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sabato 15 aprile 2023

[[ RECENSIONE ]] LA MOGLIE IMPERFETTA di B.A. Paris


Tutti abbiamo il nostro "tallone d'Achille", dei punti deboli; a volte essi restano celati e "dormono" fino a quando non accade qualcosa che manda in tilt il nostro equilibrio mentale e allora ecco che queste tanto temute fragilità esplodono, emergono, e può accadere che ci si senta spiazzati, confusi, impotenti.
E' ciò che capita alla protagonista, Cass: brava insegnante, moglie innamorata, vita regolare e tranquilla, fino al giorno in cui un omicidio scombussola tutta la sua esistenza e, prima ancora, la sua mente, facendole vedere cose che, quasi sicuramente!, non esistono.
Sta forse impazzendo? Fortuna che ha accanto una buona amica e un marito adorabile...


LA MOGLIE IMPERFETTA
di B.A. Paris


Edizioni Nord
trad. M.O. Crosio
400 pp
Cass Anderson è un'insegnante che cerca di godersi l'estate; la scuola inizierà a settembre, c'è tempo per pensare alla programmazione, per cui adesso la donna vuol rilassarsi col marito, Matthew.

Ma non è così semplice. La vita è capace di riservare sorprese assolutamente non prevedibili.

Una sera (tardi), da ritorno da una festicciola, per arrivare a casa prima (dove l'aspetta Matthew, a letto con una forte emicrania), Cass decide di prendere una scorciatoia che passa per il bosco; non è proprio una strada sicurissima e inoltre è in corso un bel temporale, ma lei la prende ugualmente.
Quella sera sarà una sorta di spartiacque per lei: da quel momento la sua vita cambierà. 
In peggio.

Quella sera maledetta, mentre la pioggia scende giù a secchiate, nota, ferma sul ciglio della strada, un'auto, con dentro una donna; Cass non scende per sapere se ha bisogno d'aiuto, né l'altra le fa alcun cenno, perciò Cass se ne va.

La mattina seguente scopre dai telegiornali che quella donna è stata assassinata. Esattamente dove lei l’aveva incrociata. 
Partono ovviamente i sensi di colpa e le mille domande: perché non mi sono fermata per chiederle se avesse bisogno di aiuto? Forse a quest'ora sarebbe ancora viva!

Cosa ancor più angosciante, scopre anche che lei la vittima la conosceva: si chiamava Janet e avevano pranzato insieme, una volta; la povera donna era sposata ed era madre di due gemelline piccole, che purtroppo cresceranno senza la loro mamma.

Come se non bastasse, subito dopo questo misterioso omicidio, Cass comincia a ricevere telefonate mute, dal vago sapore minatorio...

E se fosse l'assassino? E se questi fosse convinto che lei, Cass, abbia visto qualcosa che non doveva vedere quella sera? Magari s'è segnato la targa della sua auto e adesso la tiene sott'occhio; forse sta anche pensando di ucciderla!
E poi, quando è in casa da sola, ha spesso la sensazione di essere osservata.
Cass è terrorizzata perché non ricorda nessun dettaglio significativo riguardo quella sera ma questo l'assassino non può saperlo.

I pensieri paranoici si affacciano alla sua mente sempre più spesso e sempre di più, e ad essi si aggiunge la consapevolezza di non star bene dal punto di vista emotivo.

Gli ultimi anni della sua vita non sono stati bellissimi né semplici, soprattutto a motivo della malattia che ha colpito sua madre, morta pochi anni prima: era affetta da demenza precoce, diagnosticatale poco dopo i quarant'anni.
Cass sa cosa voglia dire avere un genitore che pian piano non è più quello di prima, che dimentica, confonde, non riconosce...: è un dolore lento e lacerante e mai vorrebbe riaffrontare un inferno simile, né farlo vivere al suo amato marito, che nulla sa della patologia della suocera.

Il problema è che Cass si sta rendendo conto di come la sua mente, negli ultimi tempi, le faccia troppi scherzetti: ora dimentica le chiavi, ora un appuntamento..., insomma cosa le succede? Non sarà demenza precoce anche a lei, come alla defunta madre?

Per convincersi di non essere sull'orlo della pazzia, Cass cerca di minimizzare, di non dare troppa importanza a delle semplici dimenticanze; capitano a tutti, no?, tanto più nei periodi di stress!

È ciò che le ripetono suo marito e la sua migliore amica, Rachel (che è anche un'amica di lunga data, quasi una sorella): Tranquilla, Cass, vedrai che sei solo stanca. Un po' di riposo, rallenta i ritmi e pian piano questi piccoli problemi spariranno.

Purtroppo, però, le sviste aumentano e diventano più preoccupanti, accompagnate da altri episodi che allarmano sia lei che Matthew: non ricorda cose semplicissime, come l'accensione della lavatrice o della macchina del caffè, vede coltellacci in cucina, dimentica dove ha parcheggiato l'auto..., e poi perde la voglia di vivere, non sente neppure il desiderio di tornare a lavorare, ha paura a restare in casa da sola perché sente che qualcuno la sta perseguitando, con le telefonate e non solo...
E intanto la polizia non ha ancora trovato l'assassino della povera Janet, il che vuol dire, secondo Cass, che lei stessa è in pericolo!

Insomma, due sono le cose: o le sue paure hanno un fondamento e davvero c'è qualcuno che vuol farla impazzire, o è la demenza precoce a infierire, impietosa e crudele, sulla sua povera mente, annebbiandola.

Matthew le sta vicino, dice di amarla e vuole che lei cerchi di prendersi cura di sé stessa, anche ad es. prendendo delle pilloline prescritte da un medico; lei però sente che lui si sta allontanando, forse provato da questa situazione, dalle ossessioni e dalle paranoie di questa moglie che, a soli trentaquattro anni, già dà segni di pazzia...

Menomale che c'è Rachel, sempre disponibile a raggiungerla, a stare con lei, ad accoglierne gli sfoghi.
E, in un certo senso, sarà proprio tramite Rachel che Cass comincerà a mettere insieme i pezzi di un puzzle che è sempre stato davanti a lei ma la cui chiave di lettura finora l'è sfuggita, confusa com'era da pillole, paura e amnesie.
Rachel riuscirà il filo che porta al bandolo della matassa e ciò che scoprirà sarà doloroso ma, inevitabilmente, anche liberatorio.

Mi è piaciuto questo thriller psicologico di B.A. Paris (di cui ho letto LA PSICOLOGA) perché gioca molto sul discorso delle dimenticanze della protagonista, servendosene per mescolare le carte, confondere le idee tanto di Cass quanto del lettore, rendendo di proposito labile il confine tra allucinazioni e realtà.
L'omicidio di Janet attraversa praticamente tutto il libro anche se, a un certo punto, fa da sfondo, nel senso che non ci si concentra su di esso e sulla ricerca del killer, quanto sul fatto che i pensieri di Cass siano completamente soggiogati dal terrore che le incute l'autore del delitto, che - lei è convinta - la tiene sotto scacco con le telefonate mute.

Devo dire che non ho impiegato molto a dirigere i miei dubbi su un persona in particolare e, nel corso della lettura, mi sembrava di veder confermate le mie sensazioni; questo però non ha reso il prosieguo meno interessante, anzi, ero curiosa di continuare per verificare le mie ipotesi; a un certo punto, nella parte centrale del romanzo, il ritmo sembra rilassarsi anche troppo e il lettore si trova davanti ad una situazione ferma sempre sullo stesso punto: le ossessioni di Cass, i suoi vuoti di memoria, il suo continuo terrore verso un nemico invisibile, le premure di Matthew...
I giorni e le settimane vanno avanti così fino al momento in cui le acque cominciano a muoversi e il velo viene sollevato, per Cass e per il lettore, così da mettere al suo posto ogni tessera e svelare il volto di chi sta realmente perseguitando la povera Cass.

Un buon thriller, coinvolgente, dallo stile fluido e piacevole. Consigliato!!



4 commenti:

  1. Ciao Angela, di questa autrice avevo letto un romanzo anni fa, "Non dimenticare" o qualcosa di simile... non era stata una brutta lettura però nemmeno così memorabile da spingermi a leggere altro di suo... però questa storia dalle tue parole sembra intrigante...

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    1. capisco cosa tu intenda. Questo è un thriller che si lascia leggere con molta scorrevolezza, non è al cardiopalma, eh, ma ha una trama sufficientemente coinvolgente.
      ciao :))

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  2. Ciao Angela, dalla tua recensione mi sembra una lettura interessante, me la segno perché mi piacciono i thriller psicologici. Grazie, cara :o)

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    1. Ciao erielle :) dagli un'opportunità, fammi sapere la tua opinione se lo leggerai

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz