PAGINE

martedì 29 novembre 2022

|| RECENSIONE || RIFQA di Mohammed El-Kurd



Nel leggere le poesie di Mohammed El-Kurd riusciamo a sentire il grido di rabbia, di dolore ma soprattutto il coraggio di un popolo che non si arrende, che resiste e lotta per affermare con forza il proprio diritto di esistere, la volontà di non cedere e di non soccombere al cospetto di un occupante che con violenza, da ormai più di settant'anni, espropria terre, case, e prova a spazzar via la storia, le radici, la cultura, la memoria, l'identità del fiero popolo palestinese, "provocatoriamente, orgogliosamente, completamente vivo".


RIFQA 
di Mohammed El-Kurd



Fandango Libri
trad. E. Bero
155 pp
Il titolo dell'esordio letterario di El-Kurd è un nome di donna: non una donna qualsiasi, ma la nonna di Mohammed, colei che accoglieva con un mazzetto di gelsomini il nipote che tornava da scuola, che gli ha insegnato "a sparare le mie frasi come razzi, a essere resiliente."

"Sono cresciuto nella sua saggezza e la mia poesia ne è il riflesso. Lei è l’asse delle mie azioni, l’orchestratrice della mia cadenza."

Nonna Rifqa, morta a 103 anni, che aveva più anni della colonizzazione sionista e che ha dovuto lasciare la propria casa, per la prima ma non per l'ultima volta, in un giorno di maggio 1948

La mattina d’un maggio dal cielo rosso 1948.
Poteva essere oggi.
Hanno buttato giù le porte,
rivendicando la vita come fosse la loro.

L'inizio della Nakba, della catastrofe, e quindi l'esilio da Haifa e, come se non fosse stato sufficiente l'andare di rifugio in rifugio, ha dovuto vivere e subire, ormai anziana, anche l'espropriazione della sua casa a Sheikh Jarrah, quartiere di Gerusalemme Est, in un ennesimo ripetersi di un orrore destinato a non finire mai.

Rifqa aveva il passo sicuro.
“Torneremo appena le cose si calmano”
e lei ha creduto,
indossato la chiave
finché la chiave il collo la memoria
non sono diventati dello stesso colore.


15 maggio 1998: Mohammed nasce nel cinquantesimo anniversario della Nakba. Non poteva che farsi portavoce di un canto di libertà che non è solo suo o della sua famiglia, ma di un intero popolo.


"sono nato di fronte a una casa chiusa
che definivo mia, ma non ci sono mai entrato.

I colonizzatori  giovani  vestiti diversamente
coi fucili che sbattevano sui fianchi    nazione di terroristi
festeggiavano la proprietà rubata spietati.
Piangevo – non per la casa,
ma per i ricordi che avrei potuto averci dentro."


Tra donne coraggiose che stanno in piedi davanti ali coloni e ai giovani soldati armati, tra bambini vilmente uccisi su una spiaggia, tra gruppi di uomini, donne, anziani e bambini che si uniscono per "guastare la permanenza dei coloni nelle loro terre", i versi di questa raccolta ci raccontano l’amore per la patria, la consapevolezza di come in terra di Palestina la morte sia improvvisa, immediata, costante.
Ci parlano di resistenza, di lotta per la libertà, di difesa della propria terra e dell'attaccamento ad essa; dopo le poesie, nell'edizione italiana c'è una sezione in prosa dedicata alla lotta degli abitanti di Sheikh Jarrah per non lasciarsi strappare le proprie case; sono testi che l’autore ha scritto per The Nation e per The Guardian.

Nel 2009 la famiglia El-Kurd (e non soltanto essa) si è vista confiscare, per decisione di tribunali israeliani, la propria casa e questo, ricorda il giovane autore, rientrava nella strategia di "ripulire etnicamente" il quartiere di Sheikh Jarrah nella sua interezza *

Nonna Rifqa è stata una combattente fino all'ultimo, non accettando di vedersi rubata la casa un'altra volta, di essere trasformata ancora in un'esiliata che vaga tra campi profughi.

Vedersi togliere la casa non è solo una questione di perdere la proprietà, ma, dice Mohammed, "significa perdere anche l’identità palestinese della città e rappresenta un presagio del tremendo destino che attende quel che resta della sempre più esigua popolazione autoctona di Gerusalemme. Sheikh Jarrah: è un perfetto esempio di colonialismo di popolamento, un microcosmo della realtà palestinese nel corso dei settantatré anni di dominazione sionista."

Con questa sua raccolta, El-Kurd si affianca ad altri poeti della resistenza palestinese (Fadwa Tuqan, Rashid Hussein, Mahmoud Darwish e Ghassan Kanafani) che, prima di lui e come lui, hanno svolto, e svolgono ancora, un ruolo significativo nel formare e tenere vivo un fronte internazionale contro il colonialismo e l’imperialismo nel mondo.

Mohammed El-Kurd - poeta, scrittore e giornalista per The Nation, - attraverso i suoi articoli prima e questo libro poi, offre una chiave di lettura che stimoli a guardare a quello che è chiamato da sempre "conflitto israelo-palestinese" in modo da interrogarsi con onestà su come sia la vita sotto occupazione a Gerusalemme Est, su tutto ciò che questo comporta per la popolazione e su chi siano davvero i carnefici e chi le vittime.

Leggete "Rifqa" e lasciatevi guidare dalla penna arguta, chiara, sarcastica, sincera e fiera di un giovane scrittore che, allontanandosi da ogni retorica e senza paura di chiamare le cose col loro nome, ci ricorda quanto brutale sia la realtà quotidiana nei Territori occupati - e questo non da una settimana o da un paio di mesi, né da qualche anno... ma da 73 anni - e come a questo non possano che seguire azioni di lotta e resistenza.


"Le persone più libere sul pianeta non sono controllate da odio e paura, ma sono mosse da amore e verità. Siamo più di cosa abbiamo subito; siamo chi siamo diventati, nonostante tutto."


Come per lo scorso anno, ho voluto pubblicare in questo giorno la recensione di un libro che tratta l'argomento "Palestina" - di come vivono i palestinesi sotto il regime d'occupazione e apartheid israeliano - in occasione della Giornata internazionale della solidarietà con il popolo palestinese, istituita nel 1977 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Nel 2020 ho segnalato alcune scrittrici palestinesi in QUESTO POST.



* a tal proposito puoi leggere QUESTO ARTICOLO

4 commenti:

  1. Un poeta che non conoscevo, un poeta straordinario. Grazie per questa segnalazione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lieta di averti incuriosito su questo autore molto giovane ma promettente!

      Elimina
  2. Toccante ritratto di una donna che ha influito così tanto sulla vita del nipote... una tragedia infinita che lascia senza parole.

    RispondiElimina

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz