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martedì 30 aprile 2024

RECENSIONE: I MUSICANTI DI ROMA di Massimo Ricciardi [ Review Party ]



Nei locali di una vivace Roma dei giorni nostri, c'è chi cerca di sfondare nel mondo della musica underground, che sia il manager in cerca di nuovi talenti o il cantante emergente che vuole sfondare o la band sconosciuta che ha degli inediti chiusi in un cassetto finora rimasto chiuso.



I MUSICANTI DI ROMA
di Massimo Ricciardi



277 pp
10.40 euro
Giulio Bambucci è un liutaio che riesce a fatica a tirare avanti con ciò che guadagna; tenta di risollevarsi acquistando un locale e mettendo in piedi un'etichetta musicale indipendente, con cui contribuire a diffondere bella musica, ma bella davvero e non le canzonette commerciali che vanno per la maggiore ma che, se cerchi sostanza, ti accorgi che non ce n'è.

Il giorno in cui va a vedere un locale che sembra fare al caso suo, conosce un giovanotto, tale Emilio Renetta, che di lì a pochi a giorni diverrà un amico, oltre che un suo dipendente.

Giulio ed Emilio si rimboccano le maniche per cercare di scritturare dei cantanti validi con cui cominciare ad avviare seriamente l'attività, ma attorno a loro c'è un mare di squali, ben più grossi e avidi, che non hanno intenzione di lasciare loro spazio ma, semmai, di divorarli.

Nonostante tutto, Giulio e il suo fido aiutante convincono un cantautore promettente, il cui soprannome - Malandrino - è già tutto un programma, a lavorare con loro.
Malandrino ha un bel caratterino e, soprattutto, è restio a seguire regole e consigli, per non parlare, poi, della puntualità e serietà quando si tratta di andare agli appuntamenti di lavoro! Un ritardatario cronico, che neppure si sogna di scusarsi ma, anzi, si irrita se viene rimproverato.

Quando il contratto sembra pronto per essere firmato (con tanto di clausola rescissoria vantaggiosa per l'etichetta discografica), ecco che l'avvocato di Malandrino (che tra l'altro è sua madre) si appella a presunti cavilli, per spingere il legale assoldato da Bambucci a modificare il contratto.

Ma se Giulio crede che le rogne sul contratto del talentuoso ma capriccioso Malandrino siano il suo più grande problema, si sbaglia di grosso, perché nell'arco di pochi giorni la sua placida esistenza verrà vivacizzata da una serie di eventi e personaggi bizzarri e buffi.

Tanto per cominciare, Francesco Diamante (ex-compagno di scuola di Bambucci), anch'egli a capo di un'etichetta musicale già ben avviata e molto nota a Roma - e che ha tra le sue file cantanti e musicisti molto bravi e che fatturano parecchi soldini -, gli rifila un bel tiro mancino, soffiandogli da sotto il naso un cantante...

E dentro casa, Giulio non vive più sereno e senza pensieri che al lavoro: la sua compagna, Zoe, è una convinta e devota animalista e questo la induce a portarsi a casa (che, per inciso, è casa del fidanzato) gatti e cani soli.

Per carità, non che Giulio non ami gli animali, ma c'è quel benedetto gatto nero, Pongo, che combina un sacco di guai e, se l'uomo tenta di fare amicizia con una carezza, la bestiola lo graffia.
Per fortuna c'è la cagnetta Birba, simpatica, giocherellona e affettuosa; proprio grazie a lei, Giulio conosce una bella ragazza, Elena, che lavora in un negozio di toelettatura per cani.
Tra i due scocca una spontanea simpatia praticamente dai primi momenti.
Peccato, però, che Giulio sia fidanzato...

Beh, vero è che con Zoe non è che proprio, ultimamente, stia vivendo una relazione soddisfacente: lei è distratta, assente in tutti i sensi ed è sempre super impegnata con i suoi amici e volontari di un'associazione animalista, tra cui spicca una sorta di "guru", un certo Miguel, un mezzo spagnolo esaltato, dalla parlata decisamente buffa e pure un po' irritante.

Sarà proprio a partire da una assurda mission impossible di tipo animalista, organizzata dal furbo Miguel, che la casa di Giulio si troverà piena di rumorosi ospiti (umani e non solo) e la sua etichetta discografica si arricchirà di inusuali e virtuosissimi talenti che potrebbero rivelarsi un vero colpo di fortuna a livello professionale.

Ma non sempre le cose vanno come speriamo... e non è detto che sia necessariamente un male!

"I musicanti di Roma" è un romanzo divertente, che regala molti momenti allegri e spensierati, grazie ad una scrittura che scorre senza intoppi e rallentamenti, a un ritmo vivace, a un susseguirsi di eventi bizzarri e, soprattutto, grazie alla presenza di personaggi (sia umani che animali) che danno vita a dinamiche piene di sorprese e comicità.

Il filone principale che attraversa tutto il romanzo è sicuramente la musica e, nello specifico, quella underground romana; è forte la ricerca, da parte del protagonista, di poter produrre un tipo di canzoni e di cantanti che facciano musica autentica, libera dalle imposizioni delle grandi case discografiche, lontana dalla musica mainstream, che vende tanto e fa ascolti, è vero, ma i cui pezzi, poi, si assomigliano tutti, col rischio di appiattire la produzione musicale contemporanea, riducendola a qualcosa di meramente commerciale, priva di una vera identità e di originalità.

Oltre all'ambito musicale - e al fatto che c'è sempre qualcuno più furbo e con più soldi che vuol fare le scarpe ai "pesci piccoli" -, tra queste pagine leggiamo di rapporti di amicizia, di relazioni sentimentali e, soprattutto, dei legami tra gli esseri umani e gli animali, la cui presenza, in questo romanzo, crea situazioni decisamente simpatiche e briose.

Una lettura che sa intrattenere amabilmente il lettore, regalando non pochi sorrisi.




Ringrazio Elisa dell'Ufficio Stampa di "Saper Scrivere" per avermi coinvolto nel Review Party (iniziato ieri) dedicato a I MUSICANTI DI ROMA e vi rimando alla prossima tappa.


29 aprile: Paper Purrr
30 aprile: Chicchi di pensieri
2 maggio: Lilith Hendrix
3 maggio: AnnaEsposito68
10 maggio: Milioni di particelle

lunedì 29 aprile 2024

[ IN ARRIVO A MAGGIO ] LUNA ROSSO SANGUE di Antonio Lanzetta || NORFERVILLE di Franck Thilliez

 

Due romanzi in uscita che, personalmente, trovo molto accattivanti per chi, come me, è alla ricerca di letture ricche di mistero, azione e suspense.


LUNA ROSSO SANGUE
di Antonio Lanzetta


Ed. Newton Compton
9,90 euro
280 pp
USCITA
10 MAGGIO 2024


Due fratelli, due ragazze uccise a distanza di decenni e una comunità che ha scelto di tacere. I cerchi, però, si chiudono sempre.

Da quando un evento drammatico,  negli anni Novanta, ha distrutto la famiglia di Pietro e Toni Casale, i due fratelli sono diventati indivisibili, nel bene e nel male e insieme conducono un’esistenza sempre in bilico tra furti d’auto e atti criminali.
Fino al giorni in cui ricevono una telefonata che cambierà ogni cosa per sempre: Luisa, studentessa universitaria, figlia di due amici d’infanzia di Pietro e Toni, è scomparsa e le forze dell’ordine brancolano nel buio. 
Per i fratelli Casale è l’occasione giusta per pareggiare i conti con il passato ma le cose si complicano quando il corpo della giovane viene ritrovato su una piccola spiaggia deserta della costa cilentana. 

C’è qualcosa di sinistro in quel cadavere, segni che riaprono vecchie ferite, riportando Pietro e Toni all’estate del 1994 e a un macabro omicidio ancora irrisolto. 

Spetterà a loro dare la caccia all’assassino, in una corsa contro il tempo nella quale dovranno confrontarsi con un mondo che credevano di essersi lasciati alle spalle.




Come fa sapere Fazi, il maestro del thriller Franck Thilliez sta per tornare: «Norferville», il suo ultimo romanzo, uscirà nelle librerie il 28 maggio.


NORFERVILLE
di Franck Thilliez



Nell'universo ostile del Grande Nord, nessuno ti sente urlare. 
Detective e criminologo a Lione, Teddy Schaffran viene a sapere che il corpo di sua figlia è stato scoperto in una città mineraria molto isolata nell'estremo nord del Quebec, Norferville. 
Morgane è stata selvaggiamente mutilata, abbandonata nella neve non lontano da una riserva indigena. 
Senza pensarci, Teddy molla tutto per andarci, determinato a capire cosa sia successo. 
Lì, Léonie Rock, una poliziotta di razza mista, viene incaricata del caso, costretta a riconnettersi con questo luogo isolato da tutto dove è nata e dove, da adolescente, tre sconosciuti l'hanno violentata. 
Un ritorno al suo inferno, mentre le temperature si avvicinano ai -20°C e tanto la natura quanto gli uomini si dimostrano decisamente inospitali. 
Trovare le risposte alle loro domande sarà faticoso per Teddy e Morgan, entrambi messi a dura prova dalla vita.

giovedì 25 aprile 2024

I DIECI MOMENTI di Giovanni Mignini [ RECENSIONE ]

 

Raccontarsi in dieci frammenti che, simili a scatti fotografici, racchiudono episodi importanti che hanno condotto, giorno dopo giorno, a un presente irto di difficoltà ma anche di speranza.


I DIECI MOMENTI
di Giovanni Mignini



Amarganta Ed.
78 pp
2022
Marco ha superato i trent'anni e la sua vita scorre normalmente, tra successi e sconfitte, tra sogni e rimpianti.
Già dalle prime pagine apprendiamo che nel presente è in una camera d'ospedale: come mai? Cosa gli è successo?

I dieci momenti - che danno il titolo al libro - sono dieci situazioni del passato che tornano alla mente di Marco e che hanno avuto il loro ruolo, in qualche modo e nel bene e nel male, nel condurlo fino a lì, in quella stanza che odora di pulito e disinfettante.
Di momento in momento, impariamo a conoscere questo ragazzo, la sua passione per il calcio, vissuto con impegno e professionalità, con spirito di sacrificio e serietà nella squadra di calcio di cui è il fiero e rispettato capitano.
Marco ricorda la lealtà e l'armonia che regnavano tra lui e i compagni di squadra, e che sono emerse ancor di più nelle difficoltà, quando la squadra ha affrontato momenti di forte scoraggiamento, eppure insieme tutti hanno cercato di reagire, esortando con affetto il loro capitano quando si sentiva sopraffatto da sensi di colpa e dalla paura di fallire.

Conosciamo anche  la compagna di Marco,  Rossella, che da ormai sette anni è una presenza fondamentale nell'esistenza dell'uomo, il quale è innamorato di lei al punto da essere disposto a mettere da parte sé stesso pur di averla vicino.
Il loro amore è sincero, forte, responsabile, non privo di problemi, incomprensioni, affrontati però sempre con il proposito di ritrovarsi e mai perdersi.

Da un po' di tempo, però, Rossella non sta bene, è sempre stanca, pallida e Marco non sa cosa la stia affliggendo, ma è certo che... passerà! Hanno una vita davanti, insieme, e lui vuole starle accanto sempre, sostenendola e amandola come merita.

Eppure il dubbio e la paura sullo stato di salute della fidanzata lo assillano, così cerca di scoprire cos'abbia Rossella portando i suoi referti a un amico medico.

Ciò di cui verrà a conoscenza sarà un colpo per lui: Rossella gli sta nascondendo un grave problema di salute.
Marco non ha alcuna intenzione di starsene con le mani in mano e, pur di essere di sostegno alla donna della sua vita - come le ha promesso da quando stanno insieme - è disposto a sacrificarsi, a rinunciare a qualcosa di importante: ai sogni, alle ambizioni, andando anche incontro a non pochi rischi per la propria vita.

"La storia migliore è sempre quella ancora da scrivere".

C'è una storia migliore che attende Marco Reali e la sua Rossella?

"I dieci momenti" è un romanzo che, nel suo essere breve e diretto, regala una storia dolce, semplice,  intrisa di quei sentimenti, quelle situazioni belle e brutte, felici e infelici, che appartengono al vissuto di ciascuno di noi e questo rende la lettura efficace perché realistica, autentica, in grado di arrivare al lettore in tutta la sua genuinità e verità.
Marco e Rossella sono un uomo e una donna come tanti, e ciò fa sì che l'immedesimazione e l'empatia scattino in modo naturale verso di loro, le cui esperienze positive e negative, i sogni e i rimpianti, le speranze e le illusioni, sono le stesse che possono capitare ad ognuno di noi.

In queste pagine si raccontano episodi di amicizia, amore, vita famigliare, c'è la passione per lo sport come anche la malattia e la decisione di andare incontro, per amore, a percorsi accompagnati da possibili rischi personali.
Un romanzo dallo stile semplice, adatto al tipo di personaggi e vicende umane che li vedono coinvolti, che dosa bene le parti narrative e dialogiche con quelle più riflessive, in cui traspare l'animo puro e leale del protagonista, la sua forza d'animo e la sua capacità di amare donandosi completamente.

Una lettura che non si limita a intrattenere il lettore ma più che altro a farlo riflettere su come la vita, nonostante sia spesso imprevedibile e costellata di difficoltà e continue sfide,  sia un po' "come una partita di calcio dove si parte in svantaggio e occorre recuperare. L'unica certezza è che non si è da soli".

Ringrazio l'autore, che mi ha gentilmente fatto dono del proprio libro, e non mi resta che consigliarvene la lettura.

martedì 23 aprile 2024

"IL PRIMO LIBRO CHE..." [ Giornata mondiale del Libro e del Diritto d'autore ]

 

Ogni anno, in questo giorno, si celebra una giornata che per gli amanti dei libri è quotidianità ^_^



Ho pensato di unirmi alla "celebrazione" attraverso un book tag e, navigando nel web, mi è apparso questo che vi ripropongo e che è proprio il genere di tag cui stavo pensando.
Il book tag originario è sul blog "Book Labyrinth"; io l'ho leggermente modificato, adattandolo alle mie "abitudini" in fatto di letture.



IL PRIMO LIBRO CHE RICORDO DI AVER LETTO


Questo ricordo l'ho ripreso e raccontato più di una volta: il primo libro che ho letto davvero e con tanto coinvolgimento e amore è stato il Diario di Anna Frank, riletto diverse volte e amato ogni volta.


LA PRIMA SERIE DI LIBRI LETTA


A memoria, credo la saga paranormal romance LA CONFRATERNITA DEL PUGNALE NERO di J.R Ward, con DARK LOVER. Un amore proibito (che vede al centro l'amore tra il "re cieco", Wrath, e Beth, metà vampira e metà umana). Per quanto sia una serie che ho interrotto più o meno a metà, ne conservo un ricordo positivo e la mia interruzione non è dovuta al fatto che non mi stesse piacendo, bensì alla mia... ehm..., poca costanza :-D
Comunque non ho ancora abbandonato la speranza di riprenderla e terminarla.

Volendo essere pignola, se invece per "prima serie letta" si intende anche "conclusa", beh allora mi butto su Maria Antonietta di Francia, protagonista indiscussa di una trilogia romanzata che cominciai quando uscì e il blog era aperto non da molto (IL DIARIO PROIBITO DI MARIA ANTONIETTA di Juliet Grey).



IL PRIMO LIBRO CHE HO AMATO


Avendo già menzionato il Diario, mi concedo di citare un altro libro parimenti amato e che già in passato è rientrato in più di un tag, proprio perché è tra i miei "libri del cuore": Cime tempestose, l'unico romanzo della mia adorata Emily Brontë. Per me è un capolavoro della letteratura dell'Ottocento, lo amo in ogni suo elemento: ambientazione, personaggi principali e secondari, trama e, soprattutto, per le tante emozioni contrastanti e potenti che lo attraversano e che mi hanno travolta dalla prima volta che l'ho letto (e non l'ho letto una volta sola).


IL PRIMO LIBRO CHE HO TERMINATO IN UN POMERIGGIO


Anche questo è un ricordo già riportato a galla in passato: TOPI di Gordon Reece.
Lo iniziai per caso, senza aspettative particolari, e ne fui risucchiata tanto da divorare 320 pp in un pomeriggio.


IL PRIMO LIBRO CHE TI HA FATTO PIANGERE (NEL BENE E NEL MALE)


Eh, non pochi libri mi hanno commossa ma qui ovviamente c'è da andare indietro nel tempo.
Penso che la memoria non mi inganni portandomi dritta verso il breve libro (memoir) ALICE I GIORNI DELLA DROGA, scritto da un'adolescente rimasta anonima e che mi colpì tanto, soprattutto perché si basa su fatti realmente accaduti (anche se in merito alla sua autenticità c'è stata una querelle)


IL PRIMO LIBRO CON UN PROTAGONISTA MASCHILE CHE MI HA RUBATO IL CUORE


Di sicuro  Andrew Parrish, protagonista di IL CONFINE DI UN ATTIMO di J. A. Redmerski: bello, simpatico, spiritoso, ironico, paziente, protettivo, attento, insomma il ragazzo perfetto, che ha tutte le carte in regola per far innamorare una donna al primo sguardo…

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IL PRIMO LIBRO CON UN PROTAGONISTA MASCHILE CHE HO ODIATO


Escludo l'Heathcliff  di Emily perché lui è un personaggio talmente complesso da avermi suscitato, in realtà, sentimenti contrastanti: sì, certo, sicuramente rabbia (odio è un po' forte, non lo userei con lui), ma mista a una certa pietà e, non lo nego, ammirazione per la sua personalità e la sua determinazione.

La mia scelta cade, dunque, su un personaggio detestabile che, ipotizzo, non sia realmente il primo incontrato tra la galleria dei più odiosi, ma è di certo uno dei primi nomi che mi vengono in mente (oltre al capitano Jack Black Randall di Outlander, che però è tra i più recenti): Paris Trout (IL CUORE NERO DI PARIS TROUT di Pete Dexter), un uomo della peggior specie, razzista, sessista, violento, insomma, un soggetto che suscita repulsione nel lettore.


IL PRIMO LIBRO NON TERMINATO


Pure qua, non so se sia il primo, ma è uno dei pochi abbandonati ed è passato ormai qualche anno, senza che mi sia mai venuta granché voglia di riprovarci: Il conservatore, un romanzo di Nadine Gordimer di cui non rammento neppure la trama (ahimé). Lo trovai troppo statico e poco interessante :(( Chissà, magari mi son persa un capolavoro!


UNA SERIE IN CUI IL PRIMO LIBRO È IL MIO PREFERITO

MAIA, il primo libro della bellissima e avvincente saga Le Sette Sorelle di Lucinda Riley; tutti i volumi che lo compongono sono belli e il primo è l'inizio di un meraviglioso ed emozionante viaggio.


IL PRIMO LIBRO CHE TI HA TURBATA/SCONVOLTA


Qui avrei da citarne diversi, ma mi limito a uno: In un milione di piccoli pezzi di James Frey, il racconto semi-autobiografico di un tormentato percorso di disintossicazione da alcool e droga da parte di un giovane di 23 anni; pagine piene di sofferenza fisica e psicologica, con diversi passaggi descritti con una spietata onestà, per cui non facile da leggere in quanto crudo (nel linguaggio e nell'argomento), estremo, senza freni, tanto da poter suscitare il rigetto nei lettori più sensibili.



Bene, questo è il mio post per la giornata di oggi.
Sentitevi invitati a condividere con me le vostre risposte, sarà sicuramente un modo per conoscerci ancora meglio ^_-

sabato 20 aprile 2024

NEWS PER SCRITTORI

 

Nell'augurarvi un sereno fine settimana, vi lascio con qualche news dedicata non tanto ai lettori quanto agli (aspiranti) scrittori.


Ritorna in libreria, a grande richiesta, il Quaderno dello scrittore

Disponibile nelle varianti di copertina arancione e blu, il Quaderno dello Scrittore si compone di 160 pagine illustrate (costo: 10 euro) e la nuova edizione e veste grafica è a cura di Agenzia Pensiero Creativo.

Ciò che rende originale un libro non è la sua copertina, neppure l'identità dell'autore, bensì il modo in cui gli avvenimenti si susseguono l'uno dopo l'altro all'interno della narrazione.

Il quaderno dello scrittore non è un'agenda, né un blocco note o un eserciziario, tanto meno un manuale.
E allora che cos'è?

Dotato di varie sezioni, questo divertente e valido ausilio suggerisce agli autori i componenti fondamentali per lo sviluppo di un plot narrativo: titolo, trama, dialoghi, ambientazione e tanto altro.
Inoltre ogni sezione è ricca di consigli e promemoria che possono essere importanti per non dimenticare nessun dettaglio.

Se l’autore pianifica nei minimi dettagli la stesura, avrà maggiori possibilità di scrivere evitando qualsiasi tipo di blocco e di analizzare di volta in volta l’attendibilità dei contenuti scritti in precedenza. In letteratura nulla dovrebbe essere lasciato al caso.

A chi è rivolto?
Ovviamente, è adatto per scrittori e aspiranti tali, e poi ghostwriter, editor, soggettisti e sceneggiatori ed in generale a tutti gli appassionati di scrittura che vogliono affinare la tecnica.

Per uno scrittore che abbia già pubblicato diversi libri e sia dotato di esperienza, o per un altro che sta componendo un'opera, il quaderno diventa lo strumento necessario per facilitare il lavoro di stesura della trama oltre che per creare un libro coerente dal punto di vista narrativo.

Nel rapporto con l’editor invece il quaderno dello scrittore può essere utile perché permetterà al professionista di conoscere le informazioni di cui ha bisogno e correggere il testo con maggiore facilità. Per gli sceneggiatori e i soggettisti è sfruttabile perché possono appuntare in maniera sistematica le informazioni da cui partire per scrivere al meglio i dialoghi e le caratteristiche dei soggetti presi in esame.

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DUE CONTEST LETTERARI


PREMIO LETTERARIO NAZIONALE  “FEDERICO II – DAUNIA&SANNIO” - V EDIZIONE


Scadenza domande 30 aprile 2024

Bando e modulo domanda www.dauniaesannio.it 
informazioni: info@dauniaesannio.it 
tel. 3286315985


Cerimonia di premiazione 9 novembre 2024 – Lucera (FG)

I premi della NARRATIVA 
    
    1° cl. € 800,00
    2° cl. € 400,00
    3° cl. € 200,00

I premi della SEZIONE POESIA:

A) poesie in italiano 

    1° cl. € 400,00
    2° cl. € 200,00 
    3° cl. € 100,00

B) poesie in dialetto

    1° cl. € 400,00 
    2° cl. € 200,00     
    3° cl. € 100,00


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Nella brughiera con Emily Brontë ~ Contest letterario

La casa editrice flower-ed, in collaborazione con la pagina Facebook “È questo il tempo di sognare. Vita e opere di Emily Brontë”, organizza il contest letterario “Nella brughiera con Emily Brontë”.

Art. 1 – Sezioni
Il contest prevede un’unica sezione di narrativa (racconti).

Art. 2 – Requisiti
Il tema è “Nella brughiera con Emily Brontë”: i racconti devono quindi contenere riferimenti alla scrittrice, alle sue poesie o al suo romanzo immortale, Cime tempestose, intendendo la brughiera in senso lato, come luogo fisico, letterario e dell’anima di Emily.
I racconti devono essere inediti, originali, in lingua italiana e dotati di un titolo.

Art. 3 – Partecipazione
La partecipazione è gratuita.

Art. 4 – Scadenza e modalità di invio
I testi dovranno pervenire entro il 31/07/2024, come allegato, all’indirizzo mail info@flower-ed.it 
Il file allegato dovrà essere .doc e dovrà contenere, unitamente al racconto, una breve nota biografica dell’autore comprensiva del suo rapporto con Emily Brontë.
L’oggetto della mail dovrà essere “Nella brughiera con Emily Brontë”.

Art. 5 – Pubblicazione
I titoli dei racconti ritenuti idonei alla pubblicazione saranno comunicati a tutti i partecipanti via mail entro il 15/09/2023. Per ulteriori sviluppi e aggiornamenti invitiamo a seguire le pagine Facebook di flower-ed e “È questo il tempo di sognare. Vita e opere di Emily Brontë”.
La pubblicazione consiste in un’antologia cartacea dei racconti selezionati. Sarà inserita nel catalogo di flower-ed, avrà un codice ISBN e sarà distribuita attraverso gli store di Amazon (italiano e internazionali).

Art. 6 – Norme editoriali
L’autore accetta che, in fase di revisione, al suo racconto siano applicate le norme editoriali della casa editrice.

Art. 7 – Diritti d’autore
L’autore autorizza la casa editrice a servirsi del suo testo esclusivamente per la realizzazione dell’antologia, continuando a detenerne i diritti. Non sono previste copie gratuite e compensi. L’autore non è obbligato all’acquisto di copie.

Art. 8 – Giuria
La giuria è composta da membri della casa editrice flower-ed e della pagina “È questo il tempo di sognare. Vita e opere di Emily Brontë”. L’operato e le scelte della giuria sono inappellabili e insindacabili.

Art. 9 – Termini generali
I dati personali sono tutelati secondo le norme vigenti in materia di Privacy ai sensi del Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e successive modifiche.
L’autore è pienamente responsabile di qualsiasi infrazione derivante da un impiego errato delle opere inviate, in relazione alla detenzione dei diritti da parte di terzi.
La partecipazione alla selezione implica l’incondizionata accettazione del presente regolamento in tutti i suoi punti.






giovedì 18 aprile 2024

IL MANOSCRITTO di Franck Thilliez [ RECENSIONE ]

 

Un romanzo nel romanzo, una storia cruda e crudele dove emergono il marcio e il male che possono abitare nella mente dell'uomo; un thriller che tiene il lettore avvinto dalla prima all'ultima pagina, conducendolo verso un finale enigmatico e spiazzante.



IL MANOSCRITTO 
di Franck Thilliez



Fazi Ed.
trad. F. Angelini
500 pp
La giovane Sarah viene rapita in una sera d'inverno mentre sta facendo una passeggiata; inghiottita dal buio, sparisce senza che di lei si sappia nulla... fino a quando un serial killer - che sta scontando in prigione la propria pena - non confessa di averla uccisa lui, con le proprie mani.
Il corpo, però, non è mai stato ritrovato e l'assassino non ha mai rivelato il luogo della sepoltura.

Quattro anni dopo, i suoi genitori - Léane e Jullian Morgan - non si sono ancora rassegnati del tutto; e se la donna, bene o male, cerca di andare avanti nonostante il dolore, suo marito non si è mai dato pace e ha continuato a cercare la verità, convinto che Sarah sia ancora viva, in realtà, e che prima o poi qualcosa di nuovo emergerà.

Léane è una scrittrice famosa e apprezzata da pubblico e critica; è autrice di numerosi thriller ma firma i suoi libri con uno pseudonimo per preservare la propria vita privata, decisamente sconvolta dopo il presunto omicidio della povera Sarah.
Dopo la tragedia, Léane e Jullian si sono allontanati, a motivo dell'ossessione di lui nel continuare a cercare la figlia; del loro matrimonio non resta che la solitaria villa sul mare nel Nord della Francia, ormai abbandonata.

L'esistenza di Léane viene ulteriormente turbata quando il marito viene brutalmente aggredito subendo una parziale perdita di memoria; proprio lui, così tormentato dal pensiero di Sarah, alla frenetica e disperata ricerca di qualsiasi dettaglio possa aiutarlo a ritrovarla, adesso si ritrova smarrito, privato di ricordi belli e brutti e lei, Léane, non sa come gestire questo nuovo dramma capitato alla sua già smembrata famiglia.

Confusa e frustrata, torna nella casa al mare, carica di ricordi dolorosi che sa di dover, prima o poi, riportare alla memoria del marito; ma intanto, dalle indagini condotte dalla polizia di Grenoble, emergono dei particolari inquietanti che lasciano intuire che Jullian avesse scoperto qualcosa di importante sulla scomparsa della figlia...

Cosa? E in che modo queste scoperte hanno a che vedere con l'aggressione da lui subita?
A questi interrogativi senza risposta, si aggiunge un'ulteriore terribile scoperta: nella villa sulla costa suo marito aveva sequestrato un uomo, che Léane, con grande sgomento, scopre essere tenuto prigioniero e con molti lividi, segno che è stato picchiato e addirittura torturato.

È stato il mite e razionale Jullian a fare questo? Chi è quell'uomo tenuto nascosto in cantina nella villa abbandonata e perché il marito lo aveva sequestrato? Forse ha a che fare con Sarah?

Intanto, nei dintorni di Grenoble, viene ritrovato un cadavere senza volto nel bagagliaio di una macchina rubata; sarà solo il primo di altri macabri ritrovamenti che terranno tristemente impegnato il  poliziotto Vic Altra, uomo particolare, dotato di una memoria prodigiosa (è ipermnesico) e di ammirevoli capacità deduttive, qualità che - unite a una grande tenacia e professionalità - gli permetteranno di incastrare importanti tasselli dell'intricato puzzle, arrivando a capire che colui che attualmente è dietro le sbarre è, sì, coinvolto negli atroci delitti... ma il dubbio è: e se non fosse l'unico responsabile?

E se vi fosse un altro serial killer libero che continua a prendersi gioco della polizia e a far sparire povere ragazze innocenti?

Tanto Vic quanto Léane conducono le loro indagini per mettere in fila tutti i pezzi; entrambi sono costretti a confrontarsi col buio più nero e spaventoso che può arrivare ad avvolgere la mente umana quando si lascia dominare a travolgere dalle perversioni più disgustose e pericolose.

La voragine su cui si affacciano è fatta di deviazioni sessuali, di comportamenti sociopatici, di alienazione, sadismo, crudeltà, di una capacità di macchinare il male che, se da una parte turba, dall'altra lascia a bocca aperta, tanto è così sapientemente architettata.

La catena di eventi e personaggi coinvolti per arrivare a sperare di chiudere il cerchio è fitta e complessa e sarà necessario seguire tanto Léane nei propri spostamenti (che la portano ad assumere condotte discutibili che mai avrebbe pensato di essere capace di adottare) quanto Vic nei suoi ragionamenti e nella sua ricerca forsennata dei feroci assassini che gli stanno girando attorno, sfidandolo a trovarli.

Come spesso accade quando si è in presenza di assassini seriali, anche Vic dovrà cercare di conoscere e comprendere le origini del male, dove tutto è cominciato, e individuare la vera mente che sta alla base di questo maledetto gioco infernale che sta mietendo troppe vittime.

Jullian e Vic: ambedue ossessionati (per ragioni diverse) dalla ricerca del killer e ambedue con una peculiarità legata alla memoria.
Il primo ha (temporaneamente?) cancellato troppi ricordi importanti, l'altro, invece, ricorda tutto di tutti, anche se vorrebbe poter dimenticare tante cose che lo fanno star male.

Un romanzo che mi ha sorpresa: l'ho trovato davvero appassionante, scritto benissimo, attraversato da una bella tensione emotiva, suspense e un ritmo serrato che hanno reso la lettura oltremodo interessante: come i personaggi principali, mi son ritrovata immersa in un vortice ricco di elementi via via sempre nuovi che di proposito possono confondere e che mettono alla prova l'attenzione, la memoria e l'intuito del lettore stesso, al quale è richiesto, seppur per gioco, di non essere superficiale ma di stare attento ai particolari, perché è lì che potrebbero trovarsi le risposte alle tante domande che inevitabilmente sorgono leggendo.

Lo stesso finale è sospeso, aperto, misterioso, soggetto a più letture e interpretazioni.

"Un romanzo è un gioco di illusioni, tutto è vero quanto è falso, e la storia inizia a esistere solo nel momento in cui voi la leggete".

Giunta alla fine, vi dico solo un'ultima cosa: come potete leggere, il titolo del libro è IL MANOSCRITTO (titolo originale: Le manuscrit inachevé, "il manoscritto incompiuto"), il che potrebbe sembrare slegato dalla trama, se non fosse che nel prologo apprendiamo che ciò che ci apprestiamo a leggere (Léane, Vic, gli omicidi...) è parte di un romanzo mai portato a termine dal suo autore, un certo Caleb Traskman, e dopo la sua morte il figlio (il quale nota, nel testo, diversi "particolari" criptici, come se nascondessero dei significati nascosti e chi legge venisse sfidato a svelarli) ha il compito di scriverne il finale.

Insomma, leggetelo.
Se amate i thriller densi e intensi, complicati, se siete pronti ad affrontare pagine truculente ed esplicite e scendere negli abissi più neri della psiche umana, questo romanzo è per voi.


mercoledì 17 aprile 2024

PROSSIMAMENTE IN LIBRERIA - aprile 2024



Buongiorno, lettori.

Questa mattina vi segnalo due anteprime che trovo molto interessanti: 

- l'ultimo romanzo di Melissa Da Costa, autrice di cui ho amato Tutto il blu del cielo e di cui attualmente ho in lettura I quaderni botanici di Madame Lucie
- un romanzo storico di Tina Caramanico, che accompagna il lettore nel '500 dell'Inquisizione e della caccia alle streghe.

IL FUOCO
di Tina Caramanico


Editore: Il Ciliegio
Pagine: 208
USCITA
26 APRILE 2024
Agli inizi del '500, in Val Camonica, Lucina Picenni, una vecchia guaritrice, viene processata come strega e mandata a morire sul rogo.
Ma chi è davvero Lucina?
Dopo la morte della condannata don Lazzaro, il curato, dubitando della sentenza, cerca di scoprire di quali delitti si sia davvero macchiata e di quali malvagità e violenze sia stata invece vittima.
Inizia così, in gran segreto, a indagare. 
Perché Lucina è stata condannata alle fiamme? Era davvero una strega?
Le sue domande ben presto irritano la gente del paese, che teme vengano alla luce i peccati di tutti...

L’autrice:
Tina Caramanico vive in provincia di Milano, ha due figlie, una laurea in Lettere, insegna Italiano e Storia nelle scuole superiori.
Ha pubblicato alcune raccolte di racconti, poesie e tre romanzi brevi: "Un cattivo esempio", vincitore del concorso Romanzi in cerca d'autore 2017, a cura di Mondadori e Kobo; "Il prete nuovo", Vocifuoriscena, 2019; "Come sovvertire ľ'ordine costituito, trovare l'amore e vivere felici", uscito su Wattpad e vincitore dei Watty Awards 2019, poi pubblicato in self-publishing nel 2020
.




ALL'INCROCIO DEI NOSTRI DESTINI 
di Melissa Da Costa



Rizzoli
384 pp
18.50 euro
USCITA
30 APRILE 2024
Sono cinque anni che Ambre non torna ad Arvieux, piccolo paese nel cuore delle Alpi francesi; a portarla qui, una telefonata dell’amica Rosalie piovuta d’improvviso: il suo compagno, Gabriel, le ha scritto un biglietto ed è sparito, lasciandola con i due figli. 
Oltre ad Ambre arriveranno anche Anton e Tim, ugualmente pronti ad accorrere e fare la loro parte. 
Mentre Gabriel ancora non si riesce a rintracciare, i quattro amici sono subito sommersi dai ricordi legati a quella stagione invernale passata all’hotel Les Mélèzes, quando ognuno di loro aveva trovato negli altri una nuova prospettiva e nuove energie per riprendere in mano la propria, disordinata vita. 
Oggi hanno solo qualche anno in più e credono di essere adulti, ma è ancora tutto da costruire. 
Riallacciare i rapporti dopo così tanto tempo sarà allora un tuffo, necessario a superare la distesa dei risentimenti, di tutti quei dolori rimasti invisibili, per smettere di piangere i fantasmi e recuperare fiato, guardarsi in faccia e dirsi che sì, siamo sempre stati qui, ed è da qui che la vita riparte.


domenica 14 aprile 2024

IL SUCCESSO DI ESSERE NESSUNO di Alessandro Regis [ RECENSIONE ]



Il successo di essere nessuno è una raccolta autobiografica di pensieri, considerazioni ed esperienze personali che l'autore condivide con i propri lettori, rivolgendosi ad essi in modo franco e schietto, confidandosi, parlando a cuore aperto del proprio vissuto e traendo da esso spunti di riflessione sulla vita, la famiglia, la difficile età dell'adolescenza, l'influenza dei social, il raggiungimento degli obiettivi e la realizzazione dei propri sogni.


IL SUCCESSO DI ESSERE NESSUNO
di Alessandro Regis



Youcanprint
122 pp
13,50 euro
Alessandro Regis, classe 1975, è un attore romano che in queste pagine autobiografiche si fa scrittore per riportare nero su bianco i propri pensieri, la propria concezione della vita, spaziando tra vari argomenti: famiglia, lavoro, passioni e hobbies, esperienze personali, errori e successi, insomma tutto ciò che ha contribuito, nel bene e nel male, a renderlo l'uomo che è oggi.

Ho aggettivato questo libro come "autobiografico" ed è vero nel senso che Alessandro parla di sé, dei luoghi in cui è cresciuto, della famiglia (d'origine e quella che si è costruito), degli amici del passato, di tante vicissitudini, ma non dovete pensare a un'autobiografia classica, in cui l'autore si limita a raccontare una catena sterile di episodi personali: Alessandro arricchisce ogni capitolo con considerazioni e lezioni di vita apprese negli anni, non mancando di offrire molti consigli a chi lo legge, soprattutto ai giovani/giovanissimi.
Essendo egli padre di un adolescente, sa quanto questo periodo dell'esistenza sia tanto meraviglioso quanto complesso e, per certi versi, "pericoloso": sono gli anni della transizione, del passaggio dall'infanzia all'età adulta e, proprio perché non si è più bambini ma neanche ancora adulti e maturi, si può essere più facilmente influenzabili, si ha voglia di sperimentare, di osare e rischiare, di provare emozioni forti e fare anche esperienze al limite, ad es. con la droga o usando con poca cautela i social.

Lungi dal risultare didascalico, vestendo i panni del "moralista" cui piace predicare dall'alto della propria saggezza, Alessandro non perde mai la propria semplicità e schiettezza e, anche quando dà suggerimenti spassionati, lo fa partendo sempre dalla propria esperienza, da ciò che egli stesso ha provato sulla propria pelle, da ciò che ha imparato attraverso i problemi, gli sbagli, le delusioni, ma anche dalla propria determinazione, che l'ha portato a raggiungere obiettivi e traguardi importanti.

"Daje!", "Non mollare mai": sono due dei motti che contraddistinguono la sua esistenza da sempre e che connotano la sua prorompente personalità: Alessandro è caparbio, deciso a non arrendersi davanti alle prime difficoltà o ai piccoli - spesso inevitabili e sicuramente fondamentali per maturare - fallimenti; pur essendo sanguigno, pieno di idee, energie e voglia di fare, negli anni ha saputo anche aspettare che il momento giusto bussasse alla sua porta, portando con sé nuove e stimolanti opportunità per esprimere sé stesso, la sua personalità vivace e travolgente.

Egli si descrive come testardo, sicuro ma non arrogante e, anzi, generoso e predisposto a mettersi al servizio di chi ha bisogno di aiuto, tratto che l'ha portato, non poche volte, ad intervenire per soccorrere i più deboli.

Nell'alternarsi di consigli e frammenti di vissuti personali, apprendiamo quali sono le sue passioni più grandi ((una su tutte: viaggiare) e di come abbia saputo incanalare personalità e talento in professioni per lui appaganti, in particolare come tatuatore e attore (vedi note biografiche).

Entrambi i lavori lo hanno introdotto nel mondo dello spettacolo, che lui ama, certo, e che gli ha dato innegabilmente tante soddisfazioni personali e lavorative, ma Alessandro Regis non ha mai smesso di tenere i piedi ben piantati a terra e ha sempre affrontato il lavoro con spensieratezza e professionalità insieme, senza mai perdere di vista sé stesso, i propri valori e le cose che davvero contano e restano nella vita: la famiglia (i genitori, l'amore della sua vita - Annia - e il loro figlio, Christian), le amicizie vere, il coltivare le proprie passioni in maniera sana.

Ovviamente, non sono mancati momenti in cui ha preso delle decisioni con troppa leggerezza e poca responsabilità e questo gli ha causato conseguenze spiacevoli e dolorose, che hanno inciso fisicamente su Alessandro, sulla sua salute.

Anche se non perfetto dal punto della forma (per quanto riguarda l'uso della punteggiatura, in special modo), il libro si legge con sufficiente scorrevolezza grazie a un linguaggio informale, colloquiale e immediato, che raggiunge il lettore in modo diretto e dal quale emergono onestà e franchezza; si percepisce la personalità dell'autore, la sua voglia di vivere appieno ogni giorno, ponendosi obiettivi ben precisi, amando la vita con tutto ciò che essa reca con sé - di bello e di brutto - nel suo essere imprevedibile e per questo esaltante.

Vivere è una continua sfida, un costante protendersi verso nuovi traguardi e questo Alessandro Regis lo ha imparato e desidera, con la passionalità e l'energia che lo contraddistinguono, trasmetterlo a chi lo legge, a partire da suo figlio.

Un libro che consiglio, soprattutto se cercate storie di vita vissuta narrate in modo autentico e genuino.


NOTE BIOGRAFICHE

Alessandro Regis, 
tatuatore romano classe 1975, entra nel mondo dello spettacolo, divenendo un volto celebre in TV, sia su Mediaset che su Real Time, passando anche per Rai 1 e Rai 2. Partecipa a “Le Iene”, “Scherzi a parte”, “Italiani Fantastici e dove trovarli”, viene insigniti del Premio Vincenzo Crocitti International come attore emergente nel 2020 e nel 2021 con il Premio Eccellenze Italiane AssoTutela. 
Amante anche della musica, ha due singoli al suo attivo come produttore sia delle musiche che del videoclip “Cambia er disco” del 2021, e nel 2023 il singolo “Privè” in collaborazione Techpro Records. 
Tra i prossimi progetti un corto cinematografico, di cui ha già ha disposizione sia la sceneggiatura che gli attori, con la collaborazione di Alessandro Fiorucci.

sabato 13 aprile 2024

FILM AL CINEMA [ dal libro al grande schermo ]



Tre film che possiamo vedere in questo periodo o prossimamente al cinema; il primo è tratto da una canzone per bambini, gli altri due da romanzi.



Dall’11 aprile è al cinema il film musicale di animazione TITO E VINNI A TUTTO RITMO, firmato da Sérgio Machado e Alois Di Leo, con le voci della Space Family, la celebre coppia di youtubers composta da Valentino Bisegna e Sara Di Sturco.

Ispirato al poema L’arca di Vinicius De Moraes, il grande poeta brasiliano fondatore della Bossa Nova,
Tito e Vinni a tutto ritmo è il racconto rivisitato di un grande classico in cui il binomio vincente azione e umorismo è funzionale a veicolare tematiche universali, su tutta l’emergenza climatica.

Il film, infatti, racconta la storia di Tito e Vinni, due topolini dal grande talento musicale che per caso assistono al momento in cui Dio avvisa Noè dell’imminente diluvio universale, dandogli precise istruzioni per costruire una grande arca in cui portare in salvo una coppia di ogni specie animale.
I due riescono ad imbarcarsi di nascosto sull’arca di Noè ma devono fare i conti con la tirannia e i capricci di Baruk il Leone che ha instaurato un vero e proprio regime a favore degli animali più forti.

Hanno inizio così una serie di avventure esilaranti e rocambolesche in cui i due topolini per ristabilire la pace useranno l’unica arma che hanno a disposizione: la musica.



Adattamento del romanzo La vie et la passion de Dodin-Bouffant, gourmet di Marcel Rouf, pubblicato nel 1924, quindi esattamente un secolo fa, IL GUSTO DELLE COSE  arriverà nelle sale italiane a partire dal 9 maggio.

Regia: Trần Anh Hùng.
Cast: Juliette Binoche, Benoît Magimel, Pierre Gagnaire, Emmanuel Salinger, Patrick d'Assumçao, Galatea Bellugi, Jan Hammenecker,

Ambientato nella Francia di fine ‘800, vede protagonista la cuoca sopraffina Eugénie, che da oltre vent’anni è la collaboratrice del famoso gastronomo Dodin: un sodalizio culinario che, col passare degli anni, si è consolidato in una relazione sentimentale. 
Eugenie, però, è affezionata alla sua libertà e non ha mai voluto sposare Dodin. 
Così, lui decide di fare qualcosa che non ha mai fatto prima: cucinare per lei.






Tratto dall'omonimo romanzo (RECENSIONE) di Antonella Lattanzi, il 16 maggio arriva al cinema UNA STORIA NERA, diretto da Leonardo D'Agostini, con Laetitia Casta, Andrea
Carpenzano, Cristiana Dell'Anna, Lea Gavino, Mario Sgueglia, Giordano De Plano, Licia Maglietta.

Vito e Carla sono separati da qualche anno. 
Il loro matrimonio d'amore è stato distrutto da gelosia e violenza e adesso che Vito ha una nuova vita e Carla un nuovo partner, a unirli sono solo i tre figli, Nicola, Rosa e la piccola Mara. 
Ma su Carla incombe ancora la sensazione di avere evitato una tragedia annunciata. 
Quando Mara chiede di avere il padre accanto a sé il giorno del suo compleanno, Carla, per farla felice, lo invita a cena e tutto va per il meglio.
Ma dopo quella sera di Vito non si hanno più notizie: sparisce nel nulla senza lasciare tracce. 
Sarà la polizia a far luce sulla sua scomparsa e accertare la verità su quanto accaduto. 
Ma in questi casi esiste davvero una sola, chiara, inconfutabile verità?




giovedì 11 aprile 2024

APEIROGON di Colum McCann [ RECENSIONE ]



In Apeirogon McCann dà voce a due padri, un palestinese e un israeliano, che hanno rispettivamente perso le loro figlie a causa della violenza e che hanno imparato, con non pochi sforzi, a trasformare il loro dolore in parole e gesti di pace.


APEIROGON
di Colum McCann


Ed. Feltrinelli
trad. M. Magrì
528 pp
22 euro
Bassam Aramin è palestinese. Rami Elhanan è israeliano.
Le loro vite cambiano drammaticamente e irrimediabilmente quando subiscono entrambi un lutto gravissimo: la 13enne Smadar, figlia di Rami, rimane vittima di un attacco suicida a Gerusalemme, nel 1997; nel 2007, la decenne Abir, figlia di Bassam, viene uccisa da un proiettile di gomma mentre sta uscendo da un negozio, dove ha comperato un braccialetto fatto di caramelle.

Quando Bassam e Rami vengono a conoscenza delle rispettive tragedie, si rispecchiano l'uno nell'immenso dolore dell'altro, stringono una forte e sincera amicizia e si uniscono all'associazione Parents Circle per essere dei Combattenti per la Pace che spargono semi di rispetto, speranza, riconciliazione e non di vendetta, disprezzo, odio... perché questi sono già fin troppo diffusi.

Questo è il cuore del libro di McCann, il quale però non si limita a narrare le storie personali di queste due famiglie colpite dalla tragedia, ma attorno a questo nucleo ci vengono raccontate un'infinità di aneddoti, curiosità, storie ecc..., alcune delle quali anche apparentemente sconnesse dalla tematica principale.


Il titolo si riferisce a "un poligono dal numero infinito di lati", come infiniti (immagino che questo possa essere l'accostamento operato dall'autore) sono gli aspetti, i livelli, gli elementi di scontro che caratterizzano le esistenze dei due popoli - palestinese ed ebraico - su un'unica terra.


Questo libro l'ho letto in dieci tappe nell'ambito di una lettura condivisa con altri lettori, con cui poi ci ritrovavamo a commentare una volta a settimana e a esporre i punti che ci avevano maggiormente colpiti.

Vi riporto, quindi, alcune delle riflessioni e degli aspetti che personalmente mi sono rimasti maggiormente impressi:

❖ La sezione iniziale del libro è già particolare e singolare in quanto l'autore inizia parlandoci degli uccelli, e non ho potuto fare a meno di pensare che gli uccelli, in questa terra, sono più liberi degli umani, soggetti alle limitazioni e restrizioni dovute all'occupazione israeliana.

❖ Apprendiamo che Bassam, in gioventù, è stato detenuto nelle prigioni israeliane e mi ha impressionato la sua serenità nonostante le costanti umiliazioni da parte dei soldati, la sua "missione" di sopravvivere come essere umano che ha e mantiene una sua dignità.

"È una tragedia dover continuamente provare che siamo degli essere umani".


❖ Ovviamente i racconti relativi ai due fatidici giorni (separati da 10 anni di distanza) in cui Smadar prima e Abir dopo vengono uccise, è toccante e straziante, e tutta l'angoscia, la paura, la sofferenza di questi poveri genitori emergono in modo molto vivido e reale.

❖ Tanto la bimba palestinese (il cui nome significa "profumo, fragranza del fiore") quanto la ragazzina israeliana ("grappolo della vigna, fiore che si schiude") hanno nomi dal significato molto bello che richiamano alla bellezza di un fiore, ed entrambe queste creature sono state spezzate nel fiore degli anni.

❖ Gli israeliani creano modelli computerizzati e studiano per cercare di sfruttare alcuni dei movimenti degli uccelli così da perfezionare droni e missili. Per il paesaggio dell' animazione fu usata una mappa computerizzata di Gaza, con i suoi reali mercati, i veicoli, le capanne, le macerie... È una cosa, che soprattutto alla luce di ciò che sta accadendo dal 7 ottobre mi ha colpito molto, come anche il nome dei missili "Fire and forget", spara e dimentica.
Come si sta facendo ora e in tutte le guerre: punta un bersaglio, abbattilo, ammazza e dimentica, non pensarci più.

❖ Affascinante il concetto di numeri amicabili, numeri diversi ma connessi tra loro. Proprio come noi esseri umani: siamo tutti diversi ma inevitabilmente legati gli uni agli altri.

❖ Mi commuove il pensiero dei migliaia di palestinesi che, quando ebbe inizio la Nakba (1948), hanno dovuto lasciare le proprie case e hanno portato con sé la chiave, simbolo del desiderio di tornare un giorno nella propria terra, alle proprie umili ma preziose abitazioni.

❖ Attualissimo (se n'è parlato quest'anno, per ragioni che sappiamo) il pensiero di Bassam circa la possibile strumentalizzazione della Shoah per giustificare i crimini di Israele oggi.

"Onorava il Giorno della Memoria... ma nel tempo aveva cominciato ad accorgersi della strumentalizzazione di quegli anni, del senso di nostalgia, dell'industria sorta tutt'intorno. Il dolore. La paura. Il modo in cui il passato plasmava il presente. Senza alcun potere per contrastarlo."

Bassam ha studiato con accuratezza l'Olocausto, scrivendo una tesi sull'argomento.

"Volevo parlare di come il passato fosse utilizzato nella giustificazione del presente. Della spirale della storia, in cui ogni momento è legato al successivo. Dei punti in cui il passato si interseca con il futuro."


❖ Fanno riflettere moltissimo le considerazioni sull'occupazione, il vero e comune nemico di ebrei e palestinesi, e sul potere della parola, che è il jihad più grande, l'arma più affilata.


Un'occupazione che non può mai essere positiva o neutrale, tanto meno compassionevole.

"Lui non odiava gli ebrei, non odiava Israele. Quello che odiava era essere occupato, l' umiliazione che ne derivava, il senso di soffocamento, la quotidiana degradazione, l' avvilimento.Finché non fosse terminata, niente sarebbe stato sicuro. Provate l'esperienza di un checkpoint, anche solo per un giorno. Di un muro che taglia in due il cortile della vostra scuola. Dei vostri ulivi sradicati da un bulldozer. Del vostro cibo che marcisce fermo a un posto di blocco."


❖ Quando comincia a partecipare agli incontri dell' associazione Parents circle, Rami dichiara di aver cominciato solo allora a realizzare come tutti quei genitori, che avevano perduto tragicamente un familiare in questo sanguinoso status quo che caratterizza da oltre 70 anni la Palestina, fossero accomunati dal medesimo dolore, ebrei e palestinesi ("era la prima volta che vedevo i palestinesi come esseri umani (...) che portano lo stesso fardello che porto io, gente che soffre esattamente come soffro io. Un' uguaglianza nel dolore").

Giustissime le sue parole circa la necessità di comprendere ("quello che fanno è scatenato da rabbia e frustrazione e umiliazione. Gli è stata presa la terra") per poter trovare una soluzione.

"Non possiamo continuare a ripudiare la possibilità di vivere gli uni accanto agli altri".


❖ L' episodio dell'ambulanza che trasportava Abir mi ha fatto inevitabilmente pensare alle giustificazioni dell' IDF che spara o bombarda ambulanze (e non solo, anche edifici religiosi o scuole eccetera) perché convinti vi si nascondano terroristi.

❖ Mi sono piaciute molto le parti dedicate ai familiari di Rami e Bassam: i figli di Rami tutti impegnati nell'esercito israeliano pur cercando di mantenersi saldi nei propri principi etici e provando a conciliare la difesa della patria con il rispetto per i palestinesi;

Salwa, la mamma di Abir, dignitosa e silenziosa nel suo dolore, non espresso a parole.

Nurit, la mamma di Smadar, invece non sceglie il silenzio, anzi parla e scrive per esporre il proprio punto di vista sull'occupazione israeliana a danno dei palestinesi.
Il dolore per la perdita di Smadar non le fa perdere la lucidità nell'attribuire colpe e responsabilità: sì, è stato un attentatore terrorista a uccidere sua figlia ma sono l'industria del terrore e l'occupazione a generare i terroristi.

❖ Ho provato una grande ammirazione Bassam per il suo coraggio a non rassegnarsi all'ingiusta morte (assassinio) della propria bambina e la decisione di intentare niente meno che una causa (penale/civile) contro lo stato di Israele, consapevole che vincere sarebbe stato molto difficile e altamente improbabile.

Nel complesso il libro l'ho apprezzato per la tematica, ovviamente, che mi è molto cara e che, per ragioni che abbiamo sotto gli occhi, è purtroppo drammaticamente attualissima.

È stato commovente leggere le esperienze dolorose vissute dalle queste due famiglie - palestinese ed ebraica -, immaginare le due giovanissime vittime e quanto dolore abbia portato la loro morte ai familiari.

Ammiro la forza interiore di questi genitori che decidono di affrontare il dolore non lasciando spazio a sentimenti di vendetta, odio e rancore ma coltivando desideri di pace e di rispetto reciproco, basi imprescindibili per una convivenza pacifica che, come vediamo, finora non si è assolutamente realizzata ed è anzi ben lontana dal verificarsi.

Mi fa piacere che l'autore abbia sottolineato più di una volta che il problema alla base del (cosiddetto) conflitto israelo-palestinese sia l'occupazione da parte degli israeliani nei confronti del popolo palestinese, perché ignorare questo problema significa non voler analizzare le cause dell' "inimicizia" e non volere contestualizzare, pure in merito alle origini di Hamas e degli stessi attentati terroristici (preciso che per me analizzare i rapporti di causa-effetto non implica la giustificazione ma quanto meno la comprensione critica di tutto il contesto), il che allontana qualsiasi discorso di pace e tolleranza, perché se non si va alla radice di un problema, non lo si potrà mai risolvere.

Tra gli elementi che mi sono piaciuti c'è anche il fatto che offra molteplici spunti di ricerca su avvenimenti e personaggi a me totalmente sconosciuti o solo sentiti nominare superficialmente, nonché l'attenzione dell'autore circa l'etimologia di determinate parole.

Dal punto di vista dello stile, la caratteristica principale - su cui siamo stati d'accordo tutti noi lettori della condivisa - è il continuo divagare e aprire digressioni abbastanza lunghe su fatti, personaggi o dettagli che distolgono l'attenzione dal tema principale; è vero che alcuni riferimenti a determinati personaggi e/o eventi erano legati in modo diretto a Israele/Palestina e mi hanno spinta a cercare informazioni per imparare qualcosa, ma in generale ho trovato che l'eccessivo uso di questi espedienti narrativi rallentasse non di poco il ritmo e fosse più che altro fonte di distrazione.

Per intenderci: solitamente amo consigliare libri su questo tema, soprattutto a persone che confessano di saperne poco e di volersi informare; nello specifico "Apeirogon" non lo consiglierei a chiunque, perché ritengo che per portarlo a termine ci debba essere una forte motivazione e, magari, è bene che non sia il primo libro sull'argomento, in quanto la tentazione di volerlo mollare può assalire, durante la lettura, proprio a causa di questo costante allontanarsi dal filone principale.

Concludo, inoltre, con una umile considerazione: per quanto sia bello e ammirevole scrivere un libro sui rapporti tra ebrei e palestinesi, e sulla possibilità che in tanti (??) di loro ci sia il sincero desiderio di non cedere all'odio, che divide e genera morte, ma anzi di unirsi per dimostrare che andare d'accordo, convivere come fratelli è possibile, in diversi momenti, durante la lettura, ho avuto la sensazione (immagino di essere stata influenzata inevitabilmente dal dramma ancora più intenso che stanno vivendo i palestinesi da sei mesi a questa parte) che le belle parole fossero tante ma, alla fine... a cosa servono quando poi non ci sono dei veri cambiamenti a livello pratico (politico, sociale...) e quotidiano?

Voglio dire..., è fantastico che ci siano associazioni come Parents circle, ma ahimè... se l'occupazione - e tutto ciò che essa di negativo comporta - non cessa, le voci di questi genitori verranno continuamente soffocate e resteranno qualcosa di confinato a conferenze, incontri mirati, riunioni di gruppo o nelle scuole ecc..., un atteggiamento (per quanto genuino) di empatia fine a sé stesso o che, comunque, ha effetti solo nel "piccolo" ma che non va a incidere sulle esistenze di chi subisce l'occupazione da quando nasce.

Togliete le vostre armi dai nostri sogni


Vi lascio alcune citazioni.


"Ieri ero intelligente e volevo cambiare ilo mondo. Oggi sono saggio e ho cominciato a cambiare me stesso"

"Noi non parliamo della pace, noi facciamo la pace."

"giunsero gradualmente a capire che avrebbero usato la potenza del loro dolore come arma".

"Pace senza riconciliazione.
Perdonare ma non giustificare
Colonizzare la mente."

"Usiamo la parola sicurezza per tappare la bocca al prossimo. Ma non si tratta di occupare la vita di qualcun altro, la terra di qualcun altro, la mente di qualcun altro, Ha a che fare con il controllo. Che significa potere".

"l'Occupazione agisce in ogni aspetto della tua vita, ti sfinisce, ti amareggia in un modo che nessuno da fuori riesce davvero a capire. Ti sottrae il domani."


mercoledì 10 aprile 2024

Le opere di Khrystyna Gryshko [ SEGNALAZIONE ]


Buonasera, cari lettori!
Con questo post desidero presentarvi un'autrice e le sue opere: Khrystyna Gryshko, classe 1992, di nazionalità ucraina.

Ha cominciato a scrivere prestissimo (nove anni) le prime poesie e fiabe; cresciuta dai nonni in una casa praticamente priva di libri e in mezzo alla povertà (nel suo villaggio, Pidluzhzhya, l’acqua si prendeva dai pozzi, le strade erano sterrate e la gente sopravviveva grazie alla coltivazione della terra), venne in Italia a 13 anni perché sua madre vi era emigrata già da qualche anno. 
Nel nostro Paese, purtroppo, è stata da subito vittima di bulli e razzisti; a 16 anni ha scritto il suo primo  romanzo per bambini ed adolescenti chiamato “EREA” (Europa  Edizioni); a 17 scrive “Bucaneve calpestato”, ambientato durante la guerra in Cecenia. Durante gli anni universitari (si è laureata in Economia e Management presso la Bocconi di Milano) scrive “Benvenuti a Neverland”, un romanzo psicologico (Arduino Sacco Editore).
Ciò che più la stimola, però, sono le poesie perché sente che ci sono sempre meno poeti; la prima raccolta poetica, “Io mi bacio da sola”, è del 2018 (DreamBook) e la seconda è “Guerra” (Bertoni Editore).
Scrittrice poliedrica, nei suoi progetti futuri rientrano pubblicazioni di svariate raccolte oltre ad altri romanzi attualmente in via di sviluppo. Il progetto più ambizioso su cui sta lavorando è la realizzazione di una sceneggiatura cinematografica per ogni suo romanzo.

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Guerra
è una una raccolta di poesie dedicata ai caduti in Ucraina.

Io mi bacio da sola - una raccolta di poesie a temi di attualità.







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Bucaneve calpestato
- La guerra, il rapimento, un'infanzia rubata.

Questo è ciò che accade a Mariah ed ai ragazzi della sua città. Privati di tutto, anche della facoltà di odiare i loro rapitori. Questi infatti sono i loro stessi connazionali; tutti loro si ritroveranno uniti nella guerra contro la Russia.
Nonostante la morte sia sempre presente la vita pretende di esistere e rivendica i sentimenti che la nutrono: amore e amicizia.
Mariah non dimenticherà mai ciò che ha vissuto, ed è per questo che in età adulta deciderà di raccontare al mondo le atrocità della guerra di Cecenia.




Benvenuti a Neverland
 
“Benvenuti a Neverland” dice l’insegna del più anormale e magico ospedale psichiatrico di Parigi. I 
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suoi abitanti e gli infermieri vi faranno letteralmente perdere la testa. “Benvenuti a Neverland” è soprattutto una storia d’amore.
Che sia l’amore di una stagista per un internato, che sia la ricerca dell’amore per la vita di Peter Trevis, che sia l’amore fra due donne, Lizzy e Samantha… Neverland è amore, ma tradotto tristemente significa "un posto che non c’è".
Forse trattasi di un’insegna che porta a niente. Spetta a voi scoprirlo e nel farlo vi chiedo una buona dose di osservazione. Non date mai nulla per scontato. La pazzia, d'altronde, è imprevedibile!




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Erea
- Al di fuori di qualunque genere e di qualunque definizione, il libro di Khrystyna Gryshko non può essere rinchiuso in nessuna categoria. 
Fantasy, fiaba, romanzo d'amore, d'avventura e d'amicizia, adatto ai bambini, perfetto per gli adulti, ricco di sentimenti, velato di soprannaturale e di spiritualità. Una miriade di personaggi, umani e non, popolano questa lunga narrazione che si srotola lungo il proprio tempo per generazioni, lasciando cadere qua e là vaghi riferimenti a testi sacri del passato. 
Un romanzo che ci trasporta in un mondo magico e incantato dove troviamo, tra gli altri, la bella Elisabeth con i suoi disegni molto speciali, Dodo e le sue lacrime magiche, Wolfy il lupo e Susy la volpe con un rapporto tutto loro… e ancora re e regine, l'acqua della vita e lo spirito creatore… elementi grandiosi che non permetteranno di staccarsi dalle pagine e di abbandonare il fantastico regno di Erea.


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Arte
 
Immaginate un mondo diverso da quello che vedete ora… Immaginate se fra noi ci fossero degli Dei
dormienti, che solo aspettano di essere risvegliati. Cosa accadrebbe? 
Ce lo racconta Vita, una ragazza in apparenza normale, che un giorno incontra Arte. 
Le due diventeranno amiche e vivremo con loro un viaggio straordinario, tra reale e irreale, presente e passato, vita e morte, fede e speranza...



Poesie religiose 
E se l’uomo avesse inventato il male per giustificare se stesso? 
È questa la vera domanda che si pone l’intera raccolta poetica. 
Forse il male è stato esaltato? Forse Lucifero non è poi così cattivo? 
Questa silloge poetica non venera nessuno ed è forse più atea di quanto si creda. 
In fondo, se il male non è assoluto, allora il bene come dovrebbe essere?