PAGINE

lunedì 8 ottobre 2018

Recensioni film: NAPOLI VELATA (F. Özpetek.) || ALASKA (Claudio Cupellini)



L'amore e la passione sono due elementi entrambi presenti nei due film di cui vi parlo oggi: Napoli velata di Ozpetek, dalle atmosfere misteriose e ambigue, e  Alaska, che ci racconta di un legame travolgente e irriducibile che prova a resistere contro tutti e tutti.




NAPOLI VELATA


2017
Regia: Ferzan Özpetek.
Cast: Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Borghi, Anna Bonaiuto, Peppe Barra, Luisa Ranieri, Maria Pia Calzone, Lina Sastri e Isabella Ferrari.

Il film ha ottenuto 8 candidature e vinto un premio ai Nastri d'Argento, 11 candidature e vinto 2 David di Donatello.


La protagonista di questo conturbante film firmato dal regista turco di "Le Fate Ignoranti" e "Mine vaganti", è Adriana, medico legale interpretato da una bravissima e intensissima Giovanna Mezzogiorno.

La scena iniziale vede proprio la Mezzogiorno mentre spara un uomo sulla soglia di casa, sotto gli occhi innocenti e sgomenti di una bambina.

Senza che si sappia chi siano e perchè la donna sia arrivata a commettere l'omicidio, si passa a ben altra ambientazione: siamo in presenza della rappresentazione teatrale del cosiddetto "parto dei femminielli", ed è in questo contesto che la bella Adriana incontra un giovane, Andrea (A. Borghi).
Tra i due c'è immediatamente un gioco di sguardi molto sensuale che lascia presagire ciò che poi effettivamente accade: Adriana e lo sconosciuto, travolti dalla passione, finiscono per passare una notte focosa a casa di lei; al mattino, si salutano con la promessa di un appuntamento, che fa sperare alla donna in una possibile frequentazione. In effetti, Adriana è essa stessa meravigliata del proprio comportamento: non è sua abitudine andare a letto col uno sconosciuto, ma Andrea l'ha attratta in maniera irresistibile; saranno stati i suoi sguardi insistenti, il suo modo di toccarla senza inibizioni, la sua sicurezza, in grado di farla sentire bella e desiderata.

E' quindi con entusiasmo e speranza che si reca, il giorno dopo, all'appuntamento al Museo Archeologico, alle 18; ma Andrea non si presenta e questo getta la donna nello sconforto.
Che se la senta o no, però, il lavoro chiama e lei è costretta a fare una sostituzione, ritrovandosi così ad esaminare il corpo orrendamente deturpato di un uomo cui hanno cavato gli occhi; con suo sommo stupore, Adriana riconosce da un particolare che il cadavere appartiene proprio ad Andrea.

Chi l'ha ammazzato e perchè? E per quale ragione ha inveito con tanta crudeltà sul corpo del ragazzo?

Da questo momento prende il via un'indagine che porterà alla luce più di un mistero.

In realtà, per quanto la protagonista sia senza dubbio interessata a capire il perchè e l'autore della morte di Andrea, non è la soluzione del caso ad essere al centro del racconto, anzi esso è piuttosto un pretesto, tant'è che l'indagine poliziesca si trasformerà via via in un'indagine esistenziale, che condurrà Adriana nel ventre di Napoli e soprattutto sulla soglia di un passato doloroso, dove giace un ricordo difficile da accettare, che lei ha rimosso per poter vivere.

Adriana è una donna sensibile, riservata e non ha una grande vita amorosa, anzi è chiusa in questo senso e non sembra incline a lasciarsi andare; è per questo che il travolgente e passionale incontro con Andrea la sconvolge, tanto che il pensiero di lui diventa un'ossessione per lei e la sua morte crea un vuoto inimmaginabile.

Parallelamente alle indagini della polizia - portate avanti da un commissario donna e dal suo vice, Antonio, un uomo buono, vedovo e con un figlio da crescere; con l'uomo Adriana instaura un rapporto di fiducia - Adriana porta avanti la propria, coinvolgendo l'amico di sempre, Pasquale, ma arrivare alla verità è difficile.

Del resto, se c'è una cosa che emerge chiaramente nel film è proprio questa: "la gente non sopporta troppa verità", e su essa c'è come un velo che impedisce di conoscerla in modo limpido.

Ma Adriana deve fare i conti con le proprie "verità nascoste" e cercare nel proprio passato per accettare quei pensieri e ricordi angosciosi che non le permettono di essere una donna libera, di vivere appieno e serenamente.
Intanto, a complicarle tutto arriva un ragazzo identico ad Andrea, che dice di chiamarsi Luca e di essere il gemello del morto...

Tra i due nasce un legame morboso, malato, fatto di passione (la stessa che l'aveva legata ad Andrea) e di ossessività e gelosia da parte di lui.

Chi è Luca, in realtà? Come si evolverà il suo rapporto con Adriana? 
Verrà fatta luce sulla sorte di Andrea?

Vi lascio cercare le risposte con la visione di questo film che ho trovato davvero molto interessante, originale, emotivamente coinvolgente e recitato splendidamente.

Il personaggio della Mezzogiorno è complesso, fragile, insicuro e tanto bisognoso di amore, di qualcuno che la faccia sentire davvero viva, perchè lei non è lo è mai stata davvero.
Nella sua esistenza ci sono solo fantasmi, e non soltanto per via della sua professione, ma per colpa di un passato che l'ha segnata e che emerge gradualmente, spiegandoci anche la scena iniziale, che sembrava scollegata dal resto della narrazione.
L'attrice romana è bravissima nel conferire alla sua Adriana una grande intensità, restituendocene le tante sfaccettature psicologiche ed emotive, le sue insicurezze, i malesseri interiori, la solitudine, i momenti di disperazione e di confusione, in cui sembra perdere il contatto con la realtà e con se stessa; ma forse è questa l'unica strada per aprire gli occhi su di sè (quello degli occhi, degli sguardi che vanno al di là delle apparenze, è un tema presente nel film) e risolvere quelle conflittualità che potrebbero annientarla.

L'ambientazione della città di Napoli è perfetta per accogliere questa storia fitta di mistero, allucinazioni, sensualità, ambiguità; alcuni suoi personaggi (in particolare quelli interpretati da Lina Sastri e la Ferrari) hanno un che di sordido e di sinistro; pittoresco è il buon Pasquale, che vuol tanto bene alla sua Adriana e cercherà di aiutarla, fino a quando potrà; enigmatica Adele, la zia materna di Adriana, importante perchè questa risolva il proprio disagio mentale.
Morboso e eccessivo il doppio personaggio di Borghi, al contrario del poliziotto Antonio, figura maschile positiva e rassicurante.
E' una Napoli che colpisce per il suo essere così chiassosa, "rococò", effervescente, colorata, piena di eccessi... e allo stesso tempo vera, genuina, ma non per questo priva di messaggi ambivalenti, oscuri, di cose che sembrano in un modo ma sono qualcos'altro.
E non potrebbe essere diversamente in questa città velata, piena di segreti che non rivela a nessuno e che ci lascia con un finale in piena armonia con tutto il resto: enigmatico, impenetrabile e per questo magico e affascinante.

Mi è piaciuto?
Fatta eccezione per le scene hot (very hot, davvero troppo per i miei gusti) ad inizio film tra Mezzogiorno e Borghi, sì, e devo confessarvi che partivo con basse aspettative, perchè mi ero imbattuta in pareri discordanti, alcuni dei quali molto negativi.
Invece mi ha sorpresa positivamente, perchè il regista ha saputo coinvolgermi, facendomi credere inizialmente di essere al cospetto di un noir, di un mystery, ma travolgendomi poi in una storia ricca di sensualità e dramma psicologico, in cui è inevitabile farsi trascinare dagli eventi e guardarli con gli occhi profondi e ardenti della protagonista.



ALASKA




2015
Regia: Claudio Cupellini.
Con Elio Germano e Astrid Bergès-Frisbey.

Il film ha ottenuto 5 candidature e vinto un premio ai Nastri d'Argento e 2 candidature a David di Donatello.

Fausto e Nadine sono due giovani con giusto qualche sogno nel cassetto: lui è italiano e fa il cameriere in un hotel di lusso parigino e sogna di diventare maitre; lei, francese, tenta la carriera da modella (neanche con troppo entusiasmo) ma il provino sembra andar male.
Si incontrano per caso, sulla terrazza del suddetto albergo, Fausto ci prova e per fare il figo porta la modella mancata nella suite più lussuosa dell'hotel; mentre sono lì, tra piscina e vasca da bagno, a sollazzarsi come se stessero a casa loro, arriva il cliente che ha prenotato la suite... e trovando i due intrusi, si appresta a denunciare l'invasione al direttore.

Per una serie di circostanze sfortunate (è solo la prima di una iattura infinita), Fausto si mette nei guai per proteggere Nadine, viene arrestato e va in galera.
Per due anni.
Nel corso della detenzione, lui - irrimediabilmente innamorato di questa sconosciuta a causa della quale s'è messo nei guai - scrive lettere all'amata, che non risponde a nessuna di esse.
Convinto di essere stato abbandonato, il povero e disgraziato Fausto si dispera ricevendo dolci consolazioni dall'amico di cella, ma con grande meraviglia, al termine dei due anni di carcere, chi trova davanti all'istituto di pena, pronto ad aspettarlo?
Lei, Nadine, che confessa di non averlo mai dimenticato.

I due capiscono di amarsi, vanno a convivere a Milano, lei intanto è riuscita ad affermarsi come modella mentre lui non trova lo straccio di un lavoro, finchè ad una festa di amici di Nadine, incontra un tizio dall'aria non proprio affidabile, Sandro, che gli propone di entrare in società con lui per gestire una discoteca, l'Alaska.
Essendo uno squattrinato, Fausto prende in prestito (cioè ruba) 30mila euro dal conto di Nadine per avviare l'attività, promettendole di ridarglieli.
Lei si arrabbia moltissimo, litigano furiosamente e mentre sono in macchina e bisticciano, hanno un incidente; lui ne esce incolume, lei mezza rotta, tanto da veder andare in frantumi la carriera di modella...

Questo tragico evento mette in crisi il rapporto tra i due e una serie di successive e sfortunate circostanze li allontaneranno, per poi avvicinarli e riallontanarli..., in un tira e molla che vede lei piangere sempre e lui urlare come un folle.

Questo amore, nato in fretta e sotto una stella non proprio buona, resisterà alle tante e inaspettate prove che tenteranno di allontanare i due innamorati?

La prima mezz'ora di film è in francese coi sottotitoli e per un attimo avevo temuto fosse così per tutto il tempo, invece no.., dopo che lui esce dal carcere, i due piccioncini tubano in italiano.

A me Elio Germano piace, lo trovo veramente un attore bravissimo, ed anche in questa performance lo è; il suo Fausto è un tantino sopra le righe, si incavola e si agita spesso, ma è anche molto, come dire..., appassionato, verace, genuino, grazie proprio all'interpretazione di Elio. Lei ha quest'aria da ragazza eternamente smarrita, di chi è capace di cacciarsi nei guai con poco e si aspetta che il principe azzurro venga a salvarla.

Da Parigi a Milano, i due vivono un rapporto decisamente burrascoso sin dal primo istante, combinano pasticci, quando lavora lei lui è disoccupato e viceversa, le persone attorno a loro vengono travolte dai loro guai e la galera è lì pronta ad attendere uno dei due.

Devo dire di aver seguito le turbolenti vicende sentimentali di Fausto e Nadine con un certo interesse, quindi non posso dire che il film non mi sia piaciuto; nonostante tutto, l'ho trovato "eccessivo", nel senso che avvengono tante, troppe cose e in poco tempo, la sfiga perseguita inspiegabilmente i due, che però alla fine e a modo loro rappresentano la fragilità dell'universo giovanile (beh, non di tutto l'universo, si spera che i tipi combinaguai come Fausto e Nadine siano in netta minoranza) nella difficoltà a realizzarsi e a trovare una stabilità, non solo economica, ma di coppia e, in generale, nella vita. 

E tra pianti, strilla, qualche morto più o meno accidentale, tradimenti e litigate, si giunge ad un finale in cui a trionfare è lui, l'amour, quello vero, tenero e forte, che vince ogni ostacolo, pure quello delle sbarre ^_^

Carino, forse non imperdibile, ma sufficientemente godibile.


2 commenti:

  1. Due film imperfetti, ma senz'altro interessanti.
    Il primo, pasticciatissimo, l'ho rivalutato un po' con il tempo, e ho trovato bellissime anche le scene di sesso incriminate dalla stampa. L'altro, che si perde nel finale, mi aveva comunque colpito per il suo essere, all'apparenza, così poco italiano - e della protagonsita femminile, vista altrove ma mai trovata così bella, mi sono proprio innamorato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, il primo ha un che di confuso però l ho trovato lo molto intrigante, del secondo apprezzo soprattutto elio :-D

      Elimina

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz