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martedì 17 settembre 2024

LA PROMESSA. Requiem per il romanzo poliziesco, di Friedrich Dürrenmatt [ RECENSIONE ]


Una serie di efferati omicidi, che hanno come bersaglio bambine innocenti, terrorizza un'area della Svizzera negli anni '50.
Un commissario caparbio e irremovibile è deciso a mantenere la promessa fatta ai genitori di una delle vittime: arrestare l'assassino.
Il vero assassino, e non quello che più fa comodo alla polizia per risolvere il caso il prima possibile.



LA PROMESSA
- Requiem per il romanzo poliziesco -
di Friedrich Dürrenmatt


Adelphi
trad. D.Barra
162 pp
Il romanzo inizia con il presentarci uno scrittore di romanzi polizieschi che ha appena tenuto a Coira, in Svizzera, una conferenza proprio su questo genere narrativo; viene intercettato da un ex-comandante della polizia cantonale di Zurigo - il dottor H. - che, nell'esprimere il proprio disappunto sul modo di lavorare degli scrittori di gialli (in particolare sui meccanismi ingannevoli e poco realistici su cui viene costruita la trama), si ritrova a raccontargli un caso di omicidio vecchio di qualche anno e che ha visto coinvolto lui e uno dei suoi uomini migliori, il commissario Matthäi.

Quest'ultimo, a dire il vero, nel presente è tutto fuorché un brillante uomo di polizia: lavora presso un distributore di benzina, ha un'aria sciatta da barbone, sembra anche un po' "suonato" e balbetta sempre le solite frasi, apparentemente insensate.

Come ha potuto ridursi così, da commissario stimato qual era? Cosa gli è mai potuto succedere di tanto scioccante?

Ebbene, il dottor H. narra allo scrittore e a noi lettori le vicende che hanno visto Matthäi in prima linea nella soluzione dei casi di omicidio del cosiddetto "mostro di  Mägendorf".

 Matthäi un tempo era noto per essere un uomo acuto, tenace, geniale ma anche molto solitario e quasi glaciale nel suo modo di indagare e ricercare gli assassini.

Negli anni Cinquanta (quando Matthäi era nel fiore della propria carriera) a Mägendorf venne rinvenuto il corpo mutilato di una povera bambina, Gritli Moser, assassinata a colpi di rasoio; aveva un vestitino rosso e le treccine bionde.
A ritrovarlo accidentalmente (?) fu un venditore ambulante, tale von Gunten. 

Per una serie di circostanze indiziarie, tutti i sospetti ricaddero su di lui; l'uomo di professava innocente, non faceva che piangere e ripetere, sfinito, che lui la piccola Gritli non l'aveva mai vista in vita sua, non avrebbe mai potuto ucciderla né si era mai sognato di far del male a qualcuno.
Eppure, a suo carico c'era una vecchia storia legata a un reato sessuale, in cui era coinvolta una minorenne (adolescente); lui, poi, vendeva anche dei rasoi proprio come quello usato per ammazzare la piccola e che, tra l'altro, era anche l'arma del delitto presente in altri omicidi avvenuti anni prima e fino a quel momento irrisolti (sempre con bambine bionde e vestite di rosso in qualità di vittime).

Tutto giocava contro von Gunten e tanto il sostituto procuratore quanto gli altri uomini della polizia erano convinti della colpevolezza dell'uomo.
Ma lo erano perché non c'erano dubbi che fosse stato lui (oltre ogni ragionevole dubbio) o perché non c'erano altre piste da seguire?

Matthäi si andò convincendo, però, dell'innocenza di von Gunten ma nulla poteva contro i colleghi e gli indizi di colpevolezza che gravavano sull'ambulante, il quale a un certo punto confessò pure...

La confessione giunse dopo un interrogatorio di venti ore e in seguito l'uomo compì l'estremo e disperato gesto, portando con sé la verità: era davvero lui il colpevole?

Per tutti il caso era chiuso, ma non per Matthäi, soprattutto non dopo aver scoperto che Gritli aveva confidato a un’amichetta di avere incontrato nella foresta un gigante alto come una montagna, «pieno di piccoli porcospini».

Matthäi si convinse che altre bambine fossero in pericolo e che il gigante dei porcospini fosse ancora in giro, pronto a colpire, a maggior ragione con la guardia abbassata da parte della polizia e degli abitanti di Mägendorf. 

Prima che fosse arrestato e incriminato von Gunten,  Matthäi aveva promesso alla madre di Gritli che il mostro, che aveva strappato la vita alla loro bambina, sarebbe stato trovato.
E Matthäi aveva tanti difetti ma di certo non quello della vigliaccheria: era disposto a tutto pur di tener fede alla promessa, anche a rinunciare alla sua immagine di investigatore tutto d'un pezzo, alla sua implacabile logica, al suo posto di commissario; e fu proprio per portare avanti questa missione che aveva cambiato vita, vestendo i panni di benzinaio.

Perché proprio quel mestiere?
Cos'aveva in mente l'uomo per incastrare l'assassino di bambine?

I metodi utilizzati non erano stati convenzionali né eticamente o legalmente corretti, ma a  Matthäi non interessava più essere il commissario ligio alle regole, bensì solo un giustiziere disposto ad acquattarsi nel buio, ad attendere con pazienza che il "gigante" passasse proprio lì dov'era lui, pronto ad adescare la sua prossima innocente vittima.

E allora cosa è andato storto se di Matthäi resta ormai solo l'ombra del commissario perspicace che è stato un tempo?

Il commissario narratore non ci lascia senza risposte e ci racconta cosa è accaduto al buon Matthäi, ossessionato da quel caso tanto da perderci dignità, senno, carriera.

Von Gunten era davvero il mostro di Mägendorf? O forse il povero Matthäi ci aveva visto giusto? E in tal caso, la polizia è riuscita a scoprire il vero assassino?

La verità viene svelata ed è, a ben vedere, un amaro colpo di scena, o meglio

"...una scena finale tremendamente squallida (...) tanto (...) da essere inutilizzabile, non la si potrebbe inserire in un romanzo né in un film appena decenti. È così ridicola, stupida e banale che, se si volesse davvero scrivere questa storia, andrebbe senz'altro tralasciata".


"La promessa" è un giallo/poliziesco breve ma molto coinvolgente, che immerge totalmente il lettore nell'ambientazione elvetica e stuzzica la sua curiosità con questo racconto nel racconto; mi piace l'idea di base da cui si parte, che è quella di dimostrare come, al di là di tutti gli artifici narrativi a cui ricorrono gli scrittori di gialli per stupire i loro lettori e per restituire quel senso di giustizia che chiede sempre di essere soddisfatto, la realtà sia ben più imprevedibile e assurda; non di rado, la ricerca della verità sfugge alla logica e non sempre risiede in qualcosa di sconvolgente e di palesemente malvagio ma, anzi, può trovarsi in persone e situazioni banali, tanto banali da essere quasi irritanti.

Il ritmo si fa via via sempre più incalzante e si ha voglia di arrivare alla fine per capire quale sia la vera soluzione del caso; il personaggio di Matthäi ha la sua attrattiva perchè ricorda quegli uomini di legge che, a un certo punto della loro esistenza (e magari proprio quando sono a un passo dal fare un bel salto nella loro carriera) si imbattono nel "caso", quello più importante della loro vita professionale, capace di succhiare loro energie fisiche e mentali e per risolvere il quale sono disposti a rinunciare a tutto, anche a sé stessi, finendo risucchiati in un vortice folle e ossessivo.

Questo romanzo (pubblicato nel 1958) nasce come una sceneggiatura scritta da Dürrenmatt per il film Il mostro di Mägendorf di Ladislao Vajda (1958); vi sono altre due trasposizioni televisive: La promessa (miniserie televisiva, 1979) e La promessa (film del 2001 diretto da Sean Penn e con Jack Nicholson; leggendo la sinossi del film, però, mi pare che sia ispirato e non proprio fedele, sia nei nomi dei personaggi che nell'ambientazione).

Consigliato, è un giallo che si lascia davvero apprezzare.

6 commenti:

  1. Ciao Angela, adoro le storie spietate. Una promessa che si trasforma in ossessione è una bella premessa per un romanzo diverso dai soliti gialli. Un caro saluto :)

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    1. un giallo intrigante, aquila, che tra l'altro si legge in poco tempo :)
      un saluto a te

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  2. Ciao Angela, conosco l'autore per fama ma non ho mai letto nulla di suo: questa storia sembra molto interessante :-)

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  3. Ciao Angela, ho visto il film tratto da questo libro con protagonista Jack Nicholson... Bellissimo! Mi piacerebbe leggerlo, ce l'ho da un sacco di anni, ma non ho ancora avuto l'occasione di farlo.
    Un abbraccio 😘

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    1. Ciao Fra!
      In questo momento non ricordo se ho mai visto il film con Nicholson, però lo cercherò.
      Il libro mi è piaciuto, questo è certo 😉😘

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz