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lunedì 9 novembre 2020

Recensione: L'ULTIMA MOGLIE DI J.D. SALINGER di Enrico Deaglio



E se il celebre e, per certi versi, misterioso scrittore Jerome David Salinger - creatore del giovane Holden - divenisse oggetto di interesse di spie russe ed agenti federali, con tanto di coinvolgimento di Trump e Putin?


L'ULTIMA MOGLIE DI J.D. SALINGER
di Enrico Deaglio



Marsilio Ed.
120 pp
Con una penna brillante e ironica, Deaglio introduce il personaggio di John Taliabue, un docente di letteratura comparata alla New York University, che una mattina sente suonare insistentemente alla porta di casa: a dargli noia è Mark Simonetti, agente dell’Fbi, che si sente il tenente Colombo e che, con tanto di tesserino, comincia a fare un sacco di domande a Taliabue su Salinger (scrittore preferito del professore, da questi chiamato confidenzialmente "Jerry") e su una certa Olga Simoneova, presunta spia russa e ultima moglie dello scrittore.

Simonetti è convinto che la russa sia implicata in un crimine letterario su cui l'FBI sta indagando e che ruota attorno all'inspiegabile scomparsa di J.D. Salinger dalla vita pubblica e al fatto che questa donna misteriosa abbia sposato Salinger con l'obiettivo di microfilmare la sua ultratrentennale produzione letteraria.

Taliabue non nutre grandi simpatie per l'FBI ma, spinto da domande insistenti, non può non raccontare quel che sa...

Ne viene fuori una simpatica e vivacissima mini-biografia di Salinger, in cui l'Autore (nei panni del suo Taliabue) si lascia andare a riflessioni e analisi critiche de Il giovane Holden, soffermandosi sul titolo, che in lingua originale è "The catcher in the rye", intraducibile in altre lingue e che mette insieme baseball e campi di segale, rifacendosi a un verso di una poesia del poeta scozzese Robert Burns.

In queste pagine veniamo sollecitati a rivedere l'opera di Salinger e tutto quello che ruotava attorno ad essa: i problemi con la traduzione nelle varie lingue, cosa si potrebbe nascondere dietro la metafora del campo di segale, il "legame" tra il romanzo e l'assassinio di John Lennon, della giovane attrice Rebecca Schaeffer e soprattutto la malinconica figura di Leah.

Leah è un personaggio che compare nel racconto autobiografico"A Girl I knew" (1948, comparso su una rivista per casalinghe e poi ritirato dal mercato per volere di Jerry) e molto probabilmente Salinger ha conosciuto davvero questa ragazza ebrea viennese, morta in un campo di concentramento.

Ripercorriamo, seppur brevemente, la partecipazione di Salinger al secondo conflitto bellico e il suo essere tra i primi ad entrare in un campo di sterminio dopo la guerra, testimoniando così le crudeltà compiute dai nazisti.

Forse fu proprio il trauma psicologico - da cui non si riprese mai completamente - riportato dopo quella terribile esperienza a indurlo ad isolarsi?
Sì perché, in barba al grandissimo successo ottenuto grazie al suo Holden Caulfield (1951), cosa fa? Si ritira a vita privata (e blindata) in una casa di campagna a Cornish...

Questa pubblicazione è davvero molto breve e si legge in un niente; è per lo più finzione, ovviamente, eppure inserisce diversi e interessanti elementi reali dell'esistenza del celebre scrittore, così da catturare l'attenzione del lettore. Ecco, se ci fosse stato un maggiore approfondimento su questi aspetti veri e sul personaggio di Leah, l'avrei apprezzato ancora di più.
Godibile.


2 commenti:

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz