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mercoledì 25 aprile 2018

Gente che viaggia..., gente che legge (#1)



E' risaputo che i lettori compulsivi (o quasi) abbiano dei vezzi, delle abitudini, delle manie... che un po' li accomunano tutti, e una di queste è sicuramente quella di sbirciare i titoli dei libri in mano a persone attorno a sè.
Ci si inclina col busto, si allunga il collo, si cerca di mettere a fuoco osservando con insistenza, alternandola ad una certa indifferenza (giusto per non farsi sgamare, ecco), insomma si fa di tutto per cercare di scoprire quali letture stanno allietando i propri "vicini".

Ecco, siccome mi capita di viaggiare praticamente tutti i giorni per lavoro, inevitabilmente porto con me un libro da leggere, e non posso non far caso ad altri viaggiatori che, come me, trascorrono il tempo in pullman infilando il naso tra le pagine di un libro.

Queste sono tre letture di tre diversi viaggiatori.
Conoscevo di "fama" solo quello di De Giovanni e di Cacucci; devo dire che il primo edito da Adelphi mi incuriosisce molto.


TUTTO QUELLO CHE E' UN UOMO
di David Szalay



IBS
Nove uomini, in diverse età della vita, dall'adolescenza alla vecchiaia.
Un continente, l'Europa oggi – da Cipro alla Croazia, dalle Fiandre alla Svizzera –, fotografato in una luce cruda, quasi senza ombre.
I nove fanno quasi tutte le cose che i maschi sono soliti fare: inseguono donne, le abbandonano, tentano un affare improbabile, cercano un luogo dove vivere un esilio decente, chiacchierano, sognano un'altra vita.
E se a ogni capitolo tutto – protagonista, ambiente, atmosfera – cambia, fin dal primo stacco le nove storie sembrano una sola.

All'inizio stentiamo a riconoscerlo, il paesaggio che David Szalay ci costringe a esplorare, finché, per ogni lettore in un punto diverso, ciò che abbiamo davanti si rivela per quel che è, in tutta la sua perturbante evidenza: il nostro tempo, quello che viviamo ogni giorno, in forma di romanzo.




RONDINI D'INVERNO
di Maurizio De Giovanni



IBS
Il Natale è appena trascorso e la città si prepara al Capodanno quando, sul palcoscenico di un teatro di varietà, il grande attore Michelangelo Gelmi esplode un colpo di pistola contro la giovane moglie, Fedora Marra.
Non ci sarebbe nulla di strano, la cosa si ripete tutte le sere, ogni volta che i due recitano nella canzone sceneggiata: solo che dentro il caricatore, quel 28 dicembre, tra i proiettili a salve ce n'è uno vero.
Gelmi giura la propria innocenza, ma in pochi gli credono. La carriera dell'uomo, già in là con gli anni, è in declino e dipende ormai dal sodalizio con Fedora, stella al culmine del suo splendore.
 Lei, però, cosí dice chi la conosceva, si era innamorata di un altro e forse stava per lasciarlo.
Da come si sono svolti i fatti, il caso sembrerebbe già risolto, eppure Ricciardi è perplesso. Mentre il fedele Maione aiuta il dottor Modo in una questione privata, il commissario, la cui vita sentimentale pare arrivata a una svolta decisiva, riuscirà con pazienza a riannodare i fili della vicenda.

Un mistero che la nebbia improvvisa calata sulla città rende ancora piú oscuro, e che riserverà un ultimo, drammatico colpo di coda.



¡VIVA LA VIDA!
di Pino Cacucci



IBS
Un monologo fulminante che ripercorre i patimenti della reclusione forzata di Frida Kahlo, i lucidi deliri artistici di pittrice affamata di colore, la relazione con Diego Rivera.
In un Messico quanto mai reale e al tempo stesso immaginifico, Pino Cacucci mette in scena la sintesi infuocata di un’esistenza, la parabola di una grande pittrice la cui opera continua a ottenere altissimi riconoscimenti.
In poche pagine c’è il Messico, c’è il risveglio dell’immaginazione, c’è la storia di una donna, c’è la rincorsa di una passione mai spenta per un uomo.
L’ardente esistenza di Frida Kahlo dal vertice estremo dei suoi giorni.

Un breve libro che contiene una storia immensa.



4 commenti:

  1. Ciao Angela, anch'io, quando ero pendolare per studio, davo sempre una sbirciatina alle letture delle altre persone ;-) Dei tre romanzi conosco solo il secondo, anche se non l'ho letto!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz