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lunedì 29 aprile 2019

Dietro le pagine di DOPO (The never list) di Koethi Zan




Una decina di giorni fa ho recensito sul blog DOPO di Koethi Zan (RECENSIONE), un thriller psicologico incentrato su delle ragazze tenute prigioniere in uno scantinato; esse riescono a liberarsi ma il ricordo traumatico di quella terribile esperienza non le lascia, neanche a distanza di dieci anni, però allo stesso tempo dà l'insospettabile coraggio di andare a caccia del loro "Hannibal Lecter".


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Cosa/chi ha ispirato questo romanzo?


Dopo (The never list) prende ispirazione in parte dalle incredibili e terribili storie di sopravvissute alla prigionia, come Elizabeth Fritzl, Natascha Kampusch (recensione libro), Sabine Dardenne, Jaycee Lee Dugard. 
Ragazze che hanno fatto una delle esperienze peggiori in assoluto e ognuna di loro ha dimostrato una forza inimmaginabile nel riprendersi la propria vita, nonostante un simile trauma. 
L'Autrice dice di essersi sentita quasi in soggezione rispetto a loro, cosciente di come le proprie quotidiane difficoltà fossero nulla in confronto a quelle vissute da queste donne.
Il suo scopo era creare un personaggio del genere: una donna forte di fronte all'orrore insondabile vissuto, che aveva bisogno di confrontarsi con il passato per capirlo.

Quando già aveva cominciato a scrivere il libro, venne fuori la notizia della fuga di una delle tre prigioniere di Ariel Castro (il mostro di Cleveland), Amanda Berry, che portò al salvataggio delle altre due (Michelle Knight e Georgina "Gina" DeJesus); Koethi era sbalordita e ciò che stava scrivendo divenne più surreale man mano che la storia procedeva. Aveva scritto un libro basato sul suo peggior incubo, ed eccolo lì sullo schermo, purtroppo reale, anzi, anche peggio della storia che aveva inventato.

Inevitabilmente saltavano agli occhi le somiglianze tra libro e fatti di cronaca, anche se la scrittrice non si era ispirata direttamente a loro: scrivere il libro era "solo" il suo modo di cercare di comprendere le difficoltà e la forza delle donne le cui storie l'avevano ispirata.

Ovviamente la Zan ha condotto ricerche prima di cominciare a realizzare il proprio romanzo.
Aveva passato gli ultimi dieci anni a fare ricerche indirette. in particolare studiando psicopatici, prigionieri di rapimenti e la mente criminale. Inoltre, ha frequentato una scuola di specializzazione in Studi cinematografici, avvicinandosi al Surrealismo con Annette Michelson, che, in un certo senso, ha un debole per il "lato oscuro".

Durante la stesura del libro, ho fatto ricerche formali su BDSM (Bondage, Dominazione/Disciplina, Sottomissione/Sadismo, Masochismo), psicologia anormale, studi sulle vittime, esperienze di donne rapite, le loro memorie, trascrizioni di prove, articoli di giornale. 
Per le parti riguardanti le pratiche BDSM, ad es., ha letto diversi libri sull'argomento, ma ha anche trascorso molto tempo in Internet, entrando proprio in siti Web e blog specifici, approdando su bacheche e in chat scioccanti, finendo per leggere una tal quantità di racconti inquietanti da iniziare a credere che, giunta a quel punto, nulla più l'avrebbe mai potuta sorprenderla, ma in realtà, proseguendo ad informarsi, era costretta e ricredersi perchè più si addentrava in "quel mondo", più conosceva altri siti, altre storie, altre immagini... che le restavano impresse nella mente.

Si è sommersa letteralmente di materiale, ritrovandosi in un mondo davvero molto oscuro e spaventoso, per tanto tempo; anche se chiaramente non può sapere come sia realmente vivere quel tipo di esperienza, sente di aver sviluppato una particolare empatia per quelle vittime e si augura che ciò che ha imparato emerga nel libro.

Infine, per quanto concerne gli autori che le sono stati di ispirazione, Koethi cita soprattutto due autori di romanzi polizieschi che hanno influenzato il suo libro, pur essendo tra loro molto diversi: Patricia Highsmith, le cui storie mantengono sempre un ritmo lento e minaccioso, e una tecnica letteraria e psicologica che la Zan apprezza tanto, e Steig Larsson, che è tutto azione e trame complesse e drammatiche.



Fonti consultate:    Articolo 1   Articolo 2

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz