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martedì 23 marzo 2021

Imparare leggendo // arricchiamo il dizionario

 

Capita, leggendo, di imbattersi in termini di cui non conosciamo per niente o poco il significato!

E poiché non è mai tardi per imparare (menomale, aggiungo), ecco alcune paroline a me sconosciute.




OBICEPezzo d’artiglieria moderno avente originariamente (dagli inizi del 20° sec. e sino alla Seconda guerra mondiale) canna di lunghezza generalmente compresa fra 12 e 25 calibri (intermedia, pertanto, fra i cannoni e i mortai) e attualmente oltre i 50 calibri (comprese, quindi, anche bocche da fuoco che secondo la definizione tradizionale possono essere classificate come cannoni).


SCOLTA (ant. ascólta) s. f. [incrocio dell’ant. scolca con ascoltare]. – 1. Sentinella, guardia (in senso astratto e concr.): essere di scolta, fare la s., fare la guardia; le s. giravano armate intorno al castello; e con valore collettivo: Trovò dormir l’ascolta d’Agramante: Tutta l’uccise, e non ne fe’ un prigione (Ariosto); Ecco tutta di Sionne Si commosse la pendice, E la scolta insultatrice Di spavento tramortì (Manzoni). 2. Nella marina milit., sentinella non armata di fucile, destinata alla sorveglianza e al rassetto dei ponti inferiori. 3. Nello scoutismo, denominazione delle giovani esploratrici (come traduzione ital. dell’ingl. scout «persona mandata in ricognizione», e dunque «esploratore, sentinella») dall’età di 16 fino ai 21 anni.
 

RESIPISCENZA s. f. [dal lat. tardo resipiscentia, der. di resipiscens -entis «resipiscente»], letter. – Il rinsavire e il ravvedersi, riconoscendo l’errore in cui si è caduti, tornando al retto operare: la troppo tarda r. non gli giovò. Nel diritto penale la r. del colpevole ha efficacia esimente o attenuante sulla punizione del reato, per considerazioni fondate sia su motivi di giustizia (minore entità dell’offesa al diritto) sia su ragioni sintomatiche (minore capacità a delinquere).

4 commenti:

  1. Obice e resipiscenza le conoscevo, scolta no. Comunque, uno dei piaceri più belli del leggere libri è imparare parole nuove, anche se poi a volte si dimenticano perché si tratta di parole desuete e poco utilizzate.
    Ricordo che quando lessi i primi libri di Umberto Eco tenevo sempre accanto a me un dizionario, perché lui usava spessissimo termini difficili di cui non sapevo il significato.

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    1. È vero, ad es. Resipiscenza è un termine già incontrato in passato, ma il significato mi era proprio sfuggito, proprio perché è una parola che personalmente non uso nel quotidiano ;-)

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  2. Anch'io come Andrea non conoscevo il vocabolo "Scolta". Mi piace molto questa tua idea che spero diventi fissa come una sorta di rubrica

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    1. Eh a volte non segno le parole da qualche parte e finisco per dimenticarmene :-D

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz