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domenica 21 ottobre 2012

Recensione: "LO STRANO CASO DEL DR JEKYLL E MISTER HYDE" di Robert L. Stevenson




Lo strano caso del dr. Jekyll e di Mr. Hyde
Ed. Y Giunti
Classici
192 pp
5 euro

Lo strano caso del Dr Jekyll e Mr Hyde è un classico della letteratura  ottocentesca, a metà strada tra l'horror e lo psicologico-introspettivo,  il cui autore è Robert Louis Stevenson.
E’ un racconto abbastanza breve e si legge con molta velocità, ma non solo per la lunghezza, quanto per uno stile ed un linguaggio che, sebbene tipici del periodo di riferimento, sono vivaci  e scorrevoli.
Il primo personaggio che conosciamo è un certo Utterson, amico del dottor Jekyll; quest’ultimo ha depositato presso l’amico avvocato un testamento molto strano, nel quale nomina erede assoluto, nel caso di una propria improvvisa assenza, l’amico Edward Hyde.

Chi è questo Hyde?
Stevenson non tarda a farcelo conoscere, attraverso incontri veloci e misteriosi, in cui di lui si coglie l’aspetto fisico singolare: eccessivamente basso e tarchiato, minuto, ma soprattutto a colpire tutti coloro che hanno la sfortuna di incontrarlo, è il suo volto: un volto deforme, il cui sguardo e i cui lineamenti destano sensazioni di disgusto, rigetto, repulsione e paura.
Insomma, una creatura che ha poco di umano e molto di “infernale”.

Come può il buono e irreprensibile dottor Jekyll essere tanto amico di un essere così ripugnante e intestargli addirittura tutti i suoi beni?

Questo è il dubbio principale che ronza nella testa dell’avvocato Utterson, il quale non se ne dà pace, e per senso del dovere professionale e per amicizia verso Henry Jekyll.
Spinto dalla curiosità, Utterson si metterà alla ricerca di informazioni sul signor Hyde, che entra d esce dal laboratorio di Jekyll come se fosse casa sua; quanto potere ha sul dottore e perché?

Attraverso una serie di circostanza misteriose, nonché di omicidi efferati di cui Hyde si macchierà, e attraverso lettere sigillate da aprire con precauzione e a tempo debito, i misteri pian piano si infittiranno per poi svelarsi in un finale che l’avvocato mai avrebbe immaginato.

Credo che non sia necessario aggiungere elementi sulla trama, un pò per non togliere il gusto della lettura a chi ancora deve leggere questo classico, ma anche – per contro – perché questo stesso libro è molto noto ai più, soprattutto quando intendiamo riferirci a persone dalla doppia personalità, a persone che mostrano, in casi diversi, un lato di sè buono e amabile, e un lato di sè crudele e totalmente opposto all’altra parte di personalità.

Chi è l’uomo, veramente?

Attraverso Jekyll stesso, il lettore è portato a farsi questa domanda essenziale e a riflettere su altri aspetti dell’umanità e delle sue sfaccettature, tanto spesso contraddittorie.
jekyll-hyde
In fondo, Jekyll e Hyde altri non sono che due facce della stessa medaglia, due anime di una stessa personalità, che l’uomo decide di lasciar emergere a proprio piacimento.
Se tutto prende il via da legittime domande di tipo esistenziale e dal desiderio di sperimentare, di scoprire realtà “paranormali” fino ad allora mai accertate, è pur vero che certi limiti sarebbe bene non superarli per non ritrovarsi poi a dover gestire cose più grandi di noi...!

Jekyll ha voluto sfidare la natura umana, ha voluto provare a “giocare” con la parte più nascosta e più oscura di se stesso, che dopotutto ogni essere umano possiede: ognuno di noi è portatore di sentimenti ed intenzioni nobili, gentili, altruistiche; ma possiamo negare che nell’animo umano non si annidino anche sentimenti ed intenzioni poco caritatevoli e piuttosto volti al male e al desiderio sfrenato di dar sfogo ai propri impulsi “animaleschi”, primitivi?

Jekyll ci porta a chiederci quanto pericolosa possa essere l’ambizione di sfidare e mutare ciò che la natura (Dio, per chi crede) ha stabilito, e come questo azzardo possa portare con sè conseguenze non sempre gestibili.
Non solo: la parte più “brutta” che si nasconde dentro di noi, una volta venuta fuori, pretenderà sempre più spazio e diritto di emergere, anche senza “preavviso”...!
Jekyll verrà sopraffatto dalla sua stessa ambizione, dal desiderio oscuro di essere padrone assoluto della propria anima ambivalente, illudendosi di gestirla come e quando vuole, ma sarà costretto a fare i conti con la propria debolezza e incapacità, che metteranno a tacere quella sorta di “delirio di onnipotenza” da cui si era fatto prendere.

Un libro che consiglio perchè, ripeto, è un classico della letteratura,  nell'ambito del genere fantastico/horror;  chiaramente gli appassionati del genere di oggi, abituati a romanzi e film che davvero riescono a mettere i brividi ai più suggestionabili (ehm.... alzo la mano), lo troveranno “innocuo” e non certo spaventoso; ma si capisce, erano altri tempi!
Ciò che si apprezza è la capacità di creare, attraverso una narrazione dettagliata e dei fatti e dell'animo umano, pathos e suspense senza ricorrere necessariamente alla descrizione di particolari truculenti, come per lo più accade nei romanzi horror odierni.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz