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giovedì 6 giugno 2019

Leggere fa bene!



Sicuramente a tanti di voi che mi state leggendo sarà capitato di sentir parlare di LIBROTERAPIA.

Cosa si intende con questo termine?

Si tratta, secondo Rhea Joyce Rubin, di un "programma di attività basato sul processo interattivo dei media e delle persone che li usano. Materiale stampato e non, sia immaginativo che informativo, trattato e discusso con l'aiuto di un facilitatore" all'uso dei libri e della lettura nel trattamento dei disturbi nervosi".

L'idea che i libri possano creare benessere non è recente, bensì affonda le proprie origini nell'epoca dei faraoni: Ramesse a Tebe (XV sec. a.C.) aveva fatto scrivere sulla porta della biblioteca sacra la scritta "rimedio all'anima".


Il filosofo Aristotele credeva che la lettura potesse contribuire alla guarigione e così gli antichi Romani riconobbero l'esistenza di un rapporto tra lettura e medicina; Aulus Cornelius Celsus, enciclopedista dell'antica Roma, era convinto che la lettura delle opere dei grandi oratori fungesse da sostegno nelle malattie.

Dobbiamo aspettare il 18° sec. perchè in Europa le biblioteche entrino a far parte degli ospedali psichiatrici; il primo carcere ad avere una biblioteca fu Sing Sing nel 1840.
Anche in ambito militare si arrivò ad usare i libri per alleviare le sofferenze dei reduci nel Novecento.

Il termine biblioterapia è stato coniato dal reverendo Samuel McChord Crothers nel 1916, il quale sperava di creare una chiesa chiamata "Bibliopathic Institute", un luogo in cui i pazienti avrebbero potuto ricevere "trattamenti letterari da parte di specialisti competenti".
Nel 1937  William Menninger proponeva l'utilizzo della metodologia biblioterapica da parte di non professionisti del settore e la prescrizione di materiale di lettura come misura terapeutica con pazienti psichiatrici ospedalizzati.

Negli ultimi decenni la libroterapia si è andata via via consolidando perchè ci si è resi conto che  intorno a un libro (romanzo, fiaba, poesia) ruotano dinamiche in grado di mettere in modo vissuti di integrazione e crescita di sè".

Leggere ci permette di esperire nel modo più intimo possibile cosa voglia dire essere un altro essere umano e, tuttavia, tornare ad essere chi siamo, con una più profonda conoscenza di noi stessi;
E' uno strumento di sopravvivenza adattivo, ci permette di immagazzinare informazioni.


Queste pillole d'informazioni sull'argomento le ho rielaborate da un mini corso della dottoressa Rachele Bindi sull'argomento; trovate le slide in rete, senza troppe difficoltà.

6 commenti:

  1. Ciao Angela! Una riflessione sacrosanta sull'importanza della lettura :-) Si tratta senz'altro di una "terapia"!

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    1. È vero. I libri ci aiutano tanto e in tante circostanze!

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  2. In effetti io associo la lettura alla parola relax....un momento tutto mio in cui mi "tuffo" in un altra dimensione. Poi entrare in una libreria, sentire il "profumo" dei libri mi mette tanta calma.... che effetto benefico! 😉🤩

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    1. Una dimensione che ci fa stare davvero bene e ci permette di staccare un po' la spina dalla realtà!
      Il profumo dei libri? Magico *_*

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  3. Sono convinta anch’io che la lettura faccia bene. Per me lettura è sinonimo di rilassatezza, di evasione, di immersione in altri mondi... Ma ancor di più, per le poche volte che è successo, sebbene mi abbia impegnato molto in termini di tempo, è ancor più “terapeutico” scrivere.
    Sia col primo romanzo che col secondo non vedevo l’ora, durante la giornata super-impegnata tra scuola e famiglia, di sedermi al pc e scrivere, scrivere, scrivere. Buona giornata:)
    sinforosa

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    1. Sono d accordo sul fatto che anche la scrittura sia terapeutica!!!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz