephen Hawking (RC2018)



La breve autobiografia di uno scienziato dei nostri giorni, segnato nel corpo da una grave disabilità che non gli ha impedito di affermarsi come uno dei più influenti matematici al mondo.



BREVE STORIA DELLA MIA VITA
di Stephen Hawking



Ed. Mondadori
134 pp
16 euro
"Per i miei colleghi sono semplicemente un fisico come un altro, ma per il pubblico più vasto sono forse diventato lo scienziato più famoso del mondo. Ciò è dovuto in parte al fatto che io corrispondo allo stereotipo del genio disabile. Non posso camuffarmi con una parrucca e degli occhiali scuri: la sedia a rotelle mi tradisce." 

Stephen Hawking, dopo l'enorme successo ottenuto con le sue opere divulgative a carattere scientifico, ha deciso di parlare per la prima volta di sè, della propria vita, dall'infanzia trascorsa a Londra negli anni del dopoguerra alla goliardica adolescenza al college, proseguendo con il manifestarsi della malattia neurodegenerativa che l'ha colpito all'età di ventun anni, riducendone le capacità di movimento e di comunicazione, fino a portarlo all'immobilità quasi assoluta.
Hawking è diventato nel tempo uno studioso di fama internazionale e in queste poche pagine, accompagnate da fotografie inedite, impariamo a conoscere un uomo dalle mille sfaccettature e dall'incredibile intelligenza, che con onestà, ironia e leggerezza ci racconta di sè bambino, della precoce passione per la matematica, lo studente curioso e brillante (inizia a frequentare l'università di Oxford a 17 anni), soprannominato dai compagni "Einstein", che trovava il lavoro accademico fin troppo semplice e per il quale non si impegnava come avrebbe dovuto...:

"...all'epoca condividevo tale atteggiamento con la maggior parte dei miei compagni di studi. Ostentavamo un'aria irrimediabilmente annoiata e la convinzione che non ci fosse cosa per cui valesse la pena di fare uno sforzo. Un effetto della malattia è stato di cambiare tutto ciò. Quando si ha di frnte la possibilità di una morte prematura, ci si rende conto che la vita reale vale la pena di essere vissuta e che ci sono innumerevoli cose che si vogliono fare."

Dopo la laurea in Scienze Naturali, intraprese il proprio percorso formativo in Cosmologia a Cambridge, cominciando ad interessarsi dell'origine dell'universo e del Big Bang.
La malattia (una forma di sclerosi laterale amiotrofica) gli fu diagnosticata a soli 21 anni e progressivamente finì per limitarlo nei movimenti, fino a costringerlo su una sedia a rotelle, oltre a dargli un sacco di gravi problemi collaterali, come quelli respiratori.

Ma comprendiamo subito come Stephen non abbia mai smesso di essere un uomo determinato, che si divertiva a fare scommesse con gli amici sull'esistenza dei buchi neri, che non si è precluso la possibilità di avere un'esistenza il più possibile vicina alla normalità - si è sposato due volte e ha avuto tre figli - e non ha mai smesso di lottare per conquistare un posto nel mondo accademico, decidendo di non arrendersi di fronte all'aggravarsi delle proprie condizioni di salute.

E' una lettura che si legge in pochissimo tempo, anzitutto per la sua brevità ma anche perchè fruibile e semplice nel linguaggio, e interessante nei contenuti: l'Autore ci racconta aneddoti e situazioni della propria vita privata e sintetizza, con parole accessibili ai suoi lettori, alcuni degli argomenti scientifici e matematici di cui si è maggiormente occupato, dalla teoria dei buchi neri al tempo immaginario alle spiegazioni su come ha avuto origine l'universo.
Ammetto di non amare particolarmente tutto ciò che ha a che fare con la fisica e la matematica, e per quanto la cosmologia mi affascini, in realtà poi mi perdo nei paroloni tecnici e finisco per distrami e capirci ben poco.
E' vero che in questo libro ci sono dei capitoli in cui l'Autore disserta sugli argomenti che ho menzionato più su, ma grazie a uno stile volutamente molto discorsivo e di facile comprensione, non mi sono annoiata e anzi è stato piacevole soffermarsi su contenuti appartenenti ad ambiti di conoscenza che (purtroppo) "mastico" poco ma che innegabilmente stimolano tante domande e curiosità.

Ma soprattutto, ciò che queste pagine mi hanno lasciato è una profonda e sincera ammirazione per un uomo che non si è lasciato sconfiggere dalla malattia degenerativa che l'ha colpito, il che non significa che non abbia affrontato il proprio personale "buco nero" (la depressione), ma che ha fatto della propria passione, della sete di studio e conoscenza, la missione di una vita, trovando sempre il modo di superare limiti e difficoltà e lasciandosi apprezzare per la forza di carattere e per l'intelligenza straordinarie.

Consigliato, in particolare a chi ama leggere le autobiografie.


Reading Challenge
obiettivo n. 13.
Una biografia o autobiografia di uno scienziato

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz