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lunedì 22 gennaio 2024

|| RECENSIONE || AMARO IN VETRO di Davide Carotenuto



Ironico, arguto, scanzonato e romantico, "Amaro in vetro" è un’autobiografia sentimentale con cui il protagonista (e voce narrante) si mette a nudo, si espone raccontandosi a 360°, gettando maschere e inibizioni per guardarsi dentro e, al contempo, confrontandosi col complicato e "misterioso" universo femminile.


AMARO IN VETRO
di Davide Carotenuto


La Bottega delle parole
135 pp
La vita è un susseguirsi di incontri - alcuni più importanti di altri -, di occasioni mancate, di amori rincorsi e persi, di relazioni -alcune più intense, altre meno - il cui ricordo (dolce o amaro che sia) può accompagnarci per anni.
In queste pagine, che scorrono agevolmente sotto gli occhi del lettore, il protagonista si racconta in prima persona, lasciandoci entrare nel suo mondo interiore, fatto di mille pensieri, ricordi, battute scherzose, considerazioni, amarezze, sorrisi, e il racconto di sé è un vero e proprio fiume in piena, travolgente e appassionato.

Nel suo raccontarsi senza filtri e senza riserve, il protagonista torna indietro nel tempo molto spesso e, proprio come se parlasse a un amico silenzioso con cui ha voglia di aprirsi, ci confida aneddoti del suo passato e lo fa senza essere mai pesante, triste o patetico, ma al contrario con un piglio simpatico, autoironico, sempre pronto alla battuta spensierata.

Incontri con donne più o meno importanti, ciascuna della quali ha lasciato comunque un segno - per piccolo che sia - nella sua vita (altrimenti non varrebbe neppure la pena parlarne, no?) e ha contribuito a renderlo la persona che è: pragmatica, forse a tratti anche un tantino cinica e disillusa, eppure mai privata di quel romanticismo di cui egli sente fortemente il bisogno.

Perché il nostro protagonista non ha smesso mai di sperare di incontrare, presto o tardi, l'amore della vita: "...nonostante tutto, ci credo ancora nell’amore. Credo ancora di poter trovare la persona giusta che, al mattino, mi svegli sussurrandomi “...ho fatto il caffè ... facciamo colazione insieme?”".

Dai suoi racconti emerge quanto egli provi ad analizzare - criticamente eppure senza prendersi troppo sul serio - tutte le affascinanti contraddizioni dello sfaccettato mondo femminile, raccontandone le sfumature, le fragilità che spesso risultano poco comprensibili agli uomini. 

Il racconto vivace (una vivacità in cui però non manca, talvolta, una vena di malinconia) e disinvolto delle proprie avventure sentimentali diventano il trampolino per parlare di sé, dei propri pensieri e sentimenti, riflettendo sulla vita e sui rapporti con chi lo circonda, fino ad arrivare ad una migliore conoscenza della propria persona, aprendosi alla possibilità che ogni esperienza fatta, ogni difficoltà incontrata, ogni presenza importante e ogni mancanza che pesa, hanno avuto il loro perché nella alla scoperta di sé stesso, nella sua crescita come uomo che si interroga, che prova a guardarsi e riconoscersi attraverso gli occhi degli altri, individuando, comprendendo e accettando debolezza e insicurezze, proprio quelle che ha sempre cercato di negare e che forse un po' gli hanno impedito di costruire una solida relazione amorosa. 

Nello svelarci ciò che gli passa per la testa, il protagonista prova a smorzare col sorriso la tristezza e a celare ferite che però, a un certo punto, devono essere curate.

"Incidere, drenare e tagliare. E proprio come per una strana infezione, che ti fa stare male al punto da girarsi e rigirarsi nel letto in preda agli spasmi, bisogna praticare un’incisione nel punto nevralgico, favorire la fuoriuscita di quel male oscuro e tagliare via tutto ciò che non serve più..."

Nel parlare di sé, egli è, come dicevo più su, un fiume inarrestabile, che va da un episodio all'altro, collegandoli tra loro attraverso associazioni e ricordi che si succedono di seguito e che sono un po' come delle tappe nel suo percorso esistenziale, tanti piccoli "qualcosa" che hanno spezzato, anche soltanto per un po', la solita routine fatta di gesti abitudinari, più o meno inconsapevoli "che somigliano sempre più al movimento di un automa".
In fondo, fermarsi a ricordare qualcuno e qualcosa ha la sua importanza, perché significa che non ci siamo limitati a vivere senza renderci conto del chi, dove, come quando, perché, ma che abbiamo, anzi, conservato dei frammenti di certe esperienze, di certi attimi, parole, sguardi, silenzi, persone.


"Amaro in vetro" è un romanzo breve ma denso, che riesce ad essere ricco ed introspettivo senza mai appesantire la lettura, la quale - grazie a un'oculata e intelligente leggerezza mista a sfumature di lieve malinconia - risulta costantemente snella e piacevole.

Ringrazio la casa editrice partenopea La Bottega delle parole per la gradita copia digitale in omaggio.

6 commenti:

  1. Ciao Angela! Non conoscevo questo romanzo, ma sembra un po' insolito! Comunque interessante!

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    1. Una lettura diversa anche da ciò che leggo io abitualmente (⁠•⁠‿⁠•⁠)
      Ciao cara Silvia

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  2. Ciao Angela, questo non è il mio genere, ma la tua recensione è sempre impeccabile.
    Un saluto 😘

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  3. Ciao Angela, il mio commento non è stato pubblicato... Sarà finito di nuovo nello spam

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    1. Grazie per avermelo segnalato, non capisco con che criterio blogger decida di pubblicare un commento sì e l' altro no dello stesso utente (⁠ʘ⁠ᗩ⁠ʘ⁠’⁠)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz