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sabato 22 maggio 2021

Recensione: DUE CUORI IN AFFITTO di Felicia Kingsley



Cosa può succedere quando un famoso scrittore di best seller, sexy, sicuro di sé al limite dell'arroganza, amante della bella vita e delle belle donne, è costretto a condividere gli spazi di una stessa casa con una (quasi) sceneggiatrice seria, salutista e pacata?
Battibecchi e battutine caustiche sono all'ordine del giorno, e tra i due non mancheranno le scintille... E le scintille, si sa, sono il preludio di un incendio.


DUE CUORI IN AFFITTO
di Felicia Kingsley


Ed. Newton Compton
352 pp
Blake Avery è uno scrittore di successo, che ogni anno scala le classifiche dei romanzi più venduti con i suoi bestseller che, mescolando sapientemente thriller e storia, tengono milioni di lettori col fiato sospeso fino all'ultima pagina.
Certo, ogni volta è un po' un parto perché Blake comincia a scrivere a pochi giorni dalla data di scadenza per la consegna del manoscritto all'editore, il che fa penare la sua agente Sasha, che tutte le volte sbotta contro il suo autore di punta - narcisista, egoriferito, irresponsabile - con delle crisi isteriche memorabili.

Ma Blake sorride con ironia e divertimento perché sa di vendere milioni di copie ad ogni uscita, per cui nessuna casa editrice potrebbe mai rinunciare a uno come lui, sarebbe folle!, per cui se la prende comoda e scrive sempre e solo sotto ispirazione, fosse anche a due giorni dal termine di consegna.

La sua sicurezza nasce dalla consapevolezza che la gente ama i suoi romanzi e li aspetta con trepidazione; solitamente anche le recensioni sono positive e gratificanti, se non fosse per quel maledetto di George Sullivan, che l'ha definito "l'Anticristo della pagine stampata"; insomma, secondo questo pseudo critico, Avery sarebbe un imbrattacarte che vende solo perché scrive robetta commerciale di scarsa qualità letteraria.

La ventisettenne Summer vive a Los Angeles ed è un'aspirante sceneggiatrice; per ora è solo assistente del direttore di produzione di una serie tv molto famosa, ma sente di essere sulla strada giusta, di aver talento e che, a furia di insistere, fare sacrifici e credendoci, prima o poi sfonderà nel mondo delle serie tv hollywoodiane, firmando una sceneggiatura tutta sua. 
È fidanzata con il critico George Sullivan (sì, quel Sullivan che ogni anno massacra Avery con recensioni impietose), un uomo più grande di lei di diversi anni, col quale ha un rapporto tranquillo e privo di grossi slanci e di quella passione che dovrebbe esserci in una coppia che dopotutto sta insieme da poco tempo.

Quando, sopraggiunta l'estate, Summer e George ricevono la gradita offerta di trascorrere le vacanze estive in una bella villa negli Hamptons - di proprietà di una coppia benestante ma sulla soglia del divorzio - accettano più che volentieri, con l'obiettivo di  unire gli impegni di lavoro con la voglia di rilassarsi. 

Ma il relax è ben lontano da loro perché, giunti a destinazione, aprono la porta e sorprendono una giovane coppia intenta ad avere rapporti intimi...

La scena, imprevista e quasi surreale, sconcerta i quattro, che non capiscono come sia possibile che si ritrovino insieme nella stessa villa, essendo ogni coppia convinta di essere la sola ad avere le chiavi per beneficiare dell'ospitalità dei proprietari.
Ed invece, scoprono che i due quasi ex-coniugi hanno fatto la proposta ognuno ad una coppia di amici.
E adesso, che si fa? Se nessuna delle due coppie ha intenzione di fare dietrofront e lasciare all'altra la casa che, con tutti i comfort, è il luogo ideale per rilassarsi durante i mesi estivi, non c'è altra scelta che dividersi gli spazi, provando a convivere.
Ma... ci sono dei "piccoli" inghippi.
Tra Blake e George non corre buon sangue, per ragioni facilmente intuibili e le stoccate sarcastiche, volte ad offendere e sminuire l'altro, non mancano dal primo secondo in cui i due si incontrano; per solidarietà al fidanzato, anche Summer si pone con un atteggiamento ostile verso Blake, che la punta e la sottopone a continue ironie e battutine sferzanti per punzecchiarla e farla arrabbiare.

Il clima non è dei più rilassanti ma ben presto la situazione assume nuovi contorni perché i rispettivi partner di Summer e Blake lasciano casa (e le rispettive relazioni ne risentono, ovviamente) per motivi di lavoro: George deve correre a New York per improrogabili impegni professionali, e anche la compagna di Blake - la bellissima, prorompente e sexy Cheyenne, attrice emergente - ha accettato un ruolo in un film girato da un regista importante, per cui... bye bye, Blake!

Insomma, Summer ed Avery restano in casa da soli, a dividersi gli spazi, e per evitare che l'una invada quelli dell'altro, Summer pensa bene di stendere una lista di regole da seguire per una convivenza, se non idilliaca, quanto meno pacifica.

Certo, i presupposti perché le baruffe siano il loro pane quotidiano ci sono tutti: Blake è un dongiovanni che vola di fiore in fiore, single per vocazione, nelle sue relazioni il coinvolgimento sentimentale è rigorosamente escluso; lei, invece, è una fidanzata leale, devota, che pende dalle colte labbra del suo maturo compagno, di cui teme i giudizi rigorosi e poco generosi e della cui approvazione ha bisogno per sentirsi valorizzata.
Lì dove Summer è ordinata, precisa e mattiniera, fa yoga, beve tè verde e mangia vegetariano, lui fa colazione con un Bloody Mary e due sigarette, vive nel caos e non si sveglia mai prima delle due del pomeriggio. 

E poi si punzecchiano continuamente sulle loro professioni, anche se, mentre Summer sa di apprezzare Avery scrittore molto più di ciò che vuol dare a vedere, Blake è davvero convinto che gli sceneggiatori siano scrittori mancati e falliti, e non manca di rinfacciarlo poco carinamente a un'interdetta e offesa Summer, che da parte sua cerca in tutti i modi di emergere in quel settore e di farcela con le proprie forze e contro ogni previsione.

I due conviventi non hanno proprio niente in comune eppure sentono, giorno dopo giorno, che al di là delle prese in giro, delle ironie facili e delle stoccatine pungenti, un'inaspettata alchimia si instaura tra loro, attraendoli irresistibilmente.
Riconoscerlo e, ancor più, dirselo è complicato ma una serie di circostanze faranno sì che i due imparino a conoscersi meglio, andando oltre la superficie.

In una scena (che io ho trovato simpaticissima e mi ha fatto sorridere molto) in particolare, Blake capirà delle cose importanti della personalità di Summer, arrivando anche a supportarla: durante un improvvisato pranzo famigliare, Summer si ritrova a discutere per l'ennesima volta con il padre e la sorella maggiore di quanto la propria vita e carriera siano un immenso fallimento ai loro occhi.
Il padre, infatti, è uno stimato avvocato e la primogenita lavora con lui, mietendo successi in campo legale; tutti si sarebbero aspettati che anche la figlia piccola seguisse le loro orme ma lei, cocciuta e controcorrente, si è fissata con il voler diventare sceneggiatrice! Ma non lo vede che non c'è posto per lei ad Hollywood?
Insomma, il pranzo si trasforma ben presto in un atto di accusa verso la povera Summer, che al solito viene umiliata e sminuita dai suoi famigliari, davanti ai quali riesce a difendersi ben poco.
Ma questa volta a salvarla c'è lui, l'arrogante ma anche perspicace Blake Avery, che sa come rispondere ai due avvocati, lasciandoli per di più a bocca aperta nel dichiarare di essere il nuovo fidanzato della "piccola" Summer.
A dare una ventata estrosa e bizzarra ad una situazione già stramba e piena di sorprese, si aggiunge un amico di Blake, tale Dwight, ospite temporaneo dei due, ai quali darà non poche grane da risolvere.

Di capitolo in capitolo - che si susseguono dando voce alternativamente ai due protagonisti - seguiamo le vicissitudini che portano Blake e Summer ad essere sempre più vicini, fisicamente e non solo, finché la passione, che provoca loro più di un brivido, non scoppia, irrefrenabile.
Le barriere vengono abbassate e i due si vivono appieno, scoprendo una complicità fisica ma anche mentale che li fa sentire appagati e felici.

Ma se Blake resta sempre il casanova che non vuole innamorarsi (dice lui) e lei non è proprio il tipo da "una notte e via", come faranno questi due universi opposti a incontrarsi davvero?

Entrambi si sentono due cuori da sempre in affitto, alla ricerca (inconsapevole?) di un luogo da chiamare finalmente "casa", in cui non sentirsi più ospiti o estranei, ma al sicuro, a proprio agio, dove essere se stessi, senza giudizi altrui e senza maschere.

I protagonisti son splendidamente tratteggiati e se, alle prime battute, Blake non mi stava proprio simpatico perché trovavo le sue battute verso Summer fin troppo caustiche, dal pranzo in poi mi ha conquistata, si è rivelato per l'uomo intelligente e, a modo suo, sensibile e profondo che è: in fondo, come Summer, anch'egli sa cosa voglia dire essere giudicato (e non sempre con parole lusinghiere) e sa quanto questo possa essere difficile da affrontare e superare, ma è cosciente anche che la ragazza è brava in quel che fa (e scrive) ed è giusto che insegua il suo sogno.
I dialoghi sono vivaci, briosi, ironici e contribuiscono a rendere il ritmo agile e scorrevolissimo, inseriti, come sono, in una commedia romantica brillante e divertenteche intrattiene il lettore con personaggi accattivanti, regalandogli sorrisi, momenti di passione e la giusta dose di imprevisti ed  equivoci.

Un romanzo che mi ha conquistata, di quelli in cui l'amore ha contorni sì romantici - come lo è Summer - ma anche frizzanti, imprevedibili e scanzonati, come Blake.

Consigliato!! 

2 commenti:

  1. Ciao Angela, anch'io ho letto questo romanzo, che ho trovato piacevole e divertente e, piano piano, sto recuperando tutti i romanzi di quest'autrice. Al momento il mio preferito è "La verità è che non ti odio abbastanza", ma ho apprezzato molto anche l'originalità della trama di "Stronze si nasce" :-)

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    1. Io ho un altro suo, Una Cenerentola a Manhattan.
      Questo come "battesimo" mi ha soddisfatto 😉

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz