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sabato 21 luglio 2018

Recensione: ORDO MORTIS di Salvatore Conaci



Un giovane insegnante, per motivi di lavoro, si trasferisce in un paesino della Calabria e si ritrova incastrato in un intrico di vicende oscure, dall'inquietante sapore esoterico e in cui il Male fa da padrone.




ORDO MORTIS
di Salvatore Conaci


Writers Editori
160 pp
17 euro
Nell'autunno del 1999 il giovane Alessio Conci ottiene un incarico di insegnante nella scuola media di un paesino nell'entroterra calabrese.

"...il buio era l'unica dimensione di quel minuscolo nido di anime": sin dal primo momento in cui mette piede in paese, il senso di desolazione e di inquietudine si insinua a fargli prepotentemente compagnia e, nel percorso che lo porta verso la villa in cui vivrà, il paesaggio urbano e naturale si connota di caratteri tristi, lugubri, sinistri: rami nudi che sembrano artigli, il fischio del vento che ricorda un macabro ululato, stradine deserte..., e una volta giunto nella nuova casa, le cose non cambiano.
La villa dei padroni di casa - gli anziani coniugi Roccia, riservati e silenziosi - ha anch'essa un'atmosfera tetra, tanto che ad ogni minimo rumore - che si presenta, alle orecchie del nuovo arrivato, sempre come un qualcosa di spaventoso, minaccioso - Alessio non può fare a meno di sobbalzare, senza in realtà sapere il perchè.
Forse è il fatto di trovarsi da solo in un posto nuovo, fatto sta che dalla prima notte nel nuovo appartamentino, Alessio si lascia prendere dall'emotività e dalla suggestione e non c'è sibilo o scricchiolio che non gli faccia accapponare la pelle...

Tutti questi indizi, lasciatici dall'Autore attraverso il punto di vista di Alessio, che di per sè è un giovane razionale, di buon senso, restio a lasciarsi andare a paure irrazionali e ad atteggiamenti "isterici", ci fanno presagire che qualcosa di oscuro aleggia sulla casa e, più in generale, nell'intero paese e nelle persone con cui Alessio avrà a che fare.

La mattina dopo il suo arrivo, Alessio si reca a scuola per cominciare il lavoro e il benvenuto non è dei più sereni; una donna anziana e dalla faccia incartapecorita gli si avvicina con aria misteriosa e gli dice: "Sta' attento, professore. Nella casa dei Roccia, nessuno canta nè danza, se non per la Morte!".

Frase più sibillina e, al contempo, più sgradevole, non poteva giungere alle orecchie di Alessio, che resta meravigliato e turbato sia al pensiero che questa sconosciuta sappia presso chi egli abiti, e sia per la frase in sè, che non ha proprio nulla di rassicurante.
Ma quella mattina Alessio fa la conoscenza anche di altre persone, tra cui il preside della scuola, la collega Lisia Reca - una giovane bella e bionda con cui scatta un immediato feeling - e il collaboratore scolastico Mario Lacri, che si dichiara pronto a spiegare al giovane professore, cosa intendesse la vecchia, che si chiama Emma...

Attraverso gli incontri con Mario, che avvengono sempre di nascosto e al riparo da orecchie e occhi indiscreti, un sempre più confuso e stupito Alessio viene a conoscenza di alcuni accadimenti che riguardano il paese e alcune persone in vista; storie vecchie di un secolo ma i cui infausti effetti si fanno sentire ancora nel presente; storie di sangue, di complotti, tradimenti e misteri girano che attorno a un passato oscuro, dominato da una  potente e pericolosa società segreta, caratterizzata da tradizioni antiche e terribili rituali, simboli esoterici e tetre iscrizioni latine (una su tutte, Memento Mori - Ricordati che devi morire) vòlti a celebrare non la Vita bensì la Morte.

Mario racconta ad Alessio, in particolare, di un fatto di sangue, atroce e raccapricciante, avvenuto moltissimo tempo prima, che vide coinvolta un'anima innocente e che proprio lui, Alessio Conci, è chiamato a "risolvere", in un certo senso, a portarlo alla luce, rendendo così giustizia alla memoria (e all'anima?) di chi ha sofferto ingiustamente per i "capricci" e per le follie di un gruppo di uomini oscuri e dalla mente concentrata esclusivamente su questo ordine anticlericale, che infatti ha allontanato dal paesino calabrese ogni traccia di religiosità (in special modo di cristianità).

Perchè Mario rende Alessio partecipe di queste fosche e spaventose macchinazioni? Cosa dovrebbe fare per opporsi all'antico ordine che spadroneggia, per quanto silenzioso e di nascosto, in paese e che in passato s'è macchiato di azioni scellerate?

"...lei è libero. Lei è semplicemente la persona giusta. E' evidentemente un puro di cuore, privo di macchie sull'anima. (...) è libero da ogni asservimento reverenziale nei confronti di queste persone. La purezza, la libertà, sono valori che non temono conseguenza alcuna. Tutto, prima o poi, si piega ad esse."

Suo malgrado, il protagonista si trova quindi coinvolto in una "avventura" della quale farebbe volentieri a meno, e in cui viene gradualmente coinvolta una persona alla quale lui si sta affezionando e con cui sta riscoprendo la bellezza di amare ed essere amato.

Ma non sempre si può possiamo cosa fare, e così il giovane insegnante si trova invischiato in una storia più grandi di lui dove l'unica cosa da fare è agire per smascherare il sottile e crudele gioco ordito dalla setta affinchè il loro meschino e occulto potere, che tiene da anni sotto scacco l'intero paese, possa essere debellato definitivamente.

"Ordo Mortis" è un romanzo thriller dalle sfumature horror; tutto è lugubre e contrassegnato da tenebre e desolazione, a cominciare dal paesaggio, descritto con termini e aggettivi che ce ne danno un quadro tetro, buio, cupo, triste, minaccioso; ci sono tutti gli elementi atti a creare la giusta suspense nel lettore e a permettergli di immedesimarsi nel protagonista, che vive sempre sul chi va là proprio perchè  circondato da sibili sinistri, rumori inspiegabili, da sagome sfuggenti e ostili; i luoghi in cui si ritrova ad agire hanno sempre questo carattere di pericolo nascosto ad ogni angolo, sono buii, isolati, e gli stessi sogni si trasformano in orribili incubi, in cui figure spaventose e tremende gli si avvicinano pronte a fargli del male.

Del resto, è logico che questa sia l'atmosfera di tutto il libro, in quanto quella di Alessio è una vera e propria lotta contro il Male, quindi non c'è posto per la luce, per ciò che è bello e rassicurante, a meno che non accada finalmente qualcosa che riporti il Bene nella vita delle persone di questo anonimo e sperduto paese.

Un romanzo piacevole, denso di citazioni latine e diversi riferimenti letterari; la scrittura dell'Autore è ricercata, si vede che c'è molta cura nella scelta di termini ed espressioni, però personalmente, quando le vicende narrate sono pregne di mistero e stuzzicano la mia curiosità, preferisco uno stile di scrittura più snello, meno ampolloso, così da rendere il ritmo più incalzante; ma è un gusto personale, ovvio, perchè comunque il libro è scritto bene e non è banale.

Consigliato, in particolare se vi piacciono le atmosfere un po' dark e fitte di mistero.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz