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lunedì 24 ottobre 2022

** RECENSIONE ** IL CASO ALASKA SANDERS di Joël Dicker



Lo scrittore Marcus Goldman, dopo aver contribuito, in passato, alla soluzione del caso di Nola Kellergan e aver fatto scagionare l'amico scrittore Harry Quebert, si vede nuovamente coinvolto in un' altra drammatica vicenda, vecchia di undici anni e apparentemente risolta: l'omicidio della ventiduenne Alaska Sanders. 
Assieme al poliziotto e amico Perry Gahalowood, Marcus non si darà pace fino a quando non avrà chiarito ogni aspetto di quel complicato omicidio in cui, in realtà, di risolto non c'è un bel nulla.


IL CASO ALASKA SANDERS
di Joël Dicker





Ed. La nave di Teseo
trad. Milena Zemira Ciccimarra
624 pp

Mount Pleasant (nel New Hampshire) è una tranquilla cittadina dove tutti si conoscono, dove puoi dormire con la "porta aperta" e  in cui non succede mai nulla di sconvolgente.
Il luogo ideale per un omicidio, in pratica.

Era il 3 aprile 1999 quando il corpo senza vita di una giovane donna, Alaska Sanders, veniva rinvenuto in riva a un lago; la vittima era morta strangolata, dopo essere stata colpita in testa con un oggetto contundente.
In carcere era finito un giovanotto di nome Eric Donovan, cui fu  dato l'ergastolo e risparmiata la pena di morte in quanto reo confesso; a dire il vero, Donovan pare fosse stato il complice del vero assassino: Walter Carrey, a quel tempo fidanzato con Alaska. 
Essendosi suicidato dopo la confessione e dopo aver coinvolto l'amico Eric quale complice, l'unico a pagare è stato (ed è) quest'ultimo.
Insomma, indagine risolta, caso chiuso. 
No?

NO, ovvio.

Le indagini partono immediatamente, nel '99, e a guidarle sono Perry Gahalowood con i colleghi Vance e Kazinsky; i sospetti della polizia cadono da subito sul fidanzato della vittima, Walter Carrey, per poi estendersi appunto ad Eric, amico non solo di Walter ma della stessa Alaska.

I particolari dell'indagine vengono forniti al lettore goccia a goccia in quanto le vicende del 1999 costituiscono "il passato" ed esse si alternano al racconto del presente, quando il Marcus del 2010 rivede l'amico Perry e questi gli racconta il caso Alaska Sanders, che ha stravolto la sua vita.

Benché ufficialmente risolta, la triste e complicatissima storia di chi (e come-quando-dove e perché) ha tolto la vita a una povera ragazza, giudicata un angelo bellissimo e gentile da chiunque l'abbia conosciuta, si riaffaccia prepotentemente nella vita di Perry, sconvolgendogliela, oggi più di ieri.

A spingere Perry a riaprire il caso è un inquietante messaggio anonimo a lui destinato, in cui vien detto che Eric e Walter sono innocenti; la lettera viene intercettata da Helen (l'amorevole e meravigliosa moglie di Perry, alla quale Marcus è molto affezionato) e questo episodio innescherà una serie di eventi drammatici per la famiglia Gahalowood.

Fortunatamente, il burbero ma onesto e retto poliziotto ha accanto a sé un vero amico, qual è Marcus Goldman (la cui amicizia sincera sarà fonte di consolazione e forza per Perry, che attraverserà un brutto periodo) e i due, insieme, riformeranno una squadra incredibile e tenace, pronta a non trascurare alcuna ipotesi pur di dare un senso e una spiegazione a quel messaggio anonimo.

E se undici anni prima Gahalowood e colleghi avessero seguito una falsa pista che li ha portati a commettere un madornale errore di valutazione, facendo sì che tra le sbarre venisse messo l'uomo sbagliato? 

Le indagini ripartono, prima di nascosto e in veste privata, poi in via ufficiale, anche perché gli elementi che vengono raccolti via via diventano innumerevoli e, di volta in volta, aprono a sempre nuovi e scottanti scenari.

Tante sono le domande e i dubbi cui nel 1999 non fu data risposta:

- sul cadavere fu ritrovato un biglietto con su scritto: SO COSA HAI FATTO.
Lo scrisse e lo lasciò l'assassino? E a cosa si riferiva, cosa poteva aver commesso di grave Alaska, tanto da essere minacciata da qualcuno? L'omicidio è stato frutto di una vendetta? Forse è da attribuire a un movente passionale?
- Alaska era di Salem (Massachussets): perché lasciò la famiglia e il proprio paese per andare in una località fin troppo anonima e tranquilla come Mount Pleasant?
Nell'assistere alle tante domande di Perry e Marcus ai genitori della giovane, veniamo a sapere che Alaska era bellissima e si stava facendo strada nel mondo dello spettacolo, avendo il desiderio di sfondare come attrice; aveva anche vinto un importante concorso di bellezza, eppure subito dopo, invece di volare a New York per tentare la scalata al successo, si era ritirata a Mount Pleasant, andando a vivere col fidanzato Walter.
Come mai questa scelta così poco logica? 
Tanto più che con Walter non sembrava che fosse tutto "rose e fiori"... e infatti, la sera dell'omicidio, Alaska aveva rotto con il ragazzo ed era pronta per recarsi ad un appuntamento galante...
Con chi? Forse Alaska aveva un amante, Walter l'aveva scoperto e l'aveva uccisa spinto dalla gelosia e dalla rabbia?

A indirizzare l'attenzione degli investigatori su Walter ci sono tanti dettagli che, in un modo o nell'altro, lo inchiodano o, quanto meno, gettano più di un'ombra sulla sua innocenza: un maglione sporco del sangue della vittima (di chi è? perché è lì?) nella propria auto, frammenti di vernice appartenente a una macchina (la sua?), stampanti mal funzionanti, testimonianze parziali ma da non sottovalutare..., insomma tante sono le criticità che nel '99 si cercò di spiegare con tesi scontate che, per quanto logiche,  non erano supportate da investigazioni approfondite.

La narrazione procede attraverso numerosi e costanti flashback, che dal 2010 ci portano al 1999, con piccoli e veloci salti a mesi e settimane prima e dopo il 3 aprile, indispensabili per chiarire cosa sia accaduto nel passato, quali persone (e sono tante) siano coinvolte e in che modo,  e poiché "In un'indagine ciò che non si spiega è sospetto", la soluzione arriverà solo chiarendo ogni minimo particolare e districando ogni nodo.

Il susseguirsi delle vicende segue un ritmo vivace, in un crescendo di progressive scoperte e informazioni che creano tanti piccoli colpi di scena, in grado di aumentare la tensione emotiva e la curiosità del lettore.

CHANDLER HOVEY PARK (source)
località citata nel romanzo
Si resta affascinati dalle capacità investigative, logiche e dialettiche di Perry, che sa condurre indagini e interrogatori facendo le domande giuste al momento giusto, così da portare l'interlocutore dove vuole e a dargli le informazioni desiderate, che arrivano con ben undici anni di ritardo e non possono non rivoluzionare tutto, compresi gli stati d'animo di Gahalowood, che si rende conto di aver fatto (e i suoi colleghi di allora ancor di più) un sacco di errori stupidi.

I sospetti passano da Eric a Walter e viceversa; non si fa in tempo a credere che l'uno sia colpevole che qualche nuovo indizio sbuca per rimettere tutto in discussione; nel corso dell'evolversi della trama, altri personaggi (noti e nuovi) desteranno molti legittimi dubbi e indizi di colpevolezza.
Anzi, è possibile sostenere che non c'è personaggio coinvolto nella storia di Alaska che non abbia qualcosa da nascondere e su cui lo scrittore non getti l'ombra del dubbio.
Fino alla fine, individuare il colpevole oltre ogni ragionevole dubbio sarà tutt'altro che semplice e scontato.

Non ho letto La verità sul caso Harry Quebert (ho solo guardato la serie tv, che tra l'altro mi è piaciuta davvero tanto) né Il libro dei Baltimore, ed entrambi sono menzionati molte volte perché tanto Harry (con cui Marcus aveva un forte legame d'amicizia) quanto i famigliari di Baltimore (cui il ragazzo è stato legatissimo durante l'infanzia e che sono stati protagonisti di un evento tragico, che ha segnato lo stesso Marcus) hanno esercitato una notevole influenza su di lui, sul suo carattere, su certe decisioni prese o meno, sulla sua (in)felicità. 

Nel caso di Harry, poi, il suo ricordo è un fantasma sempre vivo, la cui presenza nella vita di Marcus si fa sentire prima in maniera vaga poi più concreta.
Marcus è fondamentalmente un insicuro con scarsa autostima e questa sua fragilità si manifesta in vari ambiti esistenziali, dal lavoro all'amore, all'amicizia.
Il successo (ottenuto con un primo romanzo e, in special modo, con "La verità sul caso Harry Quebert") gli ha fatto smarrire sé stesso e la propria identità, che egli tende a sovrapporre a quella di Harry, per lui amico straordinario e scrittore idealizzato, un modello al quale tendere e da imitare.

Lo vedremo maturare e crescere sotto questo aspetto ed arrivare ad una più adeguata ed equilibrata consapevolezza di sé.

Concludendo, Il caso Alaska Sanders è stata una lettura per me entusiasmante.

Tradimenti, bugie, invidie, amori segreti e proibiti, piani architettati per far del male, zittire testimoni scomodi ed evitare problemi per sé stessi: Dicker ci mostra quanto complicata sia la mente umana, ma anche quanto possa essere ingegnosa, scaltra, e come ci sia bisogno di altrettanta sagacia per unire tra loro e con efficacia eventi concatenati le cui relazioni non sono visibili a un occhio superficiale e frettoloso.

Per il lettore occuparsi del caso di questa ragazza ammazzata è come porsi davanti ad una lavagna pulita su cui man mano vengono scritti nomi, luoghi, date, legami, connessioni e tutto ciò che ha a che fare con l'omicidio e, anche se ogni volta che si aggiunge un elemento, esso sembra portare confusione, in realtà va solo inserito nel posto giusto e questo richiede tutta l'intelligenza, la pazienza e la tenacia da parte dei due amici, ricercatori instancabili della verità.

Una delle caratteristiche che più mi hanno convinta di questo thriller è che - come dicevo più su - nessuno dei sospettati è mai completamente scagionato e innocente fino alla piena risoluzione del caso, per arrivare alla quale bisogna ovviamente aspettare che scorrano molte pagine!

Il mio parere è assolutamente positivo; è un romanzo che, una volta cominciato, non ho più  mollato, così che mi ritrovavo, ogni volta che lo riprendevo, a leggere un sacco di pagine senza alcuna fatica, anzi, con il vivo piacere ed interesse di proseguire per arrivare alla fine.

Sarei curiosa di leggere "Il libro dei Baltimore" o altri romanzi di Dicker. Se avete consigli, fatevi sotto ^_-

2 commenti:

  1. Ciao Angela, come sai, anch'io ho adorato questo romanzo e mi ha fatto piacere ricordarlo attraverso la tua dettagliatissima recensione! A questo punto, ti consiglierei di proseguire con i romanzi di Dicker recuperando "Il libro dei Baltimore": io l'ho letto all'inizio di quest'anno e mi è piaciuto tantissimo, anche se più che un giallo è una saga familiare, ma so che quest'ultimo genere piace molto anche a te, quindi penso che potresti apprezzare anche questo libro ;-)

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    1. grazie per il suggerimento, ariel, lo seguirò di sicuro!!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz