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giovedì 8 novembre 2018

Nata l'8 novembre: Margaret Mitchell



Ha scritto soltanto un romanzo nella sua vita ma le è bastato perchè il suo nome non fosse mai più dimenticato: sto parlando di Margaret Mitchell, l'autrice di Via col vento.


Nata ad Atlanta l'8 novembre 1900, la piccola Margaret aveva solo tre anni quando ebbe un piccolo incidente domestico: la sua gonna prese fuoco su una griglia di ferro e sua madre, per evitare che accadesse di nuovo, iniziò a vestirla coi pantaloni, tanto che si guadagnò il soprannome "Jimmy", cosa che la bimba si portò dietro fino all'adolescenza.
Ma tutta la sua vita fu costellata da eventi poco fortunati, come tre incidenti automobilistici, due cadute da cavallo e una commozione cerebrale quando una bottiglia di whisky lanciata da un ospite ubriaco la colpì alla testa.

Margaret ha iniziato a scrivere in tenera età, avendo cura di "rilegare" i suoi libri; all'età di undici
anni, "fondò" la propria "casa editrice" chiamata Urchin Publishing Co.; in seguito, avrebbe cominciato a scrivere le sue storie in quaderni rilegati.

Durante la sua adolescenza, ha scritto un romanzo intitolato The Big Four, sulle ragazze in collegio; il manoscritto è andato perduto, del resto lei stessa ha distrutto alcuni manoscritti e altri sono stati distrutti dopo la sua morte.

E' stata una studentessa indolente e svogliata; nutriva vaghe aspirazioni ad entrare in psichiatria. Ma quando sua madre morì durante la pandemia di influenza del 1918, Mitchell lasciò lo Smith College e andò a casa per gestire la casa per suo padre e suo fratello.

Mitchell era nota per la sua civetteria nei circoli sociali di Atlanta, per la lingua tagliente e il linguaggio "poco pulito", oltre che per fumare tre pacchetti di sigarette al giorno e bere grandi quantità di alcol.
Nei primi anni '20, Mitchell iniziò a collezionare libri erotici; lei e le sue amiche erano interessate a "tutte le forme di espressione sessuale". In una lettera alla sua amica Harney Smith, la  Mitchell nomina Fanny Hill di ohn Cleland e Aphrodite di Pierre Louÿs tra i suoi libri preferiti. Durante questo stesso periodo, stava già scrivendo Via col vento (che vinse il premio Pulitzer nel 1937).

Margaret Mitchell ha subito un infortunio alla caviglia che ha interrotto la sua carriera di giornalista. Suo marito John Marsh portò a casa tantissimi libri dalla biblioteca per intrattenerla durante la convalescenza; non solo, ma un giorno portò a casa una macchina da scrivere Remington Portable n. 3 e le suggerì di scrivere il suo libro. Cominciò immediatamente a lavorare su un romanzo dell'era della Guerra Civile con un protagonista di nome Patsy O'Hara, usando occasionalmente parti del manoscritto per sostenere un divano traballante.

Sono state intervistate circa 14.000 attrici per il ruolo di Scarlett O'Hara; per pubblicizzare l'uscita del film, i fans della scrittrice furono invitati a votare per le loro attrici preferite - e Vivian Leigh ottenne solo un voto. Ma Margaret Mitchell ha personalmente approvato la scelta di questa attrice per la propria Rossella.

La seconda guerra mondiale spinse la scrittrice a fare volontariato per la Croce Rossa americana, cucendo camici da ospedale e mettendo toppe sui pantaloni dei soldati. Ma la più importante responsabilità di Mitchell era scrivere lettere di incoraggiamento ai soldati.

Margaret Mitchell morì il 16 agosto 1949, cinque giorni dopo essere stata investita da un taxi mentre attraversava Peachtree Street nel centro di Atlanta. Non aveva neanche 49 anni.



https://blog.bookstellyouwhy.com

4 commenti:

  1. Grande Margaret, il suo "unico" romanzo è conosciuto in tutto il mondo; quel Via col vento ha fatto sognare intere generazioni.
    sinforosa

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  2. Assolutamente, ha fatto sognare anche me ;)

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  3. Sai che non ho mai letto "Via col vento"? E' un classico, ma temo sia un po' "mattone"... interessante la vita dell'autrice, spesso non si tende a considerare cosa succede a chi scrive libri...

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    1. Sicuramente è un bel librone,in certi momenti descrittivo (del contesto), però lo trovo scorrevole e soprattutto scritto benissimo e con personaggi ben delineati.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz