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giovedì 26 maggio 2011

Sindrome della bambola rotta: avere un figlio disabile

Desiderare un figlio e scoprire di aspettarlo...: forse è uno dei momenti più emozionanti e felici per una mamma ed un papà!
Durante i mesi di gravidanza, i genitori pensano a quel bambino che nascerà, fantasticano su di lui; si fanno tante domande, con un misto di "elettrizzante" curiosità e di preoccupazione allo stesso tempo: sarà sano?, sarò in grado di accudirlo al meglio?..., ed altre mille domande che fanno posto nella mente dei futuri genitori.

Ma non sempre le cose vanno come si desidera, come si spera...: succede che nasca un bambino affetto da qualche disabilità.
Quali sono le reazioni dei genitori?
E' chiaro, in questi casi, che tutta la felicità di aver avuto un figlio viene per forza di cose a scontrarsi la realtà della malattia; è un colpo duro per la coppia, che deve rielaborarela nuova ed inaspettata situazione e imparare ad accettare un figlio "diverso" da come lo si era immaginato e desiderato: la "bambola ideale" che aveva popolato per mesi la mente dei genitori diventa una "bambola rotta", non più bella e sana; questa non è di certo una realtà facile da accettare, non subito almeno!

Il supporto delle persone attorno, compreso il personale specializzato (dottori, infermieri e psicologi), è fondamentale soprattutto nelle prime fasi, perché i genitori vanno sostenuti ed aiutati a vedere il loro piccolo come una creatura ancora più speciale, fragile, che avrà bisogno di cure amorevoli e di attenzioni particolari.
Molto probabilmente, la consapevolezza proprio di avere a che fare con un bimbo che - a motivo della propria disabilità - avrà maggiormente bisogno di cure speciali, spaventerà mamma e papà, spiazzati da questa "emergenza" non prevista, quindi è importante che vengano aiutati su come accudire al meglio il piccolo, andando incontro alle sue esigenze "speciali".

Capiterà, nel corso del tempo, di passare da momenti di rifiuto, di stanchezza...., a momenti di accettazione serena da parte dei genitori; ciò che conta è che mamma e papà imparino a capire e sentire che il loro piccolo, anche se disabile, non è una "bambola rotta", che non funziona, ma forse è una "bambola più delicata", più fragile, che avrà bisogno di una dose di amore ancora maggiore affinché, crescendo, il piccolo non si senta rifiutato, ma possa essere accolto in un ambiente famigliare che lo aiuta a sviluppare le proprie potenzialità nascoste, la propria autostima, in modo da aiutarlo a vivere nel pieno rispetto della propria dignità.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz