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martedì 22 gennaio 2019

Recensione: A TOR BELLA MONACA NON PIOVE MAI di Marco Bocci (RC2019)



I personaggi di questo romanzo, ambientato nella frazione della capitale Tor bella Monaca, custodiscono in se stessi il desiderio di riscattarsi da una vita fatta di sfruttamenti, delusioni, penuria di quattrini, ambizioni non ancora realizzate (e che probabilmente resteranno solo sogni), e per uscire dal triste buco dell'anonimato sono pronti (alcuni di essi) anche a lanciarsi in "imprese" improbabili e non proprio lecite.
Ma si sa..., cattivo ci devi nascere, e se uno è buono dentro, è difficile che si trasformi in ciò che non è.


 A TOR BELLA MONACA NON PIOVE MAI
di Marco Bocci



Ed. Bookme
219 pp
7.80 euro
2016
Mauro Borri è un giovane che ha passato i 30, senza laurea e con la voglia di trovarsi un lavoro dignitoso attraverso concorsi (per i quali non studia...), ma per adesso deve accontentarsi di lavorare per lo Sciacallo, un romanaccio borioso e zotico per il quale distribuisce (rigorosamente in nero, per carità!) volantini in cambio di poche decine di euro a settimana.

Ahilui, la vita si sta dimostrando decisamente poco generosa e la ruota della fortuna pare girare per il verso sbagliato, per il buon Marco e la sua famiglia.
Tanto per cominciare, è appena morta la cara e dolce nonna Giulia, un'adorabile vecchietta con un buon appetito che dispensava dolci sorrisi a tutti in casa e, più di tutto, la sua pensioncina, grazie alla quale mangiavano tutti nella famiglia Borri.

Sì perchè casa Borri è alquanto affollata: oltre a Mauro ci sono infatti: la mamma con l'eterna cipolla infiammata al piede che la rende quasi zoppa; papà Guglielmo, un brav'uomo disperato perchè non riesce a farsi pagare l'affitto dal salernitano che s'è impiantato nella seconda casa da nove mesi e che non riesce neppure a sfrattare a causa di una burocrazia tutta all'italiana, lenta ed ingiusta, contro la quale - e, in generale, contro lo Stato assente che pretende solo tasse e la polizia che se ne infischia delle ingiustizie che si perpetrano ogni dì a Tor Bella Monaca - partono regolarmente filippiche accorate e angosciate.
E poi con loro tre vive anche il fratello sposato, con la famiglia (moglie e figlioletta, che ha due anni ma ancora non articola suono, il che desta inevitabili preoccupazioni ai genitori): Romolo, che ha 40 anni, lavora in una fabbrica prendendo uno stipendio da fame e sogna di migliorare la propria situazione, dando una casa alla sua piccola famiglia. Nel suo passato c'è il carcere, ma Romolo ha scontato la sua pena e adesso ha messo la testa a posto, lavora, non si mette nei guai, insomma non è più la testa matta e la pecora nera di un tempo.

Mauro, al contrario del fratellone, è sempre stato il buono e il bravo di casa: mai una bravata, mai un gesto avventato che potesse dargli problemi con la giustizia, sempre ragionevole e, per un po', ha dato ai genitori anche la speranza (poi disattesa) di avere un laureato in casa.

Ma Mauro si sta stufando di essere il bravo ragazzo che rallegra il cuore di mamma e papà; finora essere onesto non è che gli abbia fruttato granchè, se non avere le tasche vuote, disgrazia che lo ha  reso single, visto che l'amore della sua vita, la bellissima e sexy Samantha, che ormai è la sua ex, l'ha mollato proprio in quanto stanca di stare con uno spiantato senza futuro e senza una lira in saccoccia...
In alternativa, gli ha preferito un dottore ricco con cui è andata a convivere immediatamente, senza però tagliare del tutto i ponti con Mauro, col quale ogni tanto si sente o si vede.

Insomma, se la dea bendata continua a girarsi dall'altra parte e ad essere cieca, Mauro Borri ha tutta l'intenzione di darsi una mossa... e ad offrirgliela sono insospettabilmente i suoi due più cari amici, Fabio e Domenico.

I due ragazzi, proprio come Mauro, ne hanno piene le tasche di lavoretti inutili e malpagati, e il caso vuole che essi si imbattano nei loschi traffici di un cinese di nome Yun; così, euforici come non mai, chiedono a Mauro di unirsi a loro per mettere a punto il colpaccio destinato a cambiare le loro vite, rapinando niente meno che la mafia cinese.

Sebbene reticente, la tentazione di lasciarsi coinvolgere è troppo forte per Mauro, che però sa di essere fondamentalmente una brava persona e quindi per sua natura incapace di far del male, di mettersi volutamente nei guai, dando poi anche una grande delusione agli amati genitori.

Eppure Mauro non si dà pace: deve trovare il modo di riscattarsi, una via d'uscita che gli consenta di andare incontro al futuro a testa alta (e, già che c'è, di provare a riconquistare Samantha), di non restare un'anonima figura che si muove invisibile tra i casermoni di Tor Bella Monaca, ma di provare a dimostrare che lui non è un debole, non è solo un bravo ragazzo ma sa anche tirar fuori gli attributi quando vuole.

E mentre con gli amici cerca di capire come organizzare il colpaccio a danno dei cinesi, la vita gli mette davanti ostacoli e imprevisti.

Quel maledetto Ciro, il salernitano prepotente che non si decide né a pagare l'affitto né a lasciare l'appartamento dei Borri, sta facendo impazzire il povero papà, e Mauro sente che sta per scoppiare e che da un momento all'altro la rabbia verso le troppe ingiustizie dovrà trovare una valvola per sfogarsi...
Del resto, se aspetti che la polizia o chi per lei faccia il proprio dovere... stai fresco! Mauro lo sa: a Tor Bella monaca non piove mai!

Intanto il fratello, ex-delinquente redento, non fa che metterlo in guardia e ripetergli che "cattivi" si nasce, non ci si improvvisa, e Mauro si scontrerà con una realtà fin troppo imprevedibile e carogna e con un  destino beffardo che si prepara a giocare l'ennesimo brutto tiro al povero Mauro, ai suoi amici e alla sua famiglia...

L'esordio dell'attore Marco Bocci mi ha piacevolmente sorpresa; il romanzo ha uno stile molto scorrevole, la scrittura è fluida, vivace, l'Autore sa come essere diretto, "sfacciato" e ironico pur narrando di una periferia aspra e degradata, che conserva storie di vita di gente semplice che vorrebbe solo tirare avanti onestamente, di operai che a malapena riescono ad arrivare a fine mese, di giovani che non hanno grandi aspettative future ai margini della Casilina, tra i sottopassi (frequentati da tossici e soggetti poco raccomandabili, come l'inquietante Ruggero, ex-poliziotto magro come un chiodo) e i grigi palazzoni in cui sono cresciuti.


"...la gente ha bisogno di quella  ( la speranza) per andare avanti, anche una piccola dose ogni giorno, quel tanto che basta per ricaricare le batterie e combattere".

Giovani che aspettano che arrivi una buona occasione pure per loro, la svolta giusta per ritrovare la grinta e lo slancio, possibilmente senza mettersi nei pasticci dando retta a "pensieri che cominciano a diventare pericolosi, malsani...".

Bocci ha scritto una storia che ci scorre davanti in modo spigliato grazie a un linguaggio asciutto ed essenziale, all'uso del dialetto romano, alla presenza di dialoghi, ai personaggi, vivaci e a volte un po' grotteschi, al contesto realistico in cui le vicende sono collocate.
Ho letto in web che è in lavorazione il film tratto dal romanzo, scritto e diretto dall'Autore stesso, in cui reciterà anche sua moglie, Laura Chiatti.

Sono davvero curiosa e intanto vi consiglio questo libro, adatto per chi ricerca una lettura piacevole e non impegnativa.

2 commenti:

  1. Angela, ma pure Bocci ha scritto un romanzo? OH MAMMA...

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    Risposte
    1. sì e non è affatto male, credimi ;)
      mi è capitato di leggere libri di persone del mondo dello spettacolo, e alcune mi hanno piacevolmente stupita.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz