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domenica 17 marzo 2013

RECENSIONE “HYBRID – QUEL CHE RESTA DI ME” di Kat Zhang



Seraaaaaaa!!
Ho una recensione tutta per voi di un libro che mi è piaciuto moltissimo!!!

HYBRID - Quel che resta di me
di Kat Zhang

Ed. Y Giunti -
 416 pp -
 14.50 euro
Marzo 2013
Trama

In un mondo alternativo, ogni persona nasce con due diverse personalità, due anime.
Con il passare del tempo, in modo naturale, l'anima dominante prende il sopravvento e quella recessiva viene dimenticata, scompare come un amico immaginario che ci ha tenuto compagnia solo nell'infanzia. 
Il sopravvivere delle due anime dopo la pubertà è illegale e visto dalla società come un'aberrazione da correggere. 
Ma in Addie, nonostante i suoi sedici anni, è ancora presente Eva, la sua seconda anima ancora attiva.
 E' proprio Eva la voce narrante che ci fa vivere le emozioni dal suo punto di vista. 
Rannicchiata nella mente di Addie, Eva interagisce con l'altra parte di sé: come due vere sorelle si amano, si proteggono, ma possono diventare anche gelose l'una dell'altra.
 Nonostante tutti i tentativi per difendere e nascondere l'esistenza della debole Eva, il segreto di Addie viene scoperto e le due vengono rinchiuse in un agghiacciante centro per ibridi non resettati. L'unico modo per sopravvivere entrambe è una fuga impossibile.


L’autrice:
Kat Shang è poco più che ventenne, è nata in Texas, studia medicina ed è sino-americana. Questo è il suo esordio che si svilupperà in una trilogia.
Ecco il blog dell'autrice.

Mentre questo è il link alla pagina Facebook:

il mio pensiero

Hyrid – Quel che resta di me” è un fantasy distopico dell’autrice esordiente Kat Zhang.
E’ ambientato in un tempo indefinito, ma certamente futuro, in cui le persone, alla nascita, presentano una particolarità; in esse convivono due anime, due personalità distinte e separate, ognuna col proprio carattere, alle quali i genitori danno (ad entrambe!) un nome, pur sapendo che una di esse, arrivate ai 10 anni, dovrà sparire, annullarsi.
Infatti queste due anime hanno una un carattere dominante, l’altra recessivo; chiaramente, quella recessiva, che non riesce ad imporsi e a prendere il controllo del corpo e delle sue azioni, dovrà sparire e far posto alla dominante… altrimenti sono "guai".

Protagonista di questo romanzo è una ragazzina, che pur trovandosi negli anni dell’adolescenza, presenta ancora questa doppia natura: infatti in lei coesistono due anime, la dominante è Addie, la recessiva è Eva.

Il problema è che sin da piccole è emerso, con gran dispiacere dei genitori, che Eva non aveva alcuna intenzione di eclissarsi…, così, nonostante i tanti ricoveri, visite mediche specializzate, radiografie ecc… Eva continuava a non sparire….Col passare degli anni, Addie ed Eva hanno ormai imparato a fingere di essere normali, ed Eva – pur essendo cosciente, pur parlando e condividendo pensieri ed emozioni con l’altra parte di se stessa, cioè Addie, - se ne sta rintanata in un cantuccio dell’anima, cercando di dare meno fastidio possibile all’altra…., che vive combattuta tra l’affetto per Eva e il desiderio di … “stabilizzarsi”, di essere normale, una ragazza semplice…
E non un’ibrida; una “non stabilizzata”. 

Questa è la situazione iniziale davanti alla quale il lettore si trova immerso sin da subito.

In questa particolare società, che pure è collocata in una parte della nostra terra, che non è però né Europa, né Oceania, né Africa, né Asia… (dunque America), la stessa che ha conosciuto le guerre ed altre tragedie mondiali a noi note, non c’è posto per queste persone non stabilizzate, considerate malate; e questo è strano e anormale, se pensiamo che la condizione della “doppia anima” è descritta come una realtà di fatto: cioè, tutti nascono con due anime, ma devono necessariamente sbarazzarsene di una…., pena l’isolamento, la stigmatizzazione da parte di tutti….

La narrazione segue il punto di vista della “recessiva Eva”, che dialoga interiormente con Addie, cercando insieme di non far scoprire la loro condizione reale: i genitori pensano che sono guarite, che Eva ormai è sparita:, quale delusione avrebbero se scoprissero che Eva, testarda, è ancora lì?
Ma soprattutto… quale e quanta paura che altre persone scoprano il loro segreto!!

Eh sì, perché le istituzioni vietano che nella comunità ci debbano essere gli ibridi; se questi vengono scoperti, beh il loro destino è tutt’altro che piacevole.
Sapendo questo, Addie ed Eva vivono continuamente sul filo del timore di essere scoperte; basta sbagliare una particella pronominale, o fermarsi a litigare tra loro sotto gli occhi di qualcuno per essere scoperti…. e portate via di casa!!

Che fine fanno gli ibridi acciuffati?

Si sa solo che vengono portati via in cliniche che dovrebbero prendersene cura e guarirli!!

Non si può essere se stessi, questo è un aspetto che spesso si trova nei distopici, in quei libri in cui si narra della vita in società diverse dalla nostra, ambientate nel futuro; società regolate da norme rigide, da “autorità” che pretendono di ficcare il naso non solo nelle famiglia singole, ma anche nella mente, nei cuori, nelle anime delle persone.

Dove arriva il desiderio.., anzi il delirio di onnipotenza dell’uomo, che si arroga il diritto di sindacare sulle personalità dei singoli individui?

Ma Addie ed Eva non sono le sole a condividere questa situazione, conosceranno altri ragazzi  ibridi e insieme cercheranno di non arrendersi, di lasciarsi sempre quel filo di speranza, al quale aggrapparsi per non soccombere davanti alla furia cieca di chi vuole normalizzare e spersonalizzare gli altri, per paura di ciò che sembra diverso, anormale, pericoloso.

Devo dire che ho vissuto ogni momento della vicenda narrata con molto coinvolgimento; l’Autrice è stata molto brava nel presentare una trama a mio avviso originale dando modo al lettore di seguire il corso dei pensieri della protagonista – l’anima Eva -, senza però dimenticarci che siamo nel corpo e nell’anima anche di Addie, che similmente soffre per questa singolare situazione.

Passare dalla mente dell’una a quella dell’altra ha resto la lettura vivace ed interessante; la paura delle due di essere scoperte era quasi palpabile, come pure il loro disagio, il loro stupore nell’apprendere di non essere le sole… e che addirittura c’era gente che la loro condizione non la viveva come un dramma.

C’è nel romanzo la giusta dose di parti riflessive, che toccano più le emozioni, come anche di parti narrative vere e proprie, caratterizzate da un bel ritmo e da una bella dinamicità nel raccontare i momenti più avventurosi, quando Eva-Addie dovranno lottare per sopravvivere in un contesto ostile.

In particolar dalla seconda parte del romanzo, la tensione narrativa sale e mi ha davvero tenuta incollata nella lettura, col desiderio di seguire le vicende delle due protagoniste, sentendo con loro e come loro la fretta di veder affermato il diritto di essere, amare e vivere per quello che si è, liberi da ogni forma di controllo invasivo da parte di persone che, nella foga esagerata di sostenere ed affermare una presunta normalità a tutti i costi, finiscono per essere loro stessi, e per primi, i veri anormali, i soli inumani.

Davvero un bel romanzo; la traduzione credo che renda merito all’Autrice; il romanzo si legge con una grande scorrevolezza, i personaggi sono ben costruiti psicologicamente, in modo da permettere a chi legge di sentirsi immerso nella narrazione a 360°; una giusta alternanza di dialoghi efficaci, azione, riflessioni e dialoghi interiori.

Impariamo non solo a conoscere l'insicura e confusa Addie e la dolce ma determinata Eva, ma anche gli altri personaggi, e tutti loro ci passano davanti agli occhi in modo delicato e sensibile.
L’autrice solleva il velo su diversi tipi di sentimenti: l'amore genuino dei genitori verso i figli, ma anche le loro debolezze; l'affetto, quello tra fratelli e sorelle, tra amici, tra persone che, pur non conoscendosi personalmente, si aiutano perchè hanno una cosa importante in comune e non possono abbandonarsi nel momento del bisogno; e c’è anche un principio di sentimento d’amore tra maschio e femmina, quale desiderio/bisogno naturale e legittimo di ogni persona, quindi anche dei giovanissimi... e anche lì dove le situazioni esterne sono complesse e non favorevoli; insomma, la Zhang  si rivela sensibile nell’indagare nei meandri della mente del cuore dei suoi personaggi e ci fa entrare in empatia con loro, tramite le parole, tramite uno sguardo, una parola lasciata in sospeso, un gesto, un momento di sofferto silenzio… 

Il risultato è un libro che nel suo genere è da leggere e vi dico che al cinema ce lo vedrei più che bene.
Considerato che questo dovrebbe essere il primo libro di una trilogia, non posso che aspettare il seguito con entusiasmo!!

1 commento:

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz