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sabato 25 aprile 2020

Recensioni film: "MA" di Tate Taylor || L'UOMO DEL LABIRINTO di Donato Carrisi



Due killer capaci di compiere crimini efferati.
Ma mostri non ci si nasce, e i due assassini - protagonisti di queste due pellicole - sono diventati quello che sono anche a causa di esperienze passate dolorose e traumi non risolti.
Infettati dal buio e dal male, a loro volta ne sono portatori.


MA è un film thriller/horror diretto da Tate Taylor, con Octavia Spencer e Luke Evans, Juliette Lewis, Allison Janney, Missì Pyle.


L'adolescente Maggie si è appena trasferita dalla California nel paese dell'Ohio in cui è cresciuta sua madre Erica: un nuovo ambiente, una nuova scuola e nuove opportunità di fare amicizie.
La prima ad avvicinarsi a lei e a farla sentire parte di un gruppo è Haley, esuberante, sfacciata e dal carattere forte.
Nella comitiva c'è anche Andy, e tra lui e la timida Maggie nasce subito una simpatia.
Il gruppo di amici, come tutti i ragazzi della loro età, ha voglia di ballo e divertimento, e se c'è un modo sicuro per sballarsi, quello è bere alcolici.
Ma sono minorenni e non possono acquistare alcool, per cui un giorno mandano Maggie a chiedere a una donna, Sue Ann, di comperarne per loro.

La donna li asseconda, e non solo: suggerisce ai ragazzi di non andarsene in giro a bere alcool, perchè potrebbe essere pericoloso, ma se vogliono possono recarsi nella cantina di casa sua e passare del tempo lì.

Sue Ann è una donna solitaria che pensa così di sfruttare la possibilità di farsi dei giovani amici e riempire la propria frustrata solitudine.
Pian piano, nella cantina cominciano ad affluire altri ragazzi, che hanno saputo di come la donna metta a disposizione casa propria per ubriacarsi e fare festini.

La padrona di casa, però, si affretta ad elencare le regole: ci dev'essere sempre, nel gruppo, uno che resta sobrio (per poter accompagnare gli altri a casa); niente bestemmie; non azzardarsi a salire mai al piano di sopra e... chiamarla "Ma". 

Ma è euforica al pensiero di avere il seminterrato pieno di fresca gioventù e cerca in tutti i modi di farsi amare da loro, incoraggiandoli a bere, divertendosi e ballando in loro compagnia.

Ma dietro quella facciata di allegria e disponibilità, si cela una personalità disturbata e una mente non proprio sana, che attraverso questa anomala amicizia con il gruppo di Maggie, vorrebbe in realtà attuare propositi tutt'altro che benevoli ed amichevoli.

Attraverso dei flashback, infatti, scopriamo che da adolescente Sue Ann è stata vittima di bullismo da parte dei compagni del liceo: timida, impacciata, era costantemente oggetto di risatine, umiliazioni, tanto delle ragazze quanto dei ragazzi, in particolare da parte di Ben (per il quale aveva una cotta) e che è il padre di uno dei ragazzi della cricca di Maggie...

Quali sono le reali intenzioni di Ma? 
Cosa la spinge a cercare in modo ossessivo la compagnia di una banda scalmanata di teen ager: il desiderio di sentirsi accolta almeno adesso che è adulta, visti gli insuccessi vissuti nella propria adolescenza?
E se questa ossessione la spingesse a dare sfogo a un piano folle e terribile?

Intanto, durante i festini nella cantina di Ma, Maggie e Haley trovano il modo di andare di sopra e scoprono una cosa inquietante: Ma non vive da sola, c'è qualcuno in casa con lei...

Ma è un thriller con sfumature horror un po' in stile Misery: una donna sola, un po' matta, con qualche trauma irrisolto, che s'affeziona in modo malato a qualcuno, attirandolo nella propria rete e facendogli credere di volersene prendere cura, ma qualcosa va decisamente storto e quella che sembrava fosse una situazione idilliaca si tramuta ben presto in un incubo terrificante.
E' stata una visione sufficientemente interessante, in certi momenti mi ha tenuta in tensione e di certo non mi sono annoiata nel guardarlo.
I ragazzetti mi hanno irritata non poco (fatta eccezione per Maggie), gli odiosi ex-compagni di liceo di Sue Ann (anch'essi ormai cresciuti), visto quanto erano stati crudeli con lei anni prima, mi hanno fatto nutrire simpatia per Ma, che in fondo dalla vita avrebbe voluto solo un po' di considerazione e amicizie sincere. 



L'UOMO DEL LABIRINTO è il film con cui lo scrittore Donato Carrisi fa il suo esordio alla regia; è tratto dall'omonimo thriller (recensione) scritto dallo stesso Carrisi e nel cast troviamo: Toni Servillo, Dustin Hoffman, Valentina Bellè, Vinicio Marchioni.

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Samantha Andretti aveva tredici anni quando fu rapita una mattina d'inverno mentre andava a scuola; adesso si ritrova ventottenne e ricoverata in ospedale, senza che ricordi dove è stata né cosa le è accaduto in tutto quel tempo. 

Accanto a lei c'è un profiler, il dottor Green; l'uomo sostiene che l'aiuterà a recuperare la memoria e che insieme cattureranno il mostro; la caccia avverrà, prima che fuori, nella sua mente, e solo lei è la chiave per poter dare un'identità al rapitore e poterlo arrestare.
La povera Samantha è confusa, smarrita, non distingue inizialmente il presente da ciò che ha vissuto per anni all'interno di quello che lei chiama il labirinto, e spesso dubita che le domande di Green siano un trabocchetto, un gioco spietato che lei deve risolvere.

Sì perchè in tutti quegli anni la povera Samantha è sopravvissuta proprio così: lui, l'uomo del labirinto, il suo rapitore, le sottoponeva degli "indovinelli" da risolvere via via più complessi, per poter ricevere in cambio qualcosa (acqua, cibo, letto...).

Ma quindi come ha fatto a liberarsi da quella orribile prigionia (di cui lei man mano ha ricordi più vividi, fornendo a Green anche inquietanti dettagli)? 

Ad accogliere con turbamento la notizia della liberazione inaspettata di Samantha è Bruno Genko, un investigatore privato che quindici anni prima era stato ingaggiato dai genitori di Samantha per ritrovare la figlia, ma s'era solo preso i soldi senza mai impegnarsi nella missione. 

Adesso che la ragazza è riapparsa, sente di avere un debito con lei e vuole provare a catturare l’uomo senza volto che l'ha rapita. 
Genko sa di avere poco tempo, in quanto il suo corpo ben presto lo tradirà a causa di una malattia mortale da poco diagnosticatagli.
Le indagini personali di Genko (che in certi momenti si scontrano con quelle ufficiali della polizia, e in altri lui le darà una mano) lo portano a interrogare molte persone, a partire dall'uomo che ha trovato Sam sola e stremata nel bosco fino ad arrivare a coloro che hanno conosciuto il rapitore.
Tutte concordano nel descriverlo con una maschera da coniglio, con due occhi rossi inquietanti.

Genko arriverà a scoprirne anche il nome e alcuni episodi del suo passato drammatici che hanno reso il rapitore un figlio del buio, una vittima che qualcuno ha infettato col male trasformandola, a sua volta, in un carnefice.

Ognuno ha la sua battaglia da affrontare: Bruno Genko è in corsa contro il tempo e deve districarsi tra le progressive verità circa l'uomo con la maschera da coniglio, il quale è bravo a manipolare la realtà e le informazioni su di sè; e poi c'è Samantha, che deve fare i conti con un passato doloroso che le precise domande del pacato e imperturbabile dottor Green fa emergere dalla sua memoria.

Intanto, nella storia compaiono e intervengono personaggi che chi ha letto altri libri di Carrisi conosce già, come Simon Berish, che lavora nella sezione degli scomparsi (il Limbo) ed è preoccupato per l'agente Mila Vasquez, impegnata in una missione segreta.

Premetto che amo Carrisi, lo trovo geniale nel presentare delle verità che poi vengono puntualmente smentite o comunque lasciano enormi dubbi nel lettore; arzigogolato nelle trame, sempre ricche di colpi di scena, e i finali poi sono il colpo di coda che lascia a bocca aperta.
E il romanzo è così, infatti, ha queste caratteristiche, e onestamente mi sento di dire che il film le ha rispettate; a me è piaciuto; certo, può sembrare un po' contorto se non si è abituati alle storie dell'Autore (anche i libri lo sono, e mi rendo conto che questa peculiarità può non piacere a tanti), soprattutto perchè bisogna capire come collocare fatti e personaggi nella linea temporale, ma a mio avviso Carrisi ha fatto un buon lavoro, e per quanto mi riguarda il mio parere su questo film è positivo.
E tanto per cambiare mi ha messo su la voglia di leggere Il gioco del Suggeritore.



4 commenti:

  1. Ma bruttino, per me, ma Carrisi ottimo lavoro.

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    1. non ti è proprio piaciuto Ma? :-D
      immagino non sia il top per chi se ne intende più di me del genere, però io devo dire che l'ho guardato con sufficiente interesse ;-)

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  2. Ciao Angela, il film che hai recensito lo guardo stasera poi ti dirò se mi è piaciuto.
    Invece Carrisi, proprio non riesco a farmelo piacere.
    Buon 25 APRILE e un abbraccio.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz