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giovedì 29 ottobre 2020

Recensione: LAME DI TENEBRA di Vincenzo Barone Lumaga



Cosa accadrebbe se le nostre più oscure paure e i nostri desideri più inconfessabili si materializzassero, prendessero forma, cominciando ad agire e a commettere le azioni più nefande verso coloro che ci sono vicini?
I quattro protagonisti di Lame di tenebra si trovano a vivere l'incubo più terribile che avrebbero mai potuto immaginare e per uscirne dovranno accettare una difficile e dolorosa verità.


LAME DI TENEBRA
di Vincenzo Barone Lumaga


Milena ed.
308 pp
Jerry, Mario, Anna ed Elio conducono la propria vita tranquilla, tra gli alti e bassi che accompagnano il quotidiano di qualunque persona.
I quattro non si conoscono.
O almeno... così sembra.
In realtà c'è qualcosa di misterioso che li lega dal profondo e tale oscuro legame emergerà gradualmente e in maniera molto cruenta e dolorosa, stravolgendo le loro vite.

Tutto ha inizio con una serie di sinistri e efferati omicidi; in quanto ispettore di polizia, Jerry Lombardi si ritrova a dover dare la caccia ad un pericolosissimo assassino che ha cominciato a sporcare di sangue le strade di Torre Antica.

Un assassino di cui si hanno poche informazioni (di media altezza, indossa un mantello, un cappello a falde larghe, i lineamenti non sono riconoscibili ma due occhi rossi e diabolici illuminano il suo malefico volto; se ne va in giro con coltelli affilati), inafferrabile, veloce e spietato nell'uso delle lame, con cui non si limita ad uccidere le vittime, ma fa scempio dei loro corpi con un'efferatezza e un sadismo da far venire i brividi, che appare e scompare senza che si capisca né da dove venga né dove e come riesca a scappare alla velocità della luce e confondendosi con le tenebre della notte.

Chi è questo freddo serial killer? Come sceglie le sue vittime e perché le uccide sempre nel medesimo modo? Quale legame eventualmente unisce i morti tra loro?

Sono domande che Jerry, insieme al suo amico e superiore - il commissario Barretta -, si fa con insistenza: bisogna assolutamente trovare questo essere che ammazza senza pietà.

Il primo ad essere indiziato è un certo Mario, barista e coetaneo di Jerry.
Mario è proprietario di un locale ed una sera assiste impotente ad una vera e propria mattanza: l'assassino con le lame uccide alcuni avventori del bar, per poi sparire nella notte.

Siccome la versione dello spaventato e frastornato Mario non convince la polizia, viene trattenuto, ma Jerry si convince subito che non può essere lui il colpevole, anche perchè subito dopo avviene un altro terribile assassinio: la vittima è stata deturpata e ammazzata con la stessa arma usata dall'assassino del bar; i suddetti coltelli provengono da un'unica abitazione, vale a dire quella di una donna (coetanea di Mario e Jerry).
Lei è Anna, una dolce e giovane donna sposata con Stefano e madre di Fabiana; qualche sera prima del pluriomicidio, le è accaduto qualcosa di spaventoso e minaccioso, che l'ha fatta tremare di paura: qualcuno è entrato in casa sua, commettendo un'azione che l'ha gettata letteralmente nel terrore, tanto da farle credere di avere un nemico, da qualche parte nel mondo, che vuole la sua morte. Ma chi potrebbe mai odiarla al punto da minacciarla??

Ebbene, proprio quella sera in cui uno sconosciuto si è introdotto furtivamente in casa sua, spaventandola, sono spariti dei coltelli dalla cucina, gli stessi con cui poi vengono eseguiti gli omicidi nel bar.
Ma se non è Mario il colpevole, chi è?

Intanto, entra in scena un altro uomo, Elio, pittore ammalato di un tumore al cervello che lo fa soffrire da tempo, nel corpo e nella psiche; è sposato con Marla, gallerista, molto protettiva verso il suo uomo.

I quadri di Elio hanno tutti una peculiarità: all'interno degli scenari da lui immaginati e messi su tela c'è sempre una vaga ma sinistra figura che compare, e alla quale deve la sua fama: il Signore delle Lame, un personaggio di fantasia che però, a ben guardare, viene ritratto come avente le medesime caratteristiche dell'assassino che va in giro spargendo sangue attraverso delle lame molto affilate.

Quando Jerry scopre questo inquietante collegamento, non può non chiedersi cosa unisca Elio all'assassino.
Ma ciò che mai avrebbe immaginato di scoprire è che ad essere coinvolti in questa brutta storia in un modo intimo e terribile insieme, non è solo lui in quanto ispettore ed Elio in quanto pittore di questo essere, ma anche Anna e Mario hanno a che fare con ciò che sta accadendo e che sta mietendo diverse vittime.
A morire, infatti, sono alcune persone strettamente legate a loro quattro: forse l'assassino li conosce? E cosa vuole da loro? Ma soprattutto, com'è possibile che ci sia un legame tra loro quattro, che invece son convinti di essere dei perfetti estranei l'uno per l'altro?

Eppure, indagando, con tenacia ed esasperazione, Jerry (anche dopo che gli è stato tolto l'incarico, per motivazioni che egli ignora) cozza violentemente contro la prima terribile verità: nel suo passato c'è un'amnesia che finora non era emersa alla coscienza, ma che il Signore delle Lame ha portato fuori; c'è un buco nella sua memoria di ben cinque anni, cinque anni della sua vita - dai diciassette ai ventidue anni - di cui lui non serba nessunissimo ricordo.
Ma a renderlo sgomento e inquieto è la scoperta che questa amnesia - risalente al medesimo periodo - riguarda anche gli altri tre; Anna, Mario ed Elio non ricordano nulla di ciò che è accaduto loro nello stesso arco di tempo.

Come mai? La loro mente ha rimosso dei ricordi che faticano a riaffiorare...: perché? E soprattutto, siamo sicuri che tutti e quattro non si siano conosciuti prima, in quei cinque anni persi nell'oblio?

A conferma di ciò, c'è la consapevolezza che lo spietato e macabro assassino sembra inseguirli, avercela con loro; appare all'improvviso e sussurra al loro orecchio, con la sua voce che non ha nulla di umano, frasi che gelano loro il sangue nelle vene.

Per arrivare a comprendere chi sia questa creatura che non sembra avere caratteri umani, ma anzi infernali, i quattro devono trovare l'accesso a quel passato dimenticato, anche se questo significherà riaprire ferite, traumi, esperienze dolorose..., che la loro mente aveva relegato nell'inconscio per provare meno sofferenza possibile...
Ma solo affrontando il buio che si annida nella loro mente e nel loro cuore, essi potranno dare un nome al Signore delle Lame e, forse, provare a sconfiggerlo e ad essere davvero liberi.

Lame di tenebre è un thriller con sfumature horror che mi ha veramente e positivamente spiazzato; scritto benissimo, trama avvincente, personaggi ben tratteggiati; intrigante l'idea di questo enigmatico e terrificante assassino  che comprendiamo subito essere una creatura con caratteristiche sovrannaturali - e il suo collegamento con i quadri di uno dei protagonisti. 

Mi è piaciuto molto anche il legame tra i quattro, dietro al quale si cela un terribile segreto, che però essi hanno dimenticato: il desiderio di scoprire quali eventi tragici li abbiano uniti nel corso di quei cinque anni di buio, cresce ad ogni pagina, e l'Autore sa come tenere col fiato sospeso il lettore, accrescendo la suspense e la curiosità.
Ho trovato interessante, tra le altre cose, il voler mettere il lettore di fronte a quello che, secondo me, è l'incubo più brutto col quale ogni essere umano può arrivare a confrontarsi: la parte oscura di se stesso che, in una misura seppur diversa, tutti possediamo.
Se c'è un nemico difficile da individuare e da combattere sono proprio quei pensieri, desideri, impulsi, sentimenti distruttivi... che non abbiamo il coraggio neanche di nominare ad alta voce, perché ne siamo spaventati.
I quattro protagonisti devono guardare in faccia le loro paure più profonde, la rabbia, il dolore, la vendetta che abitano in loro e che, se si materializzassero, potrebbero dar vita a qualcosa di mostruoso.

Qual è la vera origine della creatura sovrumana e sanguinaria che sta rendendo la loro vita un inferno sulla terra? Chi è il vero "mostro" acquattato nel buio, pronto a saltar fuori e a terrorizzarli? 

Il romanzo si legge tutto d'un fiato perché, ripeto, ha una trama ben strutturata, con sviluppi che si arricchiscono man mano di elementi coinvolgenti, narrati con una penna ipnotica, che inchioda il lettore e lo spinge ad andare oltre nella lettura, fino a spiazzarlo col colpo di scena finale.

Davvero un bel romanzo, con una bella tensione narrativa, adatto a chi predilige le atmosfere cupe, le storie che mescolano la realtà col paranormale, quelle in cui, giunti alla fine, capisci che "non tutto era come sembrava".

Ringrazio la C.E. Milena Edizioni e non mi resta che consigliarvi la lettura di questo libro.

2 commenti:

  1. Se c'è un mostro acquattato nel buio,l'incubo è assicurato e io adoro le atmosfere cupe e il paranormale e ciò che si cela dietro a un'apparente verità. Sai sempre, con le tue recensioni, stuzzicare la curiosità di noi lettori e non mi resta che segnarmi questo titolo. La cover inquietante è adorabile :)

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    1. grazie aquila ;)
      Io l'ho apprezzato pur non essendo amante del genere: se un libro ti appassiona, non c'è niente da fare :-D

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz