PAGINE

venerdì 19 marzo 2021

Recensione: CORPO ESTRANEO di Stefania Sperandio

 

Manuela ha solo ventidue anni quando cade vittima di un'aggressione violenta sotto casa sua: un uomo la sequestra per un tempo in fondo breve ma sufficiente a stravolgerne l'esistenza. Dopo averle sparato un colpo di pistola dritto in fronte con l'obiettivo di ucciderla, Manuela miracolosamente sopravvive.
Ma nulla sarà più come prima e ricominciare a vivere sarà un'impresa non da poco, soprattutto quando realizzerà che la sua vita continua ad essere in pericolo.


CORPO ESTRANEO
di Stefania Sperandio


439 pp
"Dall’incidente in poi, mi ero sempre sentita un corpo estraneo".

Tornare a casa dopo una giornata costellata di impegni e poter finalmente rilassarsi: è una di quelle cose semplici, quotidiane, che facciamo naturalmente, senza darvi troppo peso ed importanza.
Ma come cambierebbe la percezione di un atto così tranquillo ed automatico se una sera, nel rincasare, nel momento prima di infilare le chiavi nel portone, qualcuno si avventasse su di noi da dietro e cominciasse a minacciarci di farci del male?

È la brutta esperienza che tocca fare a Manuela Guerra, una ventiduenne che lavora come stagista per una testata giornalistica: al suo rientro ad attenderla c'è un perfetto sconosciuto che in una manciata di minuti la strattona, le fa del male, la rapisce e la incatena al cancello dello stabile in cui è situata la redazione per cui lavora.

In quegli attimi terrificanti e concitati, Manuela prova a resistere e ad opporsi, inutilmente, ad un uomo troppo più forte di lei: cosa può volere quel malvivente da una ragazza senza soldi? 
Manuela lo supplica di non farle del male ma l'uomo è spietato e crudele, tanto più che le ripete "Andrà tutto bene se fai la brava".
Manuela ci prova, a far la brava, ma è costretta a fare i conti con la dura realtà: quel delinquente non è un ladro improvvisato, né uno stupratore o uno psicopatico irrazionale: tutt'altro, è lucido ed intenzionato a farla fuori. Perché? Chi è? chi l'ha mandato? Chi può volere la sua morte?
L'ultima cosa che i suoi occhi spaventati vedono è una pistola puntata in fronte, cui segue il rumore assordante dello sparo.

Quando la polizia - tra cui la sua coinquilina ed amica poliziotta, Anna - la trova, è in fin di vita..., ma comunque viva.
Contro ogni aspettativa Manuela sopravvive.
Contro ogni aspettativa, il sicario - che è un professionista bravo nel proprio iniquo mestiere - sbaglia e il proiettile si ferma nel cranio della vittima senza ammazzarla.

Manuela resta otto mesi in coma e quando ne esce - vegliata con costanza e amore dall'amica Daniela, da Anna e dal fratello di quest'ultima, Marco, che è anche il ragazzo di Manuela - è un'altra persona.

Del resto, è difficile che una tragedia del genere non ti cambi, nel corpo come nella psiche.
Manuela è una miracolata ma ciò non toglie che, ancora due anni dopo l'incidente, il suo corpo abbia subìto delle conseguenze irreversibili (le si è abbassato l'udito da un orecchio, ha forti emicranie che solo con farmaci specifici può tenere a bada...) e anche a livello mentale ed emotivo qualcosa è cambiato.

Il suo carattere già particolare, solitario, a volte scontroso, poco avvezzo a dimostrare affetto, peggiora visibilmente; per Manuela è davvero difficile, se non impossibile, fidarsi completamente di qualcuno, anche di coloro che le vogliono bene e che non hanno mai smesso di starle accanto e di dimostrarle concretamente sostegno e amicizia.

Manuela ha avuto un'adolescenza turbolenta a causa di problemi famigliari; con sua madre non ha attualmente un gran rapporto, sono molto distanti e la ragazza ne soffre, anche se mai lo ammetterebbe apertamente; con suo padre aveva invece un legame profondo, ma egli purtroppo è morto, e in vita ha avuto anche problemi con la giustizia.

Benché Manuela sia consapevole di essere per tutti la ragazza di via Bo, quella che s'è presa la pallottola in fronte, cerca comunque di continuare con la propria vita, ma l'incubo ritorna.
E ritorna dopo che la polizia le ha comunicato di aver preso il suo quasi-assassino; a inchiodarlo ci sono dei video di sorveglianza che mostrano un uomo coinvolto nel suo rapimento quella sera.
Eppure Manuela non riconosce in lui il suo assassino; la sua mente ha memorizzato fin troppo bene la faccia del sicario e l'idea che la polizia stia prendendo fischi per fiaschi la mette in allarme, perché significa che il colpevole è ancora in giro.
Ed infatti lui si fa vivo di nuovo, sempre con i suoi modi violenti, il suo tono di voce che oscilla tra il glaciale e il sarcastico: dice di chiamarsi Lucas Leone, che le persone per cui lui lavora vogliono Manuela morta e che lui porterà a termine l'atroce missione a tutti i costi. Però pretende che Manuela faccia qualcosa per lui, dei "favori" con i quali lei può proteggere i propri amici, che altrimenti lui non esiterebbe a far del male e ad uccidere.

Alla giovane stagista non par vero: l'incubo è tornato. L'uomo che ha cercato di farla fuori non s'è dimenticato di lei, vuole ancora ammazzarla ed è pronto a prendersela pure con le poche persone cui lei tiene (madre compresa, oltre a Marco, Anna e Daniela).

Ma per quale ragione, poi? Davvero il suo quasi omicidio è stato organizzato da boss locali "colpiti" da inchieste giornalistiche condotte da Daniela per il giornale per cui ambedue lavorano?
E se non è questa la reale motivazione, allora chi odia tanto Manuela Guerra da desiderare in tutti i modi di vederla sotto terra?

Manuela mette da parte l'iniziale abbattimento, la confusione, la paura, la preoccupazione per i propri cari, per tirar fuori le unghie: se proprio lì fuori c'è qualcuno che la vuole morta, lei vuole scoprire chi è e soprattutto proteggere chi ama. Anche a costo della propria vita.

La ragazza, invece di sfuggirgli, comincia a cercare lei stessa il "suo"  sicario, a provocarlo, a farlo arrabbiare, con la speranza di capirci qualcosa (perché l'uomo la sta coinvolgendo in una sorta di trappola in cui le ordina di fare delle cose discutibili per lui quando potrebbe semplicemente ammazzarla?), e quando Lucas inizia cinicamente a mantenere le promesse e a prendersela con una persona molto vicina a Manuela, quest'ultima capisce che non può e non deve stare ad aspettare che lui faccia ciò che vuole, come vuole e quando vuole, come se Manuela fosse meno che niente. Deve fare qualcosa.

Se è la guerra che vuole, Guerra avrà.

Ha inizio così una sorta di combattimento tra i due, una lotta letteralmente all'ultimo sangue e all'ultimo respiro, fatta di folli provocazioni, agghiaccianti minacce, inquietanti promesse di vendetta, tentativi disperati di liberarsi di quest'inferno in terra chiamato Lucas Leone.

Manuela è una brava ragazza, che ha sofferto già tanto nella sua vita, pur avendo solo ventiquattro anni. Tutto ciò che desidera è un'esistenza tranquilla, al limite dell'invisibile; vorrebbe tornare a quel giorno di due anni fa, prima che Lucas Leone stravolgesse la sua quotidianità normale, anonima, comune, ma serena; prima che diventasse un enorme corpo estraneo, un'aliena, un eterno pesce fuor d'acqua, la ragazza a cui hanno sparato in testa, la poveraccia che è sopravvissuta ma chissà se n'è uscita normale; prima che un corpo estraneo (la pallottola) le fosse piantato a vita nel cranio.

"Manuela si era sempre sentita un corpo estraneo nel mondo dei vivi, da quando si era risvegliata dal coma. Il corpo estraneo che aveva in testa l’aveva resa un corpo estraneo nell’universo degli altri."

Per tentare di uscire dall'incubo in cui è stata trascinata contro il suo volere, e per evitare soprattutto che il male possa colpire in modo irreversibile coloro che lei ama, Manuela è disposta ad andare oltre se stessa, oltre tutto ciò che mai avrebbe pensato di poter fare - di brutto, di deprecabile - nella vita.

Cosa saremmo disposti a fare per proteggere chi amiamo e per mettere fine ad una spirale di violenza feroce, che rischia di coinvolgere troppi innocenti?

In questo thriller - pieno di azione, di momenti di suspense, dove l'adrenalina scorre a fiumi - distinguere in modo netto tra buoni e cattivi non è automatico; attraverso le vicende incredibili, ricche di tensione emotiva, in cui è coinvolta Manuela, il lettore è spinto a chiedersi: possono i buoni diventare cattivi quando si sentono minacciati in maniera forte? 
I buoni muoiono giovani, si ripete Manu pensando alle parole che le diceva il padre: ma chi l'ha detto che dev'essere sempre così? Davvero i malvagi possono farla franca perchè i buoni non sanno (e non vogliono) reagire e a loro altro non resta che vestire i panni delle vittime?

Manuela è combattuta tra la legittima paura di affrontare il suo nemico (dietro il quale si cela un altro ben più pericoloso, che sta pagando Lucas perché finisca il lavoro con lei una volta per tutte, e la cui identità la ragazza non conosce) e la disperata voglia di guardarlo negli occhi, di sapere il motivo vero per cui la sta perseguitando ed è disposto a danneggiare anche altri innocenti pur di colpire lei in tutti i modi possibili.

"Corpo estraneo" mi ha tenuta incollata alle pagine dal primo all'ultimo momento, risucchiandomi nello stesso intricato vortice di ricatti, vendette, trappole, in cui si trova invischiata la giovane protagonista, che sa come cacciarsi nei guai ma, per sua fortuna, ha accanto degli amici sinceri e leali che non la molleranno neppure quando non sapranno cosa inventarsi per aiutarla.

Di Manuela ci viene data una caratterizzazione psicologica completa, esauriente e chiara e la vediamo anche evolvere e acquisire nuove consapevolezze man mano che è chiamata ad affrontare difficoltà più grandi di lei; non è perfetta, non è un'eroina sempre irreprensibile, ha le sue debolezze, mille contraddizioni, ma anche insospettabili risorse fisiche ed emotive di cui lei per prima si stupisce.
Anche l'antagonista - il sicario Lucas Leone - è un personaggio interessante, a suo modo coerente con ciò che ha scelto di essere nella vita.

Ringrazio Lucia di LCS - Ufficio Stampa e l'Autrice Stefania Sperandio per l'opportunità di leggere questo bellissimo thriller tutto made in Italy, che mi ha davvero catturata per i suoi intrecci dinamici, che si complicano ad ogni capitolo, la tenacia e, in generale, la complessità emotiva della protagonista (e non solo) e delle scelte da lei fatte, il ritmo progressivamente sempre più incalzante, l'epilogo che chiarisce ogni nodo.

Non posso che consigliarlo!

6 commenti:

  1. Grazie Angy!!! Dopo questa recensione, non posso che metterlo in lista per una prossima lettura!! 😉👍

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sì, guarda, è un bel thriller, dinamico, con un bel ritmo, storia intrigante.. Merita!

      Elimina
  2. Una storia coinvolgente e molto originale, come al solito le tue recensioni invogliano alla lettura. Grazie Angela! :)

    RispondiElimina
  3. Ciao Angela,a quanto pare "Corpo Estraneo" ha tutti gli ingredienti per essere un thriller coinvolgente come piace a me. La psicologia dei personaggi è sempre un valore aggiunto che rende la lettura più completa e stimolante. Se poi la vittima alza il capo e invece di attendere le mosse del suo carnefice cerca di sfidarlo per capirci qualcosa, l storia si fa ancora più intrigante. E sì, i buoni possono diventare cattivi, il nostro lato oscuro può essere un'arma potente contro ogni cosa :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. è vero, può arrivare il momento che anche i buoni tirano fuori comportamenti inaspettati per reagire al male e contrastarlo!

      Elimina

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz