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lunedì 18 marzo 2013

Recensione "Quando cala il buio" di Massimo Bellezza



Altra recensione, di prima mattina...!


QUANDO CALA IL BUIO
di Massima Bellezza


Ed. Butterfly
106 pp
Trama


Salem, Oregon settentrionale. Alle inquietanti sparizioni di bambini e adolescenti segue la scoperta di una vera e propria casa degli orrori, all’interno della quale si trovano i corpi delle piccole vittime.Altrove, un uomo si sta preparando a lasciare il suo appartamento. Si fa chiamare Ray Smith. Le sue mani sono sporche di sangue e una donna dai lunghi capelli neri è riversa sul pavimento. Allo specchio, il volto dell’assassino è deturpato: sulla sua pelle, l’uomo reca i segni di qualcosa che accadde quando era soltanto un bambino, e che l’ha cambiato per sempre.Una settimana dopo, cinque ragazzi sono immobili dinanzi al cancello di una scuola abbandonata. Sono cinque, giovani e forti. Ne rimarrà solo uno.A metà strada tra Stephen King e Donato Carrisi, la prosa di Massimiliano Bellezza è un coltello pronto a fendere il sonno dei lettori e a trascinarli con sé in un vortice di puro terrore. Perché Ray Smith non è il nome di un personaggio. Ray Smith è il nome del vostro prossimo incubo.

il mio pensiero

"Quando cala il buio" è un thriller che sin dalla sue prime pagine promette di rapire l'attenzione dei lettori.
Il romanzo inizia davvero bene e cattura immediatamente il mio interesse, perché comincia la narrazione dei fatti partendo da un articolo di cronaca, che riporta l’omicidio di alcuni bambini da parte di quello che si capisce subito essere un serial killer.

L’autore non tarda a metterci davanti infatti il maniaco, il pazzo, colui che vive con lo scopo di scegliere delle vittime non solo da ammazzare a sangue freddo, ma, come ogni buon assassinio seriale, da torturare pian piano, da lasciar morire agonizzanti, tra lamenti, lacrime e sangue che sgorgano da un corpo che presto sarà senza vita.

Ad accompagnare questo omicida folle, il suo eterno ghigno malefico, sadico, e la sua faccia deturpata, sfregiata, che attira (in senso negativo) la curiosità di chi, guardandolo, è combattuto appunto dall'istinto irrefrenabile che spesso si ha nel non riuscire a distogliere gli occhi da una vista repellente, e la voglia di allontanare da noi questa stessa sgradevole visione.

Tra un omicidio efferato e l’altro, si collocano nella vicenda cinque personaggi, cinque amici adolescenti: quattro maschi ed una ragazza,
Steve, Jason, Gary, Ricky e Maria; qualcuno proveniente da buone famiglie, qualcun altro da famiglie “scapestrate”, da cui ci aspetta sempre una “marachella”, una bravata.
I ragazzi hanno solo 16 anni; l’età giusta per fare i gradassi, per farsi vedere dagli altri invincibili, senza paura…, poi se c’è una ragazza che frigna e piagnucola, ancora meglio no?

E quale modo migliore per dimostrare tutto il proprio coraggio, il sangue freddo, che entrare di nascosto in una scuola abbandonata, su cui girano strane voci di morti e maledizioni?

I cinque amici si intrufolano nella scuola ed iniziano il loro giro di perlustrazione dell’edificio, ormai in decadenza; girano tra le aule, si punzecchiano tra di loro, qualcuno si allontana dal gruppo… per non farvi più ritorno...!

Ciò che i ragazzi non sanno è che quell’edificio abbandonato ed oggetto di superstizione e dicerie, è anche il temporaneo rifugio scelto dal pazzo maniaco, che si fa chiamare Ray, per sfogarsi e darsi al proprio truculento hobby..

Ma ahiloro lo scopriranno presto e sarà troppo tardi….!

Pian piano, tra un respiro trattenuto, una porta cigolante, una voce sinistra dal nulla (ma non c’eravamo solo noi?), messaggi inquietanti destinati proprio a loro, per spaventarli, i ragazzi si vedranno costretti a tirar fuori tutta la loro forza fisica e le loro risorse emotive e psicologiche per cercare di fuggire alle sadiche e folli voglie del maniaco dal volto sfregiato, dal ghigno beffardo e crudele, dalla voce sarcastica, che mostra un controllo di sé quasi innaturale…; scappando al buio nei meandri della vecchia scuola, ne visiteranno ogni angolo, e vigilando su ogni minimo rumore, cercheranno in tutti i modi di fuggire, di salvarsi, a volte mantenendo un minimo di lucidità, altre volte voltandosi indietro per controllare che il pazzo non sia dietro di loro, pronto ad afferrarli e a trucidarli…

E del resto, quante volte ci siamo immedesimati nei protagonisti di quei film thriller ad alta tensione in cui la paura, invece di far correre a più non posso per salvarsi, porta, per qualche assurdo motivo, a voltarsi indietro, a metà strada tra il timore di udire i passi minacciosi del nostro "incubo umanato" e la speranza di verificare che egli non ci stia alle calcagna?

L’Autore ha saputo raccontare la disavventura di questi cinque amici con la giusta dose di suspense, di tensione, facendoci respirare l’atmosfera carica di terrore che pervade la scuola, così come essa viene vissuta dai ragazzi che vi sono dentro e che vivranno il pomeriggio più brutto della loro vita.

Si dà infatti abbastanza spazio ai sentimenti provati dai ragazzi, alle loro paure, a quel briciolo di solidarietà ed altruismo di cui l’uomo è comunque capace, quando sa che, anche se per se stesso c’è poco da fare, almeno l’altro, se c’è anche solo un piccolo spiraglio di salvezza, è bene che ne approfitti.

Ed è grazie a questo gesto di amicizia che il mondo al di fuori della scuola - il luogo dell’assassinio di giovani vite – scoprirà cosa è accaduto, congiungendo gli eventi macabri descritti all’inizio del romanzo, con quest’ultimo terribile episodio.

E devo ammettere che proprio quest’ultima parte, in cui la polizia viene a sapere di ciò che è accaduto a scuola, è quella che mi ha convinto un po’ meno.

Mi è piaciuta molto la parte narrativa in cui ho vissuto con i ragazzi l’ansia della presenza del serial killer, dal quale fuggire; ma se dovessi trovare un "neo" nel romanzo, lo troverei alla fine, nel senso che ho trovato "le ultime battute" ... “frettolose”, nei dialoghi e nella “risoluzione” del fatto.

Il finale però mi è piaciuto perché, pur essendoci quella piccola nota positiva dovuta alla presenza del  sopravvissuto alla follia omicida dello sfregiato, esso getta il lettore in un incubo non ancora concluso, un po’ come vediamo nei film di questo genere, in cui, proprio quando la giustizia sembra lavorare a più non posso per rintracciare l’assassino, e il protagonista sta cercando di superare il trauma della brutta esperienza subita andando avanti, ecco che nelle scene finali qualcosa ci fa capire che i guai non sono affatto finiti….

Ad ogni modo, nel suo complesso il romanzo mi è piaciuto, ho apprezzato lo stile dell’Autore, il suo linguaggio nudo, crudo, senza troppi fronzoli e inutilità, benchè accurato e chiaro; ripeto, mi ha coinvolto meno l’ultimissima parte, come se ci si fosse precipitati sul finale, lasciando nella scuola la cura dei particolari, delle emozioni, delle parole.

Lo consiglio, è una lettura bella e coinvolgente.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz