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domenica 3 maggio 2020

Recensione: IL PERSUASORE di Mark Billingham



Nella medesima sera, in due punti diversi di Londra, due donne vengono uccise allo stesso modo. Il geniale e scomodo detective Tom Thorne conclude che gli assassini cui dare la caccia sono due, uno metodico, freddo e controllato, l'altro succube e remissivo. Due killer che vanno assolutamente fermati.



IL PERSUASORE
di Mark Billingham


Ed. Piemme
trad. S. Nobile
459 pp
4.90 euro
C'è un assassino che si aggira per le strade di Londra: le sue vittime preferite sono giovani donne, che lui strangola e uccide senza pietà, e nulla lo ferma, neppure la presenza di un eventuale figlio piccolo che assiste a una tale mostruosità.
Donne che spesso vengono ammazzate ad orari non troppo distanti l'uno dall'altro ma in posti della città lontani.

Inizialmente, di fronte ad omicidi compiuti con modalità simili, la polizia non aveva avuto dubbi: un'unica mano assassina uccide due volte nell'arco della stessa giornata. 

Eppure non tutti coloro che indagano su queste tragiche morti sono d'accordo con la teoria di un unico assassino.

Tom Thorne, geniale e scomodo detective della squadra investigativa, è uno di questi.
Qualcosa non quadra in quel terribile schema di morte, per cui le sue perplessità convergono in una inquietante ma sensata ipotesi: gli assassini potrebbero essere due. Due persone che uccidono in sincronia, allo stesso modo, nello stesso tempo. 

Evidentemente i due sono in stretto contatto e riescono ad organizzare gli omicidi in modo che risultino quasi contemporanei, compiendo una sorta di macabro gioco.

Per Thorne, quel caso diventa ben presto una vera e propria ossessione. 
Non riesce a darsi pace al pensiero che delle povere donne possano essere strappate alla propria vita, ai propri affetti... per mano di un essere sadico e che la polizia non sappia che pesci pigliare, che non si abbia una pista da percorrere.

Ma se è vero che sono in due ad agire, ci sarà pure un momento in cui almeno uno di essi farà un errore, anche piccolo... ma che apra uno spiraglio nelle indagini.
Ed infatti, succede.

Perché sì, è vero che i due killer sono accomunati da uno stesso modus operandi, ma le autopsie sui corpi delle vittime rivelano particolari importanti, che lasciano capire come gli assassini abbiano una personalità molo differente e quasi sicuramente uno è più cinico e spietato dell'altro.

Lo sviluppo delle indagini frenetiche e meticolose condotte da Thorne - supportato da Sarah McEvoy e Dave Holland - si alterna alle brevi narrazioni riguardanti i due assassini, con i quali non solo diamo un'occhiata al loro presente, ma anche al passato: attraverso alcuni flashback, infatti, sappiamo che i due killer si conoscono da molti anni in quanto sono stati compagni di scuola e amici.
Tra loro si è instaurato da subito un rapporto stretto ma molto strano, sbilanciato, in cui uno comanda, è forte, cattivo, calcolatore, mentre l'altro è un debole, un vigliacco che si limita a eseguire degli ordini. 

In questo duo mortale, c'è il vero assassino, quello davvero pericoloso, che sa come scegliere i propri "burattini", da persuadere affinchè facciano ciò che vuole lui.

Non sarà facile per Tom Thorne arrivare a fermare il persuasore e la serie di omicidi che continua a sporcare di sangue Londra; gli ostacoli saranno davvero molti, sia perché il serial killer è scaltro, sia perché a volte ci sono nemici difficili da individuare in quanto si insinuano lì dove non ci si sarebbe aspettati, cioè "dentro casa".
Inoltre, essendo le idee e le piste proposte da Thorne "rischiose" dal punto di vista dei suoi superiori, non troverà in loro un grande sostegno, ma se c'è una cosa che lo contraddistingue quella è la testardaggine, e prima o poi - non senza errori - raggiungerà i propri obiettivi.

"Il persuasore", ambientato nei primi anni del Duemila con incursioni nella metà degli anni '80, è un thriller "classico" in tutti i sensi, caratterizzato da un buon ritmo narrativo e con una "caccia al mostro" interessante e sufficientemente coinvolgente: il protagonista è il tipico ispettore dotato di un "bel caratteraccio", capace di farsi più odiare che amare, con una vita privata turbolenta e non proprio felice, ma è al contempo caparbio, intelligente, si butta a capofitto in un'indagine e non gli importa di perderci il sonno o le stellette sulla divisa pur di raggiungere i risultati sperati.
L'antagonista ha anch'egli tutte le peculiarità proprie del serial killer malvagio, crudele, privo di pietà, terribilmente furbo, che fa "il proprio lavoro" facendo attenzione a non lasciare tracce. 

Se piace il genere, può essere una lettura gradevole.


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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz