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domenica 30 maggio 2021

Recensione: IL CUORE È IL MIO BAGAGLIO A MANO di Silvia De Lorenzis



Scoprire di avere un cancro, in un'età in cui sei fiduciosa di avere il mondo in mano e la vita davanti, è tremendo: è uno sconquasso nell'anima, oltre che nel corpo, di quelli che possono buttarti giù in modo irreversibile, impedendoti di vivere il tempo che resta con quella serenità di cui sempre, in ogni momento e periodo della nostra vita, abbiamo urgente bisogno.


IL CUORE È IL MIO BAGAGLIO A MANO
di Silvia De Lorenzis



Casa Editrice Kimerik
98 pp
Laura è una donna di quarant’anni, è sposata e mamma della sua amatissima figlia Sara; professionalmente è gratificata dal proprio lavoro di assistente sociale e lo svolge con entusiasmo e dedizione.

La sua vita viene sconvolta bruscamente da una brutta notizia, di quelle che ti mozzano il respiro e ti annientano dentro: ha una leucemia fulminante, non le resta molto da vivere e quello che le resta dovrà trascorrerlo per lo più in un letto d'ospedale.
È comprensibile ed umano come ricevere una notizia di tale portata possa abbattere chiunque; ci si sente intrappolati in un corpo imperfetto, che ha giocato un tiro decisamente infame e purtroppo non è possibile neanche "sistemare la rotta", in quanto è troppo tardi e si può solo aspettare che la malattia segua il suo maledetto corso.

Che fare davanti a una situazione drammatica come questa?
Dopo lo sgomento e lo scoramento iniziali, Laura reagisce e trova nella scrittura la via per riprendersi se stessa e il proprio mondo interiore, per guardarsi dentro con attenzione ed onestà, e per rovesciare tutto il fiume di emozioni e pensieri che riempiono cuore e mente, così da trovare dentro di sé le risorse per affrontare la vita che ancora può vivere lasciando qualcosa di importante a chi ama.
In particolare, il suo pensiero va alla sua unica figlia, Sara, e per amor suo, e guidata dall'amore indissolubile che prova per lei e che dà il vero senso alla propria esistenza, scrive una lettera per la sua bambina.
Una lettera che suo marito le consegnerà quando Sara compirà diciotto anni.
Sarà un regalo speciale che la ragazza avrà tra le mani per ritrovare sua madre, la sua anima, il suo cuore immenso e pieno di amore per lei; in quelle pagine, tra quelle parole, Sarà potrà trovare le risposte che cerca, ritenendo nel suo giovane cuore i pensieri, le riflessioni, i consigli di una madre persa troppo presto ma che continua a vivere in ogni battito, in ogni respiro di chi l'ha amata.

Non è semplice per una madre scrivere questa lettera, perché farlo significa fare i conti con quell’appuntamento con il destino al quale non si può sottrarre; significa accettare di aver perso la battaglia contro il cancro, ma il pensiero di dover lasciare i propri cari, e Sara su tutti, è forte in lei e la spinge a prendere carta e penna e a buttar giù tutto quello che il suo cuore le suggerisce.

Laura si rende conto che la morte la porterà via, impedendole di godersi sua figlia nei suoi anni più belli, di non vederla crescere, innamorarsi, diventare madre, di non poter condividere con lei le emozioni più intense come i dolori più grandi, quelli che le insegneranno ad affrontare le delusioni e a diventare più forte, quelli che la vedranno raggiungere i suoi piccoli grandi traguardi e realizzare i suoi sogni.

Non le resta, allora, che scriverle, imprimendo su carta frammenti di vita, pensieri intimi, ricordi, quelle parole che - se solo la malattia non si fosse messa in mezzo! - le avrebbe sussurrato.
È un'eredità speciale, preziosa.


"Voglio donarti gli ultimi giorni della mia vita, i miei risvegli, affinché tu possa portarli sempre dentro di te, oltre il dolore, oltre la vita, oltre la morte. (...) Così, se un giorno dovessi aver bisogno di risposte, potrai cercarle tra queste pagine, che profumano d'amore, del mio infinito e incondizionato amore per te. (...) Ma ricorda, la vera risposta a qualsiasi domanda sarà sempre nascosta in fondo al tuo cuore; io vorrei solo aiutarti a non aver paura di leggerci dentro!".

Le parole che Laura dedica alla sua bambina sono pregne di amore, di desiderio di poter parlare al suo cuore così che lei possa crescere sapendo di essere stata tanto amata e che la sua mamma sarà sempre con lei nonostante la vita le dividerà.
Laura racconta di sè, dei propri sogni, dell'amore per il proprio lavoro; le svela delle verità dolorose anche sul rapporto col padre e come non sempre tra loro sia stato tutto rose e fiori, ma l'amore e il perdono hanno trionfato su risentimenti, amarezze e delusioni.

La lunga lettera d'amore di questa dolce mamma per la sua figlioletta, lungi dall'essere intrisa di eccessiva tristezza (che pure sarebbe legittimo) o disperazione, è invece carica di speranza, fiducia in se stessi e nei propri sogni, empatia, amore per le piccole cose, per valori fondamentali - come l'attaccamento alla famiglia, alle proprie radici e alla propria terra, il perdono, il riconoscere le proprie fragilità e di non vergognarsene, ma piuttosto di trasformarle in modo che diventino dei trampolini per migliorarci, l'accettazione del dolore come occasione per crescere, maturare, darsi il tempo di fermarsi per recuperare le energie e poi rituffarsi nel mare della vita, che a volte è placido e calmo, altre è in tempesta.
Ma è pur sempre vita, e vivere è come essere costantemente su un'altalena, che come ti porta su, così è capace di riportarti giù!

Credo che ogni figlia vorrebbe avere il piacere di leggere una lettera così scritta dalla propria madre (o in generale da una persona cara), perché contiene frammenti importanti della persona che scrive, la quale davanti a un pezzo di carta non si risparmia, ma anzi ne fa uno strumento vivo e fedele per confidarsi, condividere, incoraggiare, consigliare, esprimere affetto, e lo fa anche quando - come nel caso specifico della protagonista - avrebbe tutte le umane e comprensibili ragioni per chiudersi in se stessa, a macerarsi nel dolore, e invece, al cospetto della severità di un male che non perdona e che ben presto le ruberà forze psichiche e fisiche, prende il bagaglio a mano - il cuore! - che l'ha sempre accompagnata nel viaggio della vita, e si incammina lungo la tappa più difficile mai attraversata.

È un libro breve ma intenso, ad ogni pagina l'Autrice ha riversato, con proprietà e fluidità di linguaggio, la propria sensibilità e ricchezza d'animo, traducendo con sapienza e passione tanti pensieri, considerazioni, timori, insicurezze e risorse emotive e psicologiche, che tanti lettori possono sentire come propri, inducendoli a immedesimarsi in questa donna consapevole di non essere un'eroina, bensì una persona piena di fragilità ma anche di forza, di sogni e desideri, e soprattutto una madre che vuol lasciare il proprio cuore nei ricordi di sua figlia.
Una lettura che parla all'anima del lettore, come una carezza delicata ma anche piena di energia e speranza.

2 commenti:

  1. Non so che dire... semplicemente grazie, di vero cuore, per essere riusciti a leggere oltre le parole e aver spogliato l'anima al mio romanzo! ❤️

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    1. Grazie a te, Silvia, per aver narrato con tanta sensibilità il mondo interiore di una donna e mamma innamorata della vita e della figlia.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz