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martedì 13 ottobre 2020

LIBRI NEI LIBRI (#15)



Chi mi segue sa che, nel leggere un libro, mi piace far caso ad alcuni dettagli, come i luoghi, le canzoni o i libri citati.
Nel corso della lettura dell'ultimo romanzo recensito, La vita invisibile di Ivan Isaenko, mi sono imbattuta in diversi titoli di libri, grazie al fatto che il protagonista/narratore fosse un avido lettore.

Ecco alcuni dei libri menzionati; di questi ho letto solo Le anime morte parecchi anni fa e lo ricordo come un libro pesante, finito a fatica; chissà, magari rileggendolo oggi, ne avrei un altro parere, ma non ne sono sicura, ho sviluppato negli anni un rapporto controverso con gli scrittori russi, per cui alcuni mi son piaciuti davvero, altri per nulla. Non ci sono vie di mezzo ^_^
Lolita è in wishlist da un po'; arriverà mai il suo turno?
Il Maestro e Margherita: ne ho sentito parlare tantissimo, ma non mi sono mai preoccupata di cercare informazioni su di esso; in effetti, potrebbe finire in wishlist pure lui :o)

E voi, che mi dite? Conoscete e/o avete letto questi libri?






Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov (Ed. Feltrinelli, 552 pp)

"Il Diavolo è il più appariscente personaggio del grande romanzo postumo di Bulgakov. Appare un mattino dinanzi a due cittadini, uno dei quali sta enumerando le prove dell'inesistenza di Dio. Era anche presente al secondo interrogatorio di Gesù da parte di Ponzio Pilato e ne dà ampia relazione. 
Poco dopo, il demonio si esibisce al Teatro di varietà di fronte a un pubblico enorme. I fatti che accadono sono cosi fenomenali che alcuni spettatori devono essere ricoverati in una clinica psichiatrica... 
Un romanzo-poema o, se volete, uno show in cui intervengono numerosissimi personaggi, un libro in cui un realismo quasi crudele si fonde o si mescola col più alto dei possibili temi: quello della Passione..." (Eugenio Montale)


Lolita di Vladimir Nabokov (Adelphi, 395 pp).

Chi è Lolita? Questa «ninfetta» (geniale invenzione linguistica di Nabokov, poi degradata nell’uso triviale) è la più abbagliante apparizione moderna della Ninfa, uno di quegli esseri quasi immortali, capaci di travolgere dèi e uomini con una sottile forma di delirio, lo stesso che coglie l’indimenticabile professor Humbert Humbert per la piccola, intensamente americana Lolita. 
America, Lolita: questi due nomi sono di fatto i protagonisti del romanzo; realtà geografica e personaggio sono arrivati a sovrapporsi con prodigiosa precisione, al punto che si può dire: l’America è Lolita, Lolita è l’America. 




Memorie dal sottosuolo di Fëdor Dostoevskij (Bur, 114 pp)

In forma di monologo-confessione, è la storia della fallita redenzione di una prostituta e, nello stesso tempo, la tormentata indagine sull'inconscio, il "sottosuolo", e sull'impossibilità di capire a fondo se stessi e gli altri. 
L'io narrante è uno dei cosiddetti "uomini superflui", uno che si limita a prendere atto dell'immensa ricchezza nascosta nel proprio intimo e non trae alcuna conseguenza pratica, soffrendo acutamente, al tempo stesso, del proprio fallimento. È la prima incarnazione di quel tipico personaggio di individuo smarrito tra l'angosciosa ricerca della verità e un'incolmabile distanza dalla realtà che sarà protagonista dei grandi romanzi di Dostoevskij.




Le anime morte
di Nikolaj Gogol' (Mondadori, 448 pp)

"Le anime morte" intreccia passaggi lirici, particolari surreali e romantici, dimensioni metafisiche e macabre, dialoghi comici, iperbolici e funambolici artifici stilistici. Vi sfila una galleria di personaggi appartenenti a tutte le classi sociali, le cui anime sono moralmente morte, ancor più dei servi deceduti e comperati da Cicikov per ottenere le assegnazioni di terre concesse a chi dimostrava di possedere un certo numero di servi della gleba. Solo una commedia grottesco-satirica poteva descrivere questa ottusa società di proprietari terrieri, contadini e funzionari, immersa in una palude di stupidità e pigrizia provinciale, di mediocrità e pochezza morale. Un capolavoro in cui Gogol', con la sua anarchica energia vitale, infonde l'essenza del carattere russo e, al tempo stesso, sfiora gli orrori nascosti nel profondo di tutti noi.


Una giornata di Ivan Denisovic di Aleksandr Solzenicyn (Einaudi, 278 pp).  

Prima opera a raccontare la vita nel Gulag, e a farlo dal punto di vista della grande letteratura russa, nel solco di Tolstoj e Dostoevskij ma usando una prosa ellittica e spigolosa, piena di espressioni di registro basso. 
L'autore tra queste pagine si occupa della nostalgia per una terra espropriata nella collettivizzazione e dell'amore per il lavoro dei campi al quale il protagonista sostituisce il rispetto per una terra circoscritta da filo spinato, dove, nonostante tutto, mani callose e screpolate dal freddo cercano di costruire qualcosa di degno, che li riscatti dall'abbrutimento.




6 commenti:

  1. Risposte
    1. Io solo uno :-D
      Volendo, c'è sempre tempo per recuperare ;-)

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  2. Ho letto solo Lolita (che però non sono riuscita a finire, magari un giorno lo riprenderò).
    Comunque, è sempre carino quando nei libri ci sno citati altri libri, però odio quando spoilerano.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz