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lunedì 3 febbraio 2020

Recensione: "Separazione e divorzio nella prospettiva dell'uomo violento" di Elda Panniello



Quando si verifica una crisi in un contesto familiare, le conseguenze sul piano affettivo, psicologico e sociale sono notevoli, non solo nel rapporto tra marito e moglie, ma anche tra genitori e figli.
In questo manuale l'Autrice Elda Panniello affronta il tema della separazione e del divorzio, soffermandosi, nell'ultimo capitolo, su un argomento tanto spinoso quanto attuale: la violenza di genere.



Separazione e divorzio nella prospettiva dell'uomo violento 
di Elda Panniello


Casa Editrice Kimerik
196 pp
19 euro
Il libro è suddiviso in quattro capitoli; i primi tre si propongono come una sorta di vademecum sintetico ma altresì chiaro e puntuale a vantaggio delle coppie che vivono una situazione di crisi coniugale e che necessariamente hanno bisogno di validi consigli legali; l'ultimo tratta la questione della donna vittima di violenza e quali passi debba seguire per potersi separare dal compagno che la maltratta.

Si parte dalla separazione, esaminandone le caratteristiche e distinguendo la separazione di fatto (si verifica quando uno dei due coniugi interrompe, andando via di casa, la vita coniugale; in questo caso, però, non vengono meno i diritti e i doveri tra marito e moglie e non permette di arrivare al divorzio) e quella legale, che a sua volta comprende la separazione consensuale (i coniugi trovano un accordo) e quella giudiziale, che può essere o meno "con addebito".
Importante è anche la presenza di eventuali figli, con tutto ciò che questo implica a livello legale e in termini di responsabilità da parte dei genitori, in merito all'affidamento, al mantenimento ecc.

Nel capitolo successivo si passa al divorzio, alla definizione che ne dà la normativa italiana, le sue peculiarità; anche qui si distingue tra divorzio consensuale o congiunto e giudiziale, che implica il mancato raggiungimento di un accordo tra coniugi; la legge precisa poi, in relazione agli effetti del divorzio, quelli che riguardano il coniuge e quelli concernenti la prole.

Se da un lato la giurisprudenza italiana, dai tempi in cui è stata approvata la legge sul divorzio (1970), si è orientata sempre più verso una risoluzione consensuale delle separazioni, dall’altro lato vi sono ancora dei vuoti normativi per quanto riguarda, ad esempio, convivenze di fatto e unioni civili, argomento affrontato nelle ultime pagine del secondo capitolo; a livello normativo, le convivenze non erano previste nel nostro ordinamento fino all'entrata in vigore del Decreto Cirinnà (2016), anche se dal 2012 comunque i diritti dei figli nati da coppie non sposate erano garantiti; il suddetto decreto regolamenta anche le unioni civili tra persone dello stesso sesso, specificando obblighi e diritti.

Dopo un capitolo più breve dedicato agli aspetti previdenziali - pensione di reversibilità, TFR -, c'è una sezione che riprende le domande più frequenti in merito all'argomento del saggio e ad esse si danno risposte sintetiche ma sempre molto chiare.

L'ultima parte è dedicata alla donna vittima di un coniuge o compagno violento; dopo aver chiarito cosa si intende per violenza e "violenza di genere" (e loro connotazioni), vi è un ritratto dell'uomo violento, delle caratteristiche di personalità tipiche del soggetto in questione, le diverse e subdole tattiche messe in atto per tenere sotto scacco la propria partner.
Emerge il complesso quadro di un uomo manipolatore, che non può (e non vuole) fare a meno di umiliare in ogni modo la moglie/compagna, anzi trae da questo eccitazione, gratificazione, sentendosi nel giusto e non mettendo mai in discussione la propria condotta, non davvero almeno.
Devastanti sono le conseguenze per una donna che si ritrova a vivere con un uomo del genere, e agli effetti emotivi e psicologici si aggiunge il terrore concreto che egli prima o poi, con la sua violenza, le faccia del male al punto di arrivare a provocarne la morte.

Se è vero che la separazione è già di per sé un evento traumatico, lo è a maggior ragione per una donna che subisce violenza domestica, per la quale non è affatto semplice arrivare alla consapevolezza di come il dramma che sta vivendo debba assolutamente essere interrotto, prima che la situazione degeneri in maniera irrimediabile; è ovvio che una donna che vive questa situazione va aiutata, sostenuta nella decisione di lasciare il partner violento ed è giusto che trovi nella Legge gli strumenti idonei a garantire la propria sicurezza (e quella di eventuali figli).
Ma si fa sempre più pressante altresì la necessità che, oltre ad una più specifica e concreta legislazione, a modificare sia la mentalità, i pregiudizi culturali, i falsi miti circa la violenza contro le donne, che possono generare ostacoli o rallentare la risoluzione del problema.

Questo volume - che può interessare principalmente quanti vivono una situazione di crisi coniugale e desiderano avere chiarimenti circa i propri diritti/doveri - è scritto con una terminologia chiara e accessibile anche a chi non ha molta familiarità col linguaggio giuridico; espone con rigore e nitidezza il quadro normativo che regola la fine del matrimonio - i tempi, i tipi di provvedimenti concernenti i figli in caso di separazione o divorzio - ed altre questione ad essa correlate.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz