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venerdì 1 maggio 2020

Recensione: REAZIONE MORTALE di Damien Boyd



Un avvincente giallo ambientato nel mondo delle corse dei cavalli e delle scommesse; ad indagare sull'assassinio di un giovane stalliere c'è un ispettore caparbio e dall'intuito formidabile, coadiuvato dall'agente Jane, collega e compagna di vita.


REAZIONE MORTALE
di Damien Boyd


Amazon Pub.
224 pp
trad. R. Maresca
Aprile 2020
L'ispettore Nick Dixon è stato da poco dimesso dall'ospedale, dopo aver subito un intervento alla spalla in seguito ad un'aggressione nel corso di un'operazione di polizia.
Si sta godendo una cenetta informale con l'agente Jane Winter (sua compagna) e l'amico (nonché anatomopatologo) Roger Poland.
Ma non c'è verso di star tranquilli: proprio quella sera, nel locale, un giovanotto irruento e nervoso attira l'attenzione dei tre mentre inveisce contro il padre; per evitare problemi e risse, Nick prova a calmare il ragazzo, scoprendo che si chiama Jon Woodman e che ha appena perso un fratello, Noel.
Questi è morto presumibilmente in modo accidentale a causa dei calci infertigli da un cavallo molto aggressivo, di cui si occupava in quanto stalliere.
Ma Jon è convinto che suo fratello sia stato ucciso, perchè gli aveva confidato, tempo prima, che di lì a poco avrebbe spifferato verità scomode che avrebbero sollevato un polverone.

In seguito ad uno spiacevole episodio di cui Jon è ancora protagonista, e nel quale rischia di far del male ai suoi famigliari, Dixon si vede spinto a riaprire il caso di Noel Woodman, aspirante fantino sfortunato.

E se il fratello avesse ragione e Noel non fosse stato ucciso accidentalmente da un cavallo poco addomesticabile?

L'ispettore non si perde in chiacchiere e, accompagnato da Jane, comincia subito ad andare in giro a far domande, a cominciare da coloro che lavoravano ogni giorno con Noel, come ad es. l'allenatore dei cavalli di cui si occupava Noel , il signor Hesp.
L'uomo si dimostra da subito piuttosto reticente nel rispondere alle domande, e lo stesso dicasi per la proprietaria del maneggio, la signora Georgina Harcourt, anch'ella un po' sospetta e fin troppo guardinga negli atteggiamenti.

Intanto, il dottor Poland, nel corso dell'autopsia e grazie alle acute intuizioni di Nick, conferma che non è stata una morte accidentale: Noel Woodman è stato assassinato.
La precedente autopsia (troppo frettolosa) aveva attribuito i segni sul corpo del cadavere agli zoccoli del cavallo incriminato, Westbrook Warrior, ma in realtà Dixon e Jane scoprono velocemente che non solo Noel è stato colpito con qualcos'altro (di simile ma non uguale), ma che non è morto nella stalla del cavallo, bensì in un posto diverso del maneggio.

Nixon si ritrova ben presto a cercare la verità - chi e perchè ha fatto fuori il ragazzo? - all'interno del complicato circuito delle scommesse sui cavalli, alcune delle quali non proprio legali.
Come se non bastasse, a complicare la faccenda - col rischio di confondere la ricerca del colpevole - ci si mette una banda di criminali albanesi.

Insomma, come spesso accade agli ispettori che fanno fin troppo bene il proprio lavoro, Nick si accorge che si sta incamminando sempre più su un terreno minato, conferma che gli arriva quando qualcuno si intrufola di notte in casa sua per dargli una lezioncina e intimargli di non impicciarsi in certi affari, se non vuol fare una brutta fine...

Non che Dixon si lasci spaventare come un poliziotto alle prime armi, però una cosa è chiara e imprescindibile: per arrivare all'assassino bisogna comprendere il movente e, ancor prima, scandagliare nella vita privata del morto, che sarà pure stato un fantino eccellente (l'unico che riusciva ad interagire con l'indomabile Westbrook), ma non era proprio uno stinco di santo, e qualche "vizietto" pericoloso ce l'aveva pure lui.
E di certo, questi vizietti non li praticava da solo...

Benché senta ancora le conseguenze fisiche e psicologiche del suo ultimo caso, l’ispettore Nick Dixon si getta a capofitto in un mondo torbido fatto di scommesse truccate e traffici sospetti, dove le persone sono disposte a fare qualsiasi cosa pur di mantenere i loro segreti e il loro status.

Tra tè e caffè a fiumi, tra interrogatori a sorpresa e giusto qualche puntatina alle corse per capirne il meccanismo, Nick - grazie al lavoro con il suo piccolo ma efficientissimo team - arriverà alla verità, non senza intoppi e qualche altro cadavere per via... 

Mi è piaciuto questo giallo perchè ha una narrazione snella e scorrevolissima, un ritmo scattante e, pur non essendo un'indagine al cardiopalma che fa trattenere il fiato, è stato davvero molto piacevole seguirla in quanto il protagonista è un ispettore intelligente, che sa fare bene il proprio lavoro, testardo al punto giusto, in pratica non ho potuto non trovarlo simpatico e arguto nel modo di condurre gli interrogatori, nelle intuizioni che man mano gli sopraggiungevano, inviandolo in una direzione piuttosto che in un'altra.

Ammetto di averlo iniziato con un po' di reticenza, dovuta all'ambientazione delle corse dei cavalli, argomento che non mi attira per niente; e invece - pur continuando a non capirci granché e a non considerarlo interessante - la lettura è proceduta col giusto coinvolgimento.

Consigliato a chi ama i gialli ma anche a chi non ne è un fan sfegatato ma cerca un libro leggero, gradevole e rilassante.

4 commenti:

  1. Ciao Angela, non conosco il romanzo ma le tue parole mi hanno incuriosita, anche perchè i gialli mi piacciono molto e l'ambientazione mi sembra molto originale :-)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz