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mercoledì 30 dicembre 2020

Recensione: LA DONNA DEL RITRATTO di Kate Morton



Un mystery ambientato in una casa suggestiva e bellissima, ricco di colpi di scena, con personaggi legati tra loro attraverso intrecci che si dislocano in differenti archi temporali e che confluiscono in un triste segreto che aspetta di essere svelato.


LA DONNA DEL RITRATTO
di Kate Morton


Ed. Sperling&Kupfer
496 pp
"Ero la sua musa, il suo destino. E lui era il mio. È stato tanto tempo fa, è stato ieri. Oh ricordo bene l'amore."

Elodie Winslow è una giovane donna che lavora come archivista presso la Stratton-Caldwell & Co. e un giorno, mentre è al lavoro, scopre una tracolla in cui trova i disegni di una casa che, guardandola bene, lei riconosce come qualcosa di famigliare: essa infatti somiglia alla casa descritta da sua madre quando le raccontava le favole la sera!
Non solo, ma nella tracolla c'è pure una foto che ritrae una donna molto bella.
Elodie sta vivendo una fase della propria vita che dovrebbe essere caratterizzata dalla felicità: sta per sposarsi, infatti, e con la suocera fervono i preparativi per la cerimonia nuziale.

Eppure la giovane è malinconica, insoddisfatta, triste: non riesce ad essere felice all'idea di unirsi in matrimonio con il fidanzato Alistair, col quale non pare esserci un gran trasporto; non solo, ma il ricordo della madre - Lauren, famosa violoncellista morta venticinque anni prima in un incidente stradale - che non è lì con lei fisicamente eppure fa sentire la sua (ingombrante?) presenza attraverso una cappa di cupa malinconia che non se ne va, in questo periodo è più che mai vivo e nostalgico.
A turbare emotivamente Elodie interviene una foto scattata da una fotografa pochi giorni prima della morte di sua madre: ella è in compagnia di un uomo (un violinista, lo stesso che era con la donna il giorno dell'incidente, perdendovi anch'egli la vita) e i due hanno visibilmente un atteggiamento confidenziale, di intimità.

Elodie è confusa e il suo interesse per il contenuto della tracolla - i disegni e il ritratto della "donna in bianco" - diventano un modo per distrarsi e non pensare al presente, che le mette più ansia che serenità; decide quindi di impegnarsi nella ricerca dell'identità della donna nella foto.
Grazie all'aiuto di un'amica, arriva a identificarla come Lily Millington, colei che fece da musa ispiratrice per il pittore Edward Radcliffe, che più di una volta la ritrasse nelle proprie opere, completamente soggiogato dal fascino puro e magnetico della ragazza. Pare che pittore e modella avessero intrattenuto una relazione, nonostante lui fosse già fidanzato con una certa Fanny Brown.

Ma qualcosa di tragico è accaduto nelle vite di Edward e di queste due donne, e per scoprirlo il lettore deve mettersi all'ascolto di più voci narranti, che raccontano fatti accaduti in diversi momenti temporali.
Al centro di tutto c'è la casa disegnata negli schizzi contenuti nella tracolla: Birchwood Manor, una grande casa nella campagna dell'Oxfordshire.

Nell'estate del 1862 un gruppo di giovani artisti si ritrova in una casa sul fiume (di proprietà proprio di Edward) per passare insieme un mese di libera creatività.

"Fu questa la sua proposta: un intero mese estivo dedicato alla pittura, alla poesia e ai picnic, ai racconti, alla scienza, all'invenzione. Un mese di luce donata dal cielo. Lontani da Londra e da ogni sguardo indiscreto. Ovvio che gli altri non avessero esitato."

Con Edward ci sono i suoi amici e "colleghi":  il pittore Thurston Holmes (un uomo arrogante, beffardo, decisamente antipatico), il fotografo Felix e la fidanzata Adele Bernard; con loro ci sono anche Lily (in qualità di modella privilegiata di Edward), Clare e Lucy, sorelle di Edward; Lucy è la più piccola del gruppo, è una ragazzina, di otto anni minore del fratello, col quale ha un rapporto molto stretto, soprattutto perchè lui l'ha sempre trattata con molto rispetto, stimolandola a studiare, a leggere, ad avere fame di conoscenza, di verità.
Lucy, in quei giorni trascorsi nella bellissima villa - con cui il fratello sembra avere un legame ancestrale, quasi sovrannaturale, come se la casa fosse vivente e lo chiamasse a sé, come se si appartenessero a vicenda - con quegli adulti amanti dell'arte e del bello, comprende bene che Edward e la sua modella, Lily, hanno un rapporto speciale, che va oltre quello professionale.

Lucy non riesce neppure a provare gelosia perché Lily è gentilissima con lei, non la tratta come una sciocca mocciosa..., ma la tragedia è dietro l'angolo.

Le cose purtroppo non vanno come previsto, la tensione sale all'arrivo della fidanzata di Edward e in un pomeriggio rovente si sente risuonare un colpo di pistola: una donna muore, un'altra scompare e un prezioso gioiello scompare. 
La verità su quel giorno scivola tra le pieghe del tempo e il lettore diviene il depositario di un segreto custodito nella villa dei Radcliffe.

Per arrivare, quindi, alla verità di ciò che accadde di drammatico in quel pomeriggio a Birchwood Manor e che sconvolse le vite di più persone, dobbiamo fare attenzione, come dicevo, ai racconti di più narratori.

Uno di essi è Lucy, il cui punto di vista si incrocia con quello della donna del ritratto, Lily appunto; scopriamo che anzitutto questo non è il suo vero nome, ma che da bambina suo padre e la famiglia presso cui è cresciuta (dopo che suo padre l'ha abbandonata per andare in America) la chiamavano Birdie ed era una piccola ladruncola. Crescendo, la sua bellezza è stata notata per caso da Edward, che nel rimase folgorato e decise di ritrarla nei suoi quadri.

Le prospettive di entrambi questi personaggi femminili sono inevitabilmente intrisi di malinconia e tristezza: Lucy racconta i fatti consapevole che in quella maledetta estate del 1862 lei era poco più che una bambina, la cui versione dei fatti non venne presa nella giusta considerazione, facendo sì che gli eventi prendessero una piega terribile e infelice, che negli anni hanno pesato sul cuore e sulla coscienza di Lucy.

Quest'ultima, nel ricevere la villa in eredità dopo la morte del fratello, ha trasformato Birchwood Manor in una scuola per ragazze desiderose di studiare, e mentre l'attività scolastica è in pieno svolgimento (siamo nel 1899) accade un evento tragico, che porterà alla chiusura della scuola; cito questo evento di volata - vorrei evitare di dare troppi dettagli - perchè è coinvolta una bambina, Ada, che sarà anche lei - per non poche pagine - narratrice, in quanto le sarà affidato qualcosa di prezioso.
Quest'oggetto importante passerà poi un altre mani: in quelle di un bambino speciale, che si ritroverà a vivere anch'egli a Birchwood Manor (insieme alla mamma Juliet e ai fratelli), durante la seconda guerra mondiale, e che tanti anni dopo sarà pronto per passarlo a sua volte in altre mani...

Nel presente conosciamo anche Jack, un ragazzo che lavora come investigatore privato e al quale una persona ha affidato una missione segreta: andare a Birchwood Manor e scoprire che fine ha fatto il gioiello chiamato Blue Radcliffe. L'uomo incontrerà Elodie, impegnata a risolvere il bandolo della matassa che ruota attorno alla casa (oggetto dei racconti della madre) e dell'identità di Lily, nonché del destino cui ella andò incontro e sul quale ci sono solo ipotesi, perché ogni informazione sulla ragazza cessò in quel pomeriggio del 1862, quando nella casa ci scappò il morto e la pietra preziosa venne presumibilmente rubata.

A proposito di Lily, una cosa devo aggiungerla: la sua "presenza" la sentiremo ancora nel 2017 perché lei in quella casa "arenata sulla sponda del fiume come un vascello incagliato" è un'ospite speciale e a quelle mura, cariche di voci che si perdono in un tempo ormai lontano e smarrito per sempre, è legata in modo indissolubile.

Elodie e il lettore riceveranno risposta a ogni dubbio e domanda, ma non posso non confessarvi che arrivarvi è stato un tantino faticoso...!

Premessa fondamentale: io amo Kate Morton!! Amo le sue storie misteriose e complicate, collocate in momenti differenti e distanti tra loro anche più di un secolo ma che sono strettamente legati attraverso dinamiche sorprendenti, che coinvolgono i personaggi principali; amo le sue ambientazioni, che vedono sempre una casa-villa meravigliosa e piena di segreti da scoprire, collocata in un luogo lontano dal trambusto cittadino e ideale per starsene da soli, a passeggiare nella natura.

Dico questo per chiarire che non ho problemi con i romanzi corali e le narrazioni che fanno salti dal presente al passato e viceversa, ma devo dire che qui ho avuto qualche difficoltà iniziale a raccapezzarmi in quanto i punti di vista dei personaggi - distanti tra loro di molti anni - si susseguono in maniera troppo ravvicinata e c'è il rischio che il lettore non capisca subito cosa stia succedendo, a chi e in che anno stiamo.

Senza contare che c'è la prospettiva di Lily ad attraversare praticamente tutto il romanzo e che comprende un arco temporale davvero esteso (oltre centocinquant'anni), il che getta un po' di confusione nel seguire il filo del racconto.

Ecco, questo piccolo accenno di confusione - che per carità, si risolve andando avanti - ha fatto sì che non divorassi il libro e che procedessi (cosa che difficilmente mi è capitato con i romanzi precedenti della Morton) con fin troppa flemma.
Ma è davvero il solo difetto perché per il resto è un romanzo intrigante, con una bella storia (forse mi sarebbe piaciuto giusto un po' di spazio in più per Elodie), con un segreto dimenticato da tantissimi anni che aspetta di essere portato alla luce e personalmente, quando vi sono giunta, ho provato una grande tristezza per la disgrazia cui è collegato.

La presenza della casa quale luogo speciale e capace di esercitare una forte attrattiva sui personaggi, e il fatto che la stessa donna del ritratto si identifichi in una delle narratrici, sono due aspetti che mi sono piaciuti.

Al centro del romanzo vi è lo scorrere del tempo, la ricerca della verità e della bellezza, ma alla base di tutto - e quel che conferisce senso alle azioni dei personaggi - e che la vita è preziosa e anche nei momenti bui è possibile trovare la luce.

Nel complesso mi è piaciuto, Kate Morton si conferma comunque una meravigliosa narratrice e, per quanto mi riguarda, io aspetto sempre una sua pubblicazione con trepidazione!



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6 commenti:

  1. Ciao Angela, non ho letto nulla di quest'autrice ma penso che potrebbe piacermi :-)

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  2. Scrittrice che non conoscevo, mi piace conoscere autori ed autrici nuove e qui spesso succede.

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    1. mi fa piacere che possa servire a far conoscere autori "nuovi" :)

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  3. un libro da leggere e una storia da vivere dei sentimenti da analizzare un intreccio che ci avvince , brava Angela ottima scelta. Bacione

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    1. Ciao Nella, sì una storia intricata... e intrigante!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz