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sabato 10 marzo 2018

Recensione: PERCHE' I BAMBINI DICONO LE BUGIE? di Monica Tognoni



Un piccolo e scorrevole manuale utile per genitori ed insegnanti (ed in generale, per quanti ricoprono ruoli educativi) che, partendo dalla domanda "Perchè i bambini dicono le bugie?", si propone di offrire delle risposte a diversi quesiti che nascono da questo interrogativo principale, fornendo indicazioni importanti sulle modalità di intervento più adeguate, a scuola come in famiglia.


PERCHE' I BAMBINI DICONO LE BUGIE?
di Monica Tognoni



Ed. Giunti
122 pp
8 euro
2008
La bugia è un fenomeno umano che appartiene tanto all'universo degli adulti quanto a quello infantile; non solo, ma essa caratterizza il "normale" e sano sviluppo psicologico del bambino.
Ma cosa fare e come comportarsi quando l'intenzionale alterazione della realtà è usata dal bambino per nascondere ansie, bassa autostima ed altre problematiche a carattere emotivo e psicologico?

Il testo è suddiviso in sei brevi capitoli e parte dal cercare di definire cos'è la menzogna e come la definiscono i bambini stessi; dalle risposte raccolte in alcuni studi, emerge come essi capiscano che dire una bugia significhi dire qualcosa che non corrisponde alla realtà.

Ma la menzogna ha sfaccettature complesse e non di rado dietro un'affermazione non rispondente al vero non sempre c'è la reale e chiara intenzione di ingannare il prossimo.

Infatti, spiega l'Autrice (psicologa e psicoterapeuta, oltre che insegnante di scuola primaria), è possibile distinguere le distorsioni della realtà dovute a:


  • falsificazione: distorcere volontariamente e con consapevolezza la realtà per un determinato motivo/scopo;
  • "scherzi della memoria" (ricordi inesatti, falsati..., detti senza voler falsificare);
  • confabulazione (bugie frutto di danni cerebrali);
  • dissimulazione (omettere, nascondere delle informazioni importanti).


A questi casi si aggiungono i racconti sull'amico immaginario (non ascrivibili però al fenomeno menzogna), oppure si può mentire addirirttura dicendo tecnicamente la verità (ad es. enfatizzando un racconto veritiero attraverso l'ironia, il sarcasmo, essendo ambigui od evasivi e quindi inviando messaggi confusi a chi ci ascolta); anche un sorriso falso o enigmatico può sviare l'altro dalla verità.
Insomma, il mondo della menzogna è complesso e se lo è per gli adulti (per diene una: è difficile riconoscere una menzogna in modo inquivocabile, nonostante pensiamo ci siano dei segnali non verbali tipici della persona bugiarda), figuriamoci per i bambini, che più sono piccoli e meno hanno la capacità di spiegare fatti ed emozioni con chiarezza.

L'elemento fondamentale resta l'intenzionalità: in che momento dello sviluppo il bambino comincia a dire bugie perchè vuole effettivamente ingannare l'adulto?

I ricercatori non sono tutti unanimi nella risposta, c'è chi sostiene che prima dei 7 anni il bambino non menta con intenzionalità ma semplicemente perchè non distingue ancora realtà e fantasia, e altri studiosi che ritengono come già a 4 anni i bimbi sappiano organizzare strategie menzognere per ingannare i genitori intenzionalmente, ad es. con l'obiettivo di evitare una punizione.
Crescendo cambiano, nel bambino più grande e nell'adolescente poi, sia il concetto stesso di bugia che le motivazioni che li spingono a mentire; una menzogna può essere espressione di un bisogno, di un timore, può indicare una bassa fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, può essere un modo per richiedere attenzioni...

Il testo prosegue quindi nell'analizzare il perchè di certe bugie dette ai genitori (o agli insegnanti), cosa esse possono rivelare del bambino, quando vanno considerate delle spie di effettivi disagi ed eventualmente di disturbi psicologici.

I bambini sono sicuramente i protagonisti di questo libro, ed infatti al suo interno si dà loro voce, e il lettore può farsi un'idea di ciò che loro stessi pensano della bugia e del perchè si ritrovano ad utilizzarle.
Similmente, gli adulti vengono messi al centro del riflettore, perchè anch'essi possono mentire ai figli, magari con la convinzione di evitare loro dispiaceri o perchè non sanno gestire emotivamente la verità e le sue conseguenze nella vita dei propri bambini.

Un breve ma interessante percorso in questo fenomeno che appartiene all'esistenza umana e che quindi va indagato con lucidità, per poter intervenire in modo efficace cercando di capire il problema di partenza, e quindi approntando risposte educative adeguate, coerenti, che rafforzino i comportamenti positivi e scoraggino quelli negativi, e possibilmente prevedendo collaborazione tra le diverse agenzie educative, in particolare tra famiglia e scuola.

Adatto agli adulti - educatori, docenti, ma anche "semplici" genitori - che vogliono soffermarsi su quest'argomento, presentato in modo sintetico ma con chiarezza, con un linguaggio comprensibile anche "ai non addetti ai lavori".

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz