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venerdì 16 novembre 2018

Recensione: IL MINIATURISTA di Jessie Burton



Ingenua e povera, la giovanissima Petronella Oortman, fresca sposa del mercante quasi quarantenne Johannes Brandt, non sa granché di come va la vita; non sa nulla di tradimenti, segreti, vecchi rancori, avidità e bigottismo… e di come tutto questo possa recare conseguenze tragiche nell’esistenza delle persone che sono divenute ormai la sua famiglia.


IL MINIATURISTA
di Jessie Burton



Ed. Bompiani
trad. E. Malanga
440 pp
18 euro
2014
E’ un freddo ottobre del 1686 e la diciottenne Nella Oortman - sposata da pochi giorni - è appena arrivata in quella che sarà la sua nuova casa, ad Amsterdam, nei pressi del canale Herengracht.
Ad attenderla, con suo grande disappunto, non c’è suo marito, Johannes, bensì la sorella di lui, Marin, e i due servitori, Otto e Cornelia.

L’accoglienza non è proprio delle più calorose; per quanto gentili e cortesi, Otto e Cornelia si dimostrano diffidenti ed enigmatici, e Nella non può non notare da subito le strane occhiate che i due spesso e volentieri si lanciano, come se sottintendessero fiumi di parole dietro quegli sguardi silenziosi ma eloquenti. Un dialogo muto dal quale lei, fresca padroncina di questa dimora, è tenuta fuori, ovviamente.
Ma la sorpresa meno piacevole è la cognata, Marin: ancora giovane fisicamente ma con uno sguardo rigido, da donna vissuta, la sorella di Johannes non si perde in smancerie e lascia immediatamente trasparire il proprio modo di essere tutt'altro che affettuoso e amichevole.
Di poche parole e riservata, Marin è un osso duro, una che sa mettere in riga chiunque, che con il solo sguardo e la lingua affilata sa come lasciare il suo interlocutore a bocca aperta, e la povera Nella è costretta a fare i conti con questa realtà sin dai primi momenti.
Lontana da casa, dai suoi affetti, avrebbe desiderato essere vezzeggiata anzitutto dal consorte..., ma questi è via per lavoro; del resto, ha sposato un ricco mercante, non ci si può aspettare che se ne stia in casa a far nulla quando ha tanto di cui occuparsi per far vivere negli agi la sorella e adesso pure la mogliettina!
L'unico retaggio della sua "vecchia vita da ragazza" è il parrocchetto, Peebo, che però le viene allontanato perchè non è consono che Nella se lo porti in camera da letto; e nella sua nuova camera, la neo sposa si ritrova più sola che mai, a disagio in presenza di quadri dai soggetti inquietanti e non proprio piacevoli da rimirare; sola tra quelle pareti e cuscini e coperte ricamate, Nella immagina come sarà convivere con questo suo affascinante marito, più esperto di lei in tutto; pensa con timidezza alla loro prima notte di nozze insieme e, memore dei consigli materni, è abbastanza pronta ad assolvere ai propri doveri di moglie.

Ma quando il marito torna dal viaggio di lavoro, Nella s'accorge che è sfuggente; è gentile, sì, le ha fatto dei bei doni (vestiti, soprattutto, degni di una vera signora, cose che lei non ha mai visto in casa sua, poveri com'erano con quel padre ubriacone e scialacquatore che si ritrovava), ma è come se la evitasse, se si trovasse terribilmente a disagio con lei, e quando Nella prova ad avvicinarglisi con fare seducente per lasciarli intendere di "essere pronta" a quell'intimità che ci si aspetta tra marito e moglie..., lui la scaccia con repulsione, come se l'idea di un contatto fisico con la ragazza gli provocasse... ribrezzo.

Com'è possibile? Ma in che casa è finita Petronella?
E va bene che sua madre le aveva detto che non doveva farsi illusioni di incontrare l'Amore, che la chiave di tutto sarebbe stata unicamente il suo corpo e quello avrebbe dovuto usare col consorte (ed è ciò che è disposta umilmente a fare, del resto...), ma addirittura suscitare una tale incomprensibile reazione in Johannes...., questo è troppo!
Rifiutata senza un perchè, Nella si sente umiliata e disprezzata; forse per farsi perdonare la propria freddezza, Mr Brandt fa un regalo alla propria giovane consorte donandole uno stipetto in rovere e olmo, che rappresenta la loro casa in miniatura: è il regalo di matrimonio di Johannes per Nella e l'invito è quello di arredarla, rivolgendosi al miniaturista più bravo di Amsterdam. Beh, a dire il vero è anche l'unico.
L'artigiano, su richiesta di Nella, comincia a intagliare e incidere piccole e splendide miniature per la sua nuovissima cliente, e il primo pacchetto è accompagnato da un misterioso messaggio: oggi donna è artefice del proprio destino; ma con suo sommo sbigottimento la ragazza si accorge anche di come il miniaturista si prenda libertà che non dovrebbe, mandandole pezzi non richiesti.
E non sono pezzi a caso, bensì oggetti che hanno senza dubbio il loro significato..., che fanno riferimento a particolari di casa Brandt che l'artista non può conoscere (a meno che qualcuno non glieli abbia detti). Ad es., tra i doni c'è una culla vuota..., che sembra quasi una presa in giro per Nella, che fino a quel momento non è stata neppure sfiorata dal coniuge.

Insomma che sta succedendo?
Curiosa e testarda, Nella si porta dietro la vivace e chiacchierona Cornelia - l'unica presenza amica in questa casa fredda e cupa - e va alla ricerca della bottega dello sfacciato miniaturista con l'intenzione di chiedere spiegazioni e di interrompere i rapporti, visto che lui si sta dimostrando impudente ed invadente con le sue piccole opere (di cui Nella non può non apprezzare il pregio, la raffinatezza, la precisione).
Ma con sua gran sorpresa, non vi troverà nessun miniaturista, piuttosto una figura che ora le appare ora le sfugge all'improvviso, quasi come un'apparizione; tra i due inizia una sorta di magico dialogo sempre più fitto, fatto non di parole ma di minuscoli straordinari manufatti che inspiegabilmente raccontano i misteri di casa Brandt. Anzi, ad essere sinceri, a Nella sembra quasi che vedano nel futuro, come se l'artigiano la stesse avvertendo di cose che accadranno...

Casa Brandt è un covo di segreti, di porte che si aprono nel silenzio e si chiudono cigolanti, di rumori di passi nella notte, di sussurri affannosi, e Nella, nel trovarsi nella penombra dei corridoi, ha sempre l'impressione che qualcuno sia nascosto per spiarla.

La protagonista è giovane e semplice, viene da un'esistenza fatta di privazioni, da una famiglia di contadini e il pensiero di lasciare Assendelft per recarsi nella vivace Amsterdam, in casa di un uomo di successo, che ha contribuito alla ricchezza della città, è qualcosa di eccitante e nuovo per lei.
Mai avrebbe immaginato di ritrovarsi accanto un marito invisibile, che non la degna di uno sguardo e la cui gentilezza ha un che di paterno; una cognata indisponente, sgarbata, schietta nel senso più sgradevole della parola; un servo di colore (Otto), che sarà di certo un brav'uomo, devoto al padrone, ma anche molto taciturno, sempre sulle sue; menomale che c'è Cornelia, l'unica che dà retta a Nella, anche se pure lei ha i suoi momenti in cui tace e alza un muro di silenzio difficile da abbattere.

Ma perchè Johannes l'ha sposata se poi non la voleva veramente? Che razza di matrimonio è il suo? Che esistenza l'aspetta? 

"L'amore è meglio quando è un fantasma che quando è reale, è meglio rincorrerlo che trovarlo".

Nella pian piano imparerà a conoscere anche come avvengono gli affari di suo marito, la vera situazione finanziaria della famiglia, e questo grazie ai coniugi Meermans, i quali collaborano con Brandt affinchè questi venda il loro zucchero.
Ma la giovane avverte che c'è qualcosa di spiacevole tra le due famiglie, una qualche ragione di cui lei è all'oscuro che rende Mr Meermans molto ostile verso il buon Johannes. 

E Johannes e Marin: anch'essi nascondono qualcosa, hanno dei segreti?
Se in camera dell'algida Marin, Nella scopre messaggi d'amore appassionati nascosti tra mappe e libri esotici, del marito ella dovrà capire ben altre cose: scoprire certe verità può essere molto doloroso, ma una brutta verità sarà, alla fine, sempre meglio di una (apparente) bella bugia.
Nella dovrà armarsi di coraggio e della capacità di perdonare per accettare la verità e combattere accanto al marito e, in generale, alla sua nuova famiglia, per non soccombere di fronte alla cattiveria di chi, in nome di vecchi rancori, per sete di denaro e per vendetta, ha deciso di mandare a picco il povero Johannes.

"Le parole sono come l'acqua in questa città, Nella. Una goccia può farci annegare".

E certe parole, certe dichiarazioni, potrebbero davvero rovinare i Brandt... e i presagi di una prossima rovina incombono su tutti loro come una nube oscura, carica di una pioggia di veleno che non aspetta altro che cadere e travolgerli nella tragedia.

Intanto, come un occhio da "big brother" che c'è e ti vede senza che tu riesca ad individuarlo, il miniaturista guarda ciò che accade in casa Brandt e crea le sue straordinarie opere che stanno in un palmo di mano a mo' di avvertimento, come a dire alla ragazza: "le cose possono cambiare", ma devi riconoscerle e accettarle:

"Sono incursioni nella sua vita che Nella ancora non riesce a decifrare. C'è una storia dietro a quei pezzi, la sua storia, ma non è lei a raccontarla. (Il) miniaturista intesse la mia vita, pensa la ragazza. E io non riesco a prevedere le conseguenze".

Saranno la paura di perdere tutto e di vedere piombare accuse infamanti e pericolose sul capo del sempre pacato  e misurato Johannes a permettere alle tre donne di casa di allearsi, per cercare di attutire il colpo, mentre intanto alcuni segreti davvero non possono più essere tenuti nascosti...

"Il miniaturista" è un romanzo storico ambientato nella Amsterdam di metà 1600 e l'Autrice ha ricostruito il contesto di quel tempo con sapienza e accuratezza; siamo in pieno fermento commerciale, da non moltissimi anni è nata la Compagnia Olandese delle Indie Orientali e a far da sfondo alle vicende personali e famigliari di Nella Brandt è proprio la frenesia di commerciare e arricchirsi;  la sete di potere, di danaro, unita all'ottuso e bigotto perbenismo vigente a quei tempi in quei luoghi, porterà al precipitarsi degli eventi, fino a giungere ad un finale che inevitabilmente è amaro ma che pure conserva, a ben guardare, i semi della speranza, di un nuovo possibile inizio.

Io amo i romanzi storici e questo non ha fatto eccezioni; lo stile narrativo è scrupoloso, preciso, i personaggi sono affascinanti per quella punta di mistero (esclusa Nella) che nascondono; la figura del miniaturista e il filo che lega le sue pregiatissime miniature con i fatti privati di casa Brandt ha un che di magico, di ammaliante, anche se non nego che avrei preferito che proprio questo personaggio fosse approfondito un po' di più, proprio perchè accattivante; ma immagino che il suo essere sfuggente e inafferrabile rientri nell'intento narrativo dell'Autrice, che in questo modo stuzzica fino alla fine il lettore e la sua curiosità.
Avevo timore a iniziare questo libro perchè avevo letto diversi pareri di lettori che l'avevano trovato troppo dettagliato e quindi lento, ma sono contenta di non aver avuto quest'impressione (sarà, ripeto, che già di mio amo il genere), tutt'altro, ho letto le oltre 400 pagine con vivo interesse e lasciandomi coinvolgere dalle vicende e dai piccoli colpi di scena presenti.

Lo consiglio, in particolare a quanti prediligono i romanzi storici, in cui la finzione si mescola sapientemente con dati reali, e a quanti desiderano gustarsi una storia  scritta magistralmente, che non preveda necessariamente il classico happy ending 😊

4 commenti:

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz